La divina provvidenza, che in modi maravigliosi chiama le anime a sè, dispose che s. Cornelio guadagnasse alla fede il custode della carcere di nome Cereale.

 Cornelio, che sempre godeva in cuor suo qualunque volta poteva esercitare qualche opera di carità, entrò in casa di Cereale con due sacerdoti ed un chierico lettore.

 Laonde alla vista di quel miracolo molti soldati e custodi, che dimoravano nella casa di Cereale, si prostrarono ai piedi di s. Cornelio, dimandando colle lacrime di essere eglino pure battezzati.

 Informato l'imperatore di queste cose, arse maggiormente di sdegno, e diede ordine che tutti quelli che erano stati battezzati nella casa di Cereale, unitamente al santo pontefice, fossero condotti fuori della città nella via Appia dove eravi un tempio dedicato a Marte.

 S. Cereale, s. Sallustia con altri in numero di venti furono nel medesimo tempo martirizzati.

 - Poscia l'imperatore comandò che Cornelio fosse condotto in prigione, ove la divina Provvidenza dispose che {109 [109]} guadagnasse alla fede il custode della carcere, di nome Cereale.

 - Informato l'imperatore di quanto era avvenuto nella casa di Cereale, arse di sdegno, e ordinò che tutti i novelli cristiani col pontefice fossero condotti nella via Appia a fare un sacrifizio a Marte, pena la morte a chi si rifiutasse.

 Cereale, Salustia con altri venti furono nel medesimo tempo martirizzati.