Così fece Caterina, e messasi in ginocchioni nella sua camera si offri di nuovo alla divina Maestà, con lagrime e sospiri detestando tutti gli errori della sua vita passata, accusando la propria negligenza nel divino servizio, e la grande sconoscenza di tanti favori da Dio ricevuti.

 Trovando di aver fatto qualche cosa di bene ringraziava il Signore, se poi si accorgeva di aver commesso qualche cosa degna di riprensione ne dimandava perdono a Dio, detestando di tutto cuore ogni mancamento.

 L'anno 1364 fu assalito da una malattia ulcerosa che gli faceva esalar una puzza insoffribile; tutto smanioso ed arrabbiato invocando i demoni, detestando la sua vita, maledicendo i suoi scritti, comparve davanti a Cristo giudice a render conto di tante anime perdute, e che avevano da perdersi per opera sua.