Parola «Palmazio» [ Frequenza = 34 ]

don bosco-vita del sommo pontefice s. callisto i.html
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 Fra i fuggitivi eravi un console di nome Palmazio, il quale udendo quella moltitudine di Cristiani a pregare e cantare, corse a darne avviso ad Alessandro.

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 Palmazio fido agli ordini del sovrano, con tutta prestezza raccolse una gran quantità di soldati, e con essi, come se dovesse {17 [89]} marciare contro a formidabile esercito, venne al di là del Tevere, dove S. Callisto era con altri cristiani seco lui radunati.

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 Onde quando ebbe udito bene ogni cosa si rivolse ai soldati e disse: ottimi {19 [91]} cittadini, vedete quale arte magica sanno esercitare i cristiani! Ma Palmazio aveva un cuore meglio disposto per la verità.

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 Palmazio fece eziandio intervenire tutta la sua famiglia menando egli pure seco tori e vitelli da offrire in sacrifizio.

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 Palmazio, alla vista di quei soldati cosi divenuti ciechi, montò sulle furie, e sguainata la spada voleva entrare per farne vendetta; poichè pensava egli che tal cosa fosse avvenuta per mano dei cristiani.

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 Tuttavia Palmazio per secondare il volere dell'Imperatore soggiunse: dunque, o principe, io invoco la vostra grande pietà; comandate che siano portate vittime, affinchè si facciano immantinenti sacrifizi agli Dei, se mai si possa così impedire, che tutta la repubblica vada in rovina pegli incantesimi dei cristiani.

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 Palmazio andava già da qualche tempo meditando la debolezza degli dei e la potenza del Dio dei cristiani.

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 Callisto forse credendo che Palmazio parlasse cosi per burla, disse: Io ti prego di non deridere la verità di nostra santa religione.

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 Palmazio colle lagrime agli occhi rispose: Signore, io non burlo: perciocchè nel fatto dell'accecamento de' miei soldati e nella risposta della vergine Giuliana, io ho conosciuto che il tuo Gesù Cristo è il vero Dio.

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 Indi comandò a Palmazio che si preparasse a ricevere questo sacramento con un giorno di digiuno.

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 Palmazio secondo gli ordini di S. Calipodio discese in quell'acqua, perciocchè l'uso di quei tempi era di amministrare il battesimo immergendo la creatura nell'acqua.

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 Palmazio rispose: Io credo con tutto il cuore.

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 Palmazio: Lo credo pure con tutte le forze dell'anima mia.

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 A queste parole Palmazio profondamente commosso, rompendo in lagrime, esclamò {24 [96]} con gran voce: Si.

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 Corse a casa, partecipò ogni cosa alla sua famiglia, procurò che tutti fossero istruiti nella fede, e poco dopo l'intera famiglia di Palmazio, cioè sua moglie, i figli, i suoi servi in numero di 42 furono rigenerati nelle acque battesimali.

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 Palmazio contento di aver conosciuta la verità, e di aver ricevuto il Battesimo, godendo in cuor suo come se avesse acquistato il più gran tesoro del mondo, non poteva contenere in sè la gioia.

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 Nel giorno stesso che Palmazio ricevette il Battesimo cominciò a professarsi cristiano coi fatti.

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 Erano trenta giorni da che Palmazio professava la religione cristiana, ed era tutto intento a far opere di carità, quando fu riferita all'Imperatore la conversione di lui.

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 Onde Palmazio, ben lungi dal lasciarsi incuter paura per l'orrore di que' luoghi, sentivasi viepiù animato ad imitar quegl'eroi della fede.

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 L'Imperatore si rallegrò in vederlo, e comandò che gli fossero sciolti i ferri, di poi prese a parlargli cosi: Può darsi, o Palmazio, che tu sii divenuto così pazzo da abbandonare i nostri Dei per cercare ed adorare un uomo morto?.

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 Palmazio allora cominciò a parlare così: se voi, o Principe, ci date licenza, noi esporremo la pura verità delle cose.

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 Palmazio stimò bene di non dare alcuna risposta; di che maravigliato l'Imperatore {26 [98]} soggiunse: parla pure, o Palmazio, non temere, e riponi in me tutta la fiducia.

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 Palmazio: Buon principe, se voi ben ci riflettete, questi non sono Dei, ma sono opere degli uomini.

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 Il dire che gli Dei non erano capici di rispondere, era condannati; interrogandoli temeva, anzi era certo di non aver da loro alcuna risposta, quindi screditarli sempre più; perciò passando sopra alla dimanda fatta da Palmazio, si fece ad interrogarlo cosi: se tieni per nulla i nostri dei, perchè fin dalla culla {27 [99]} tu li hai sempre adorati, ed ora li vuoi abbandonare?.

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 Palmazio rispose: feci questo come insensato; ora ho aperto gli occhi alla verità, e prego di tutto cuore il Signor Gesù Cristo, che mi perdoni i disordini della mia vita passata, perchè ho peccato per ignoranza.

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 Alessandro si accorse che più s'inoltrava nel discorso, più era incagliato a rispondere, perciò facendo una specie di sorriso quasi per dar compatimento alla franchezza di Palmazio, lo consegnò sull'istante ad un senatore di nome Simplicio.

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 Simplicio condusse Palmazio in sua casa, gli usò tutti i riguardi che si addicono ad un gran personaggio; lo vestì nobilmente, e per guadagnar meglio l'animo del suo ospite, comandò che i suoi servi, le sue sostanze, e tutte le sue ricchezze fossero {28 [100]} in piena padronanza di Palmazio.

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 Mentre Palmazio nella casa di Simplicio passava il suo tempo nelle preghiere e nel digiuno, Dio volle consolarlo con un miracolo e colla conversione di molti gentili.

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 Ondo pieno di fiducia andò a gettarsi ai pie di Palmazio, e disse: Glorioso confessore di Gesù Cristo, deh! prega per la sventurata mia moglie, ella è oppressa da mali atroci, prega che sia liberata dall'intensità de' suoi dolori; e ti prometto di farmi cristiano e ricevere con lei il battesimo.

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 Ella entrava esclamando: Deh! Palmazio, degnati di battezzarmi in nome di Gesù Cristo, Signor nostro.

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 Palmazio animato da quella fede, di cui sono ripieni i santi, si prostrò a terra e colle lacrime agli occhi pregò cosi: Signore Iddio, che illuminasti il tuo servo Mosè, e ci hai dato Gesù Cristo, che è lume eterno, salva, ti prego.

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 In quello stato di cose Palmazio giudicò bene di mandar a chiamare S. Callisto, affinchè venisse ad istruire que' novelli convertiti come si conveniva, e loro amministrasse il battesimo.





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