Parola «Pieve» [ Frequenza = 54 ]

don bosco-elenco degli oggetti graziosamente donati a benefizio degli oratorii [v.14].html
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 in Pieve del Cairo.


don bosco-fatti ameni della vita di pio ix.html
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 Che per danni recati dai terremoti spedì nell'Umbria 500 scudi, 3500 a Norcia, 1000 a Città della Pieve, 3000 ducati nel Regno di Napoli, 500 alla Repubblica Argentina, ecc.


don bosco-l-unita cattolica (1864-1888).html
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 - Pieve di Rosa.


don bosco-la storia d-italia [18a edizione].html
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 Altro celebre e classico artista fu Tiziano Vecelli nato in Pieve del Gadorino nel 1477.


don bosco-notizie storiche intorno al santuario di nostra signora della pieve in vicinanza di ponzone.html
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 Per risvegliare pertanto ne' fedeli esposti a tanti pericoli di perversione una tenera divozione a quest'Ancora di nostra salvezza, si venne nella pia risoluzione di rendere di pubblica ragione alcuni cenni storici sul Santuario di N. S. della Pieve.

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 Si degni Nostra Signora della Pieve rivolger dal cielo pietosi i suoi sguardi su queste storiche pagine, che alla maggior di Lei gloria consacriamo fregiate del Venerando Nome di V. P. Rev. ma E noi intanto rendendole le più sentite grazie del favore si gentilmente compartitoci, la preghiamo a gradirle in attestato sincero del profondissimo rispetto, venerazione e riconoscenza, con cui abbiamo l'onore di raffermarci.

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 Ed eccomi aperta la via a descrivere il Santuario di N. S. della Pieve di Ponzone

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 Consta da una vecchia pergamena, che nell'anno 1131 ebbero l'amministrazione di questa Pieve i Monaci Cisterciensi della Badia di Tiglieto in Valle d'Orba.

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 [2], e tra queste privilegiò anche il nostro Santuario, che tuttavia si nomina la Madonna della {20 [444]} Pieve di Ponzone.

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 Da quanto si venne fin qui narrando, può, chi legge queste pagine, argomentare quanto fervida sia la divozione che si professò mai sempre, e si professa tuttora a N. Signora della Pieve nel suo Santuario.

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 Che se tanto è il concorso del popolo divoto alla novena di N. Signora della Pieve, immaginate, o pio lettore, quanto maggiore esser debba l'accorrere della gente, quanto più tenera la pietà nel giorno solennissimo della festa.

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 Oltre a tutto questo, ben comprovano quanto sia radicata in questi popoli la divozione a N. S. della Pieve le innumerevoli loro offerte, poichè sebben siano per la maggior parte assai scarsi di beni di fortuna, offrono al Santuario porzione dei loro raccolti, vestimenta, cera, anella, spilli, orecchini e collane d'oro, di maniera che poteronsi compiere nel corso di pochi anni opere di gran rilievo e di molto dispendio, tra le quali primeggia la costruzione delle {40 [464]} cappelle della Via crucis di Sopra accennate.

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 A Lei pensa l'infermo sul letto dei suoi dolori, e più col cuore che colle labbra si raccomanda a N. S. della Pieve, che Salute qual è degli infermi, voglia ridonare a lui la sanità perduta, od impetrargli almeno il dono della perfetta rassegnazione.

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 Da ultimo non tacerò che la Madonna della Pieve di Ponzone circondata com'è da parecchi villaggi e terre divenne per quegli abitanti l'affetto, il sospiro, la delizia, la speranza di tutti i cuori.

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 Ed oh! che lunga serie narrar dovrei di grazie segnalatissime in ogni tempo ottenute mercè N. S. della Pieve, se di tutte fosse giunta infino a noi la memoria! Ma se molte grazie in quella rozzezza ed incuria de' tempi più antichi non furon registrate, e di altre che non furono scarse, per infuriare {45 [469]} di guerra, d'incendi, e di pestilenze andò perduta la narrazione, noi dubitar non possiamo, che fin dalla fondazione del Santuario, e nei secoli successivi Maria fosse dispensiera larghissima dei suoi favori a beneficio di tutti quelli, che sollecita cura si presero di visitarla e farle onore.

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 Anche nei tempi successivi all'erezione del Santuario, anzichè venir meno, crebbe la divozione a N. S. della Pieve nelle popolazioni circostanti, e ce ne fa sicuri l'aver esse per ben due volte fatto ricostrurre il Santuario, e mano mano ampliare; ce ne fa sicuri la gara ognor mostrata di accrescere il decoro e lo splendore con nuovi abbellimenti, con preziose suppellettili, e con pii donativi: ce ne fa sicuri il fervore e la fiducia, che le turbe devote mostrarono sempre ricorrendo a N. S. della Pieve in ogni pubblica e privata necessità.

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 E per toccarne così in generale giova osservare, che quando i divoti di N. S. della Pieve ricevevano da Lei qualche grazia insigne, altri in attestato di riconoscenza solevano recare in dono al Santuario varie sorta di offerte, come Agnus Dei, cera, vestimenta, cuori d'argento, gambe e braccia di simil materia, spille d'oro, anella, orecchini, e collane pure d'oro; {48 [472]} altri appendevano alle pareti stampelle e somiglianti segni di qualche speciale guarigione ricevuta, altri poi facevano dipingere la grazia su quadretti di legno o di tela con sotto la leggenda, votum feci, gratiam accepi, feci voto per una grazia, e l'ho impetrata.

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 Ora siccome furon moltissime le offerte fatte nei tempi andati al Santuario di N. S. della Pieve, e molte appariscono ancora qui e colà sulle pareti le tavolette commemorative di grazie, è facile riconoscervi una prova luminosissima dei tanti favori sparsi da Maria a larga mano sopra la gente ricorsa a' suoi piedi.

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 Ora è debito dello storico esporre, che nei primi anni del secolo decimo settimo il molto Reverendo D. Biagio Fatuto Arciprete di Ponzone, inteso che molti infermi essendosi raccomandati alla Madonna della Pieve, avevano, mediante Lei, ottenuto in modo straordinario la guarigione, divotissimo qual era di Nostra Signora, si recò a dovere di raccogliere i particolari delle più insigni di queste grazie tenute comunemente per prodigiose coll'animo di sottoporle all'esame ed al giudizio dei {50 [474]} Superiori Ecclesiastici.

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 Vedemmo dianzi, come la divozione a N. S. della Pieve fosse tanto radicata nel cuore di tutti i popoli aventi notizia del Santuario, che trovandosi essi angustiati da pericoli, da malattie, od altre calamità, solevano tosto ricorrere fiduciosi a questa lor tenera Madre per averne difesa e conforto, e vedemmo pure, che Maria commossa dai loro gemiti, benignamente ne esaudiva le suppliche in modo eziandio prodigioso.

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 Qui però giova premettere ancora un'altra osservazione, ed è che essendo in gran numero le grazie avvenute per intercessione di N. S. delle Pieve, mentre reggeva la Parrocchia di Ponzone il sunnominato Arciprete Fatuto, questi non sottopose all'esame del suo Prelato, che alcune delle principali, come apparisce chiaro da una' supplica, che è riferita in parte qui sotto

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 Come si riebbe un poco, la sua padrona compassionandone la miseria, caldamente lo esortò, che si raccomandasse di cuore alla Madonna della Pieve, e gli narrò ad un tempo le tante grazie straordinarie già ottenute a sua intercessione da altri infelici.

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 Il buon giovine udito il pio suggerimento, fece tosto divoto e fiducioso ricorso a N. S. della Pieve, promettendole insieme, che ove ottenesse la sospirata guarigione, s'obbligava a servirla nel suo Santuario per quanto gli fosse rimasto di vita.

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 Una guarigione sì meravigliosa da mali sì gravi, che da quattro anni circa lo tribolavano, dichiarati incurabili dai medici, guarigione successa dopo preghiera e voto a N. S. della Pieve, tutti l'attribuirono alla validissima di Lei intercessione; e il giovane persuaso di tanto, e fedele alla sua promessa, si pose nel Santuario ai servigi della sua clemente liberatrice.

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 La sola sua madre le andava prestando gli opportuni servizi; e siccome credeva affatto inutile ogni rimedio umano, suggerì alla figliuola di raccomandarsi con fiducia a N. S. della Pieve, e di obbligarsele con qualche voto, se in grazia sua impetrar potesse la sospirata guarigione.

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 Un'altra grazia straordinaria anch'essa ottenne da N. S. della Pieve una certa Maria Giuliano moglie di Gratarola Gioanni Battista, ed eccone i particolari.

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 Il padre per le sofferenze della fanciulla da lui sì prediletta già desolato tanto, che per liberarnela avrebbe dato volentieri ogni suo avere, all'udire i lamenti della moglie non meritati, sentì addoppiarsi nel cuore le angoscie, e fra sè andava pensando qual cosa potrebbe ancora fare a sollievo della figliuola: ma poichè erasi già tentato ogni rimedio, che paresse opportuno, gli balenò alla mente il disegno di ricorrere a N. S. della Pieve già da altri esperimentata sì buona e soccorrevole in simili occorrenze.

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 La figlia divotissima che era di Maria SS. applaudì alla proposta del padre, e sì, sì, proruppe tosto con gran fervore e fiducia, mi raccomando fin d'ora a N. S. della Pieve, che voglia guarirmi da questo mio male, e se mi fa la grazia, verrò con voi a portarle in ringraziamento la devota offerta delle due mani.

  A154000039 

 Però rivoltosi all'inferma dolcemente la esortò a raccomandarsi alla Madonna della Pieve, e promise che anch'egli e la madre sua farebbero lo stesso, soggiungendo, che se toccasse a lei la grazia della guarigione, due mani di cera avrebbero entrambi offerte al {61 [485]} suo Santuario.

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 Disperavasi oggimai di salvarlo, ma che! Un suo fratello maggiore, Ottavio di nome, commosso a tanti patimenti dell'infermo, e vedendone omai vicina la morte, suggerì al Peppino di raccomandarsi alla Madonna SS. della Pieve, promettendole se guariva, di recarsi scalzo al suo Santuario, e di offerirle un'imagine di cera.

  A154000040 

 Persuaso, che il seguito delle grazie più singolari e prodigiose ottenute dai divoti di N. S. della Pieve debba tornare gradito al pio lettore, e servirgli di stimolo ad ammirare ognor più la somma bontà di Maria, e infervorarnelo nella sua divozione, narrerò in questo Capo alcune altre di siffatte grazie, come risultano dai documenti autentici che ho citati.

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 Condotta dai parenti presso il più volte nominato Arciprete D. Biagio Fatuto in fama di ottimo sacerdote, affinchè sperimentasse a pro dell'infelice qualche rimedio che più degli umani fosse efficace, rimase in casa sua presso a due mesi, durante i quali, esso Arciprete esortò l'Eleonora a raccomandarsi caldamente alla SS. Vergine delle grazie venerata nel Santuario della Pieve; pregò egli stesso senza interruzione, e credendo che la donna fosse invasa da qualche spirito maligno, impiegò più volte gli esorcismi per vedere se mai gli fosse dato {68 [492]} di scacciarlo da quel corpo si tribolato.

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 Là entrata nella Chiesa del s. Apostolo, vi passò la notte in preghiera, e sul mattino del 1 dicembre si portò con grande impazienza e gioia al Santuario della {69 [493]} Pieve, dove a' piè della santa Vergine pregò con gran fede e fervore per buon tratto di tempo.

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 Ma non si fermano qui le grazie che si debbono alla mediazione di N. S. della Pieve.

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 Anche gli abitanti di Caldasio villa di Ponzone ebbero ad ammirare una guarigione prodigiosa avvenuta mercè N. Signora della Pieve in un Cresta Giovanni d'anni dieci figliuolo di Andrea.

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 Così fecero con tutto il fervore possibile, e aggiunsero il voto di portare al Santuario della Pieve una quarta di castagne in dono, e farvi celebrare una messa, se ottenessero la grazia.

  A154000043 

 Essendomi nell'anno 1630 rotto il piede e la gamba sinistra, stetti tre anni senza potermene servire, sì che se voleva andare in chiesa non poteva, ma bisognava mi facessi portare sopra una seggiola; finalmente dopo aver adoperati molti medicamenti, pei quali aveva migliorato alquanto, ma senza essere ancora guarito bene, mi feci mettere a cavallo, e accompagnare alla Madonna SS. della Pieve.

  A154000043 

 Il 31 agosto 1637 mentre esso Arciprete veniva esaminato dal canonico Bicuti, che ne aveva special delegazione, {73 [497]} dopo d'aver deposto con giuramento vari fatti straordinari attribuiti all'intercessione di N. S. della Pieve, richiesto, se altri ne rimanessero ancora, così rispose: « Altre persone vi sono, che ricevettero grazie singolari dalla Madonna SS., ma non ho precisa memoria, nè conoscenza di tutti; e tra queste grazie è notabile assai quella, che ricevei io stesso nell'anno 1633, ed ecco quale.

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 » E questo egregio Arciprete di Ponzone ben era degno, che nella sua avanzata età di presso a settant'anni, la SS. Vergine lo liberasse da quel suo male in modo straordinario, stantechè oltre all'essere tenerissimo di N. S. della Pieve, si adoprò con ogni zelo e premura a raccogliere le grazie avvenute per sua intercessione, ed appoggiarle con autentici documenti, mirando a questo, che fiorisse ogni giorno più nel diletto suo gregge la divozione di Maria, si propagasse attorno la fama del suo Santuario, e la memoria di tante sue grazie pervenisse fino ai più tardi posteri.

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 Moltissime di fatto sono quelle, che di questi anni piovvero in seno ai divoti di N. S. della Pieve, grazie, le quali comechè non siano tutte insigni, come le già descritte, e non venissero poste ad esame così rigoroso, tuttavia sono degnissime della nostra ammirazione, perchè, o constano da memorie degne di fede, o vengono attestate da persone tuttora viventi.

  A154000044 

 Nostra Signora della Pieve, come apparisce da queste memorie, fu sempre, ed è tuttavia l'Angelo tutelare {75 [499]} delle fortunatissime genti in mezzo a cui piantò le sue tende, e siccome in esse la pietà e divozione verso sì gran Reina non venne meno giammai, durando florida eziandio in questi ultimi tempi, così anche nel secolo in cui viviamo, apparve Maria co' suoi clienti pronta e generosa a dispensare le sue grazie.

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 Che fecero allora? Pensarono di fare divoto ricorso alla Madre della misericordia nel suo Santuario della Pieve.

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 « Questa mattina è stata donata alla chiesa una collana d'oro del peso di un'oncia ed un quarto da Giuseppe Mignone per incarico di suo figliuolo {79 [503]} Pietro, che la mandò da Gibilterra per voto da esso fatto in una grave malattia di febbre gialla, per causa della quale morirono in quella città nove mila persone, laddove il suddetto Pietro, fatto un voto a N. S. della Pieve, ricuperò assai presto contro il sentimento de' medici la sua perfetta salute.

  A154000047 

 Un certo De Guidi Domenico da Ponzone d'anni 87 circa, più e più volte attestò egli stesso, che all'età di sei anni, essendo per una naturale debolezza inabile ancora a camminare, i suoi pii genitori lo raccomandarono di cuore alla Madonna della Pieve, e tosto con grande ammirazione di quanti lo conoscevano, {80 [504]} acquisto il necessario vigore per muoversi liberamente.

  A154000048 

 Ma più non la finirei, se tutte volessi qui trascrivere le grazie innumerevoli ricevute anche in questi ultimi tempi da ogni sorta di persone, le quali attestano, che in occorrenza di malattie, di pericoli, di grandi sofferenze e di altre siffatte tribolazioni essendosi rivolte con preghiere e voti a N. S. della Pieve, ebbero sollievo, guarigione e salvezza, Mi restringerò a far cenno d'una sola grazia avvenuta in questi ultimi anni sotto gli occhi di tutto il popolo di Ponzone.

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 {84 [508]} In questo mentre il sig. D. Viazzi Carlo cugino del prefato D. Cervetti incontrata in Ponzone la serva del Cappellano di N. S. della Pieve, la spedisce con tutta fretta al Santuario, perchè fosse data subito la benedizione colla reliquia della Madonna.

  A154000050 

 Giova notare, che in quel momento stesso che furon ridotti in salvo i poveri sepolti, ai piè di N. S. della Pieve stavasi recitando il Rosario implorando dal suo bel Cuore e dal suo braccio poderosissimo lo scampo di tanti miseri, che senza Lei periti sarebbero certamente.

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 Infino a qui non si è fatta menzione, che delle grazie compartite da N. S. della Pieve nell'ordine temporale.

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 Avremmo sotto gli occhi un'infinità di peccatori i più miserabili e pertinaci, che entrati nel Santuario della Pieve senza intenzione alcuna di ravvedersi, in grazia d'una santa inspirazione, o di qualche massima eterna udita in una predica, o della calda parola d'un confessore, caddero a piè di Maria mediatrice di questi preziosi impulsi, e dopo pianti sinceramente i loro falli, se ne partirono riconciliati con Dio, e benedetti da Maria.

  A154000053 

 Ma sopratutto avremmo ad ammirare tanti cristiani, che devotissimi in vita di N. S della Pieve, assistiti, difesi, e protetti da questa amorosissima Madre nelle ultime loro agonie, ebbero l'invidiabil sorte di fare la morte preziosissima del giusto, e di volarsene quindi a godere le ineffabili delizie del paradiso.

  A154000053 

 Ora venendo al nostro proposito, vorremo noi credere, che nostra Signora mostratasi nella sua {90 [514]} Pieve si pietosa e potente nel soccorrere alle miserie temporali del popolo suo divoto, abbiane curate meno le spirituali? Vorremo noi credere, che Ella abbia mostrato più amore e sollecitudine per la prosperità dei corpi terreni e caduchi, che per la salvezza delle anime sì preziose ed immortali? Ah! quella gran Vergine, che ebbe l'incomparabil sorte di concepire nel suo purissimo seno il Figliuol di Dio fatto Uomo per la redenzione del mondo: quella gran Donna, che appiè della Croce non dubitò di offrire alla morte più barbara ed ignominiosa il suo stesso Divin Figlio, sostenendo per noi miseri peccatori un dolore più acerbo che quello di tutti i martiri; quella Madre cotanto amorosa, che nutre Ella sola per gli uomini maggior tenerezza d'affetto, che non tutti gli Angeli e i Santi insieme, chi può dubitare che non fosse co' visitatori del suo Santuario liberalissima di grazie spirituali, massime delle più importanti per la loro eterna salvezza? Le stesse grazie temporali, di cui ella fu prodiga, vennero {91 [515]} certo dal suo Cuore materno ordinate a risvegliare nei fedeli più viva sollecitudine di fuggire il vizio, praticare la virtù, e così tenersi più fedeli, e costanti nel divin servizio.

  A154000053 

 Quindi è che se i favori spirituali ottenuti dai divoti di N. S. della Pieve colpissero gli occhi nostri, come sogliono colpire i temporali, noi ci vedremmo schierate dinanzi innumerevoli grazie sparse in ogni tempo da questa sì larga dispensiera dei divini tesori a pro' di quanti a Lei ricorsero supplicandola di questo bene.

  A154000054 

 Se tra i fini, a cui mira la pubblicazione di questi cenni, quello primeggia di far conoscere il Santuario di N. S. della Pieve a chi non l'ha veduto ancora, mettergli sott'occhi quanto il medesimo sia antico, venerando, frequentato, quanti segnalati favori debbano aspettarsi da Maria coloro, che là si portino a visitarla, e la invocinno nelle loro necessità, scopo del pari eminente fu {94 [518]} rendere a tutti più manifesta e cospicua la somma bontà e potenza di quest'Imperatrice Augusta del cielo e della terra, affine di risvegliare nei cuori una tenera e stabile divozione verso di Lei, ed allettare insieme ed attrarre ad un culto si bello e fluttuoso anche le anime più fredde, anche le più corrotte, che abbondano in questi miseri tempi.





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