| don bosco-la storia d-italia.html | 
| A139000112 | 
        Porsenna pertanto con un esercito numeroso e munito di ogni sorta di macchino da guerra venne ad assediare la città di Roma, persuaso di poter costringere i cittadini ad assoggettarsi alle sue armi.  | 
  
| A139000112 | 
        Porsenna, re di Chiusi, città dell'Etruria, fu il primo a porgergli aiuto, non perchè amasse l'iniquo Tarquinio, ma per avere occasione di dichiarar guerra ai Romani, i quali divenendo ogni giorno più potenti e formidabili, destavano la sua gelosia.  | 
  
| A139000113 | 
        Porsenna se ne accorse e spedì tosto un gran numero di soldati per impadronirsene.  | 
  
| A139000115 | 
        Stupì Porsenna a tanto coraggio, e risolvette di soggiogare i Romani colla fame, vale a dire facendo sì che niuna sorta di commestibili potesse entrare in Roma.  | 
  
| A139000116 | 
        Arrestato e condotto alla presenza di Porsenna, ed interrogato che cosa lo avesse indotto a un tanto misfatto; rispose: «Il desiderio di salvare la mia patria, e sappi che trecento giovani romani hanno giurato al par di me di uccidere il tiranno.» E in ciò dire corse a porre la sua destra sopra un ardente fuoco, lasciando che si abbruciasse per castigare quella mano, la quale erasi ingannata nell'uccidere il segretario in luogo del re.  | 
  
| A139000116 | 
        Porsenna stupefatto a tanto coraggio, rimandò Muzio libero a Roma, il quale in memoria di quella coraggiosa azione ricevette il soprannome di Scevola, cioè monco.  | 
  
| A139000117 | 
        Porsenna ammirando l'eroico {39 [39]} valore di tanti prodi, amò meglio esser loro alleato che nemico.  | 
  
| A139000118 | 
        Porsenna, ritornato nella città di Chiusi, si occupò a far rifiorire ne' suoi stati le scienze e le arti finchè visse.  | 
  
| A139000118 | 
        Tarquinio vedendosi da Porsenna abbandonato, andò a cercare ai Romani nuovi nemici, i quali non ebbero miglior riuscita dei primi.  | 
| don bosco-la storia d-italia [18a edizione].html | 
| A140000124 | 
        Porsenna pertanto con un esercito numeroso e munito di ogni sorta di macchine da guerra andò ad assediare la città di Roma, persuaso di poterne costringere i cittadini ad assoggettarsi alle sue armi.  | 
  
| A140000124 | 
        Porsenna re di Chiusi, città dell'Etruria, fu il primo a porgergli aiuto, non perchè amasse l'iniquo Tarquinio, ma per avere occasione di muovere guerra ai Romani, i quali divenendo ogni giorno più potenti destavano gelosia e timore.  | 
  
| A140000125 | 
        Porsenna se ne accorse, e spedì tosto un gran numero di soldati per impadronirsene.  | 
  
| A140000126 | 
        Stupì Porsenna a tanto coraggio; e risolvette di soggiogare i Romani colla fame, vale a dire facendo sì che niuna sorta di commestibile potesse entrare in Roma.  | 
  
| A140000127 | 
        Arrestato e condotto alla presenza di Porsenna, ed interrogato che cosa lo avesse indotto a tanto misfatto, rispose: «Il desiderio di salvare la mia patria; e sappi che trecento giovani romani giurarono al pari di me di dare la morte al tiranno.» Ciò detto corse a porre la sua destra sopra un ardente fuoco, lasciando che si abbruciasse per castigare quella mano, la quale erasi ingannata nell'uccidere il segretario in luogo del re.  | 
  
| A140000127 | 
        Porsenna stupefatto a tale eroismo rimandò Muzio libero a Roma, il quale in memoria di quella coraggiosa azione ricevette il soprannome di Scevola, cioè monco.  | 
  
| A140000129 | 
        Porsenna, ammirando il valore di tanti prodi, amò meglio essere loro alleato che nemico.  | 
  
| A140000130 | 
        Porsenna ritornato nella città di Chiusi occupò il resto de' suoi giorni a far fiorire le scienze e le arti ne' suoi stati.  | 
  
| A140000130 | 
        Tarquinio vedendosi da Porsenna abbandonato andò a cercare contro i Romani nuovi nemici, i quali non ebbero miglior riuscita dei primi.  |