Sul finire del medesimo anno, fatti i voti perpetui della nostra Congregazione, si univa alla seconda spedizione dei nostri missionarii diretti alla Republica Argentina, per servirli in qualità d'inserviente coadiutore.

 « Quei cari defunti, diceva, sono i membri vivi di Gesù Cristo; sono animati dalla sua grazia ed assicurati di partecipare un giorno alla sua gloria; a questi titoli siamo obbligati ad amarli, a servirli, ad assisterli a tutta possa.» Vincenzo dimenticava ancor meno i benefattori della sua congregazione; vi si dice in loro suffragio in comune il salmo De profundis tre volte al giorno, cioè ai due esami particolari che {105 [319]} precedono la refezione, ed all'esame generale della sera; ed è cosa assai bella il vedere una numerosa comunità non portarsi mai a prendere il suo nutrimento, se non dopo aver pregato per coloro che li hanno beneficati.

 Il suo zelo per gl'interessi loro si manifestò più sensibilmente quando fu chiamato a formar parte del consiglio di coscienza; non aveva bisogno di sollecitazioni o di preghiere per indursi a servirli, ed aveva maggiore attività per gli affari di {198 [412]} loro, di quello ne avesse per li suoi; logorava, per così dire, il suo credito a forza d' impiegarlo per loro, nè si.

 Questo ministero gli procacciava modo di largheggiare a' poveri, i quali con gioia riceveva alla sua mensa, riputandosi avventuroso di servirli colle proprie mani, ravvisando Gesù Cristo sotto i cenci di questi infelici.

 Persuase a suo marito di fondare uno spedale vicino alla propria abitazione; ivi conduceva ella stessa gli infermi, loro provvedeva di quanto abbisognavano; ogni giorno andava regolarmente a servirli.

 Tutti i giorni andava a servirli, ed ogni dì ne faceva sedere dodici a una mensa, alla quale essa medesima prestava i servigi.

 Amministrava talvolta egli stesso i sacramenti agli appestati, e avrebbe voluto rimanere del continuo a servirli, se i suoi ecclesiastici per timore che la peste privasse la diocesi del suo pastore e padre, non ne l'avessero impedito.