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Lamentato che nel discorso mancasse un cenno di Don Antonio Cinzano compaesano loro e uno dei primi maestri di Don Bosco, proseguiva: "Il teologo Cinzano, parroco e vicario foraneo a Castelnuovo, coltivò sempre con amore gli studi letterari ed era singolarmente versato nelle lettere latine, di cui possedeva l'intiera collezione dei classici e, quel che è più, la leggeva, anzi la studiava quando era già maturo d'anni: ed io mi ricordo che si gloriava di aver avuto a suo discepolo Don Bosco e qualche altro suo parrocchiano a cui prodigava le sue cure nelle vacanze autunnali, anche quando era chierico.
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Poi continuò: "Tale dono corrisponde interamente al nostro pensiero, che è il pensiero di un Grande, del Beato Don Bosco, il quale si gloriava, parlando un giorno con Colui che doveva poi essere il Successore di S. Pietro, di essere sempre all'avanguardia del progresso.
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