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Descrive con semplicità ciò che egli crede provare l'intervento divino nella sua missione e nelle sue opere; si estende a narrare le sue geste concisamente, prima in mezzo ai fanciulli di Castelnuovo e di Chieri, poi in Torino e nell'Oratorio; nulla dice che possa palesare i suoi atti di virtù, e come Mosè e S. Paolo dà giudizii severissimi di varie sue azioni, in modo da sorprendere il lettore che non lo avesse conosciuto [122] e al quale non fossero pervenute le testimonianze dei contemporanei..
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