Parola «Manete» [ Frequenza = 26 ]

don bosco-il pontificato di s. felice primo e di s. eutichiano papi e martiri.html
  A116000079 

 Il suo Pontificato è specialmente celebre per due gravi avvenimenti; cioè per la morte di Aureliano e per la eresia di Manete, che in questo tempo cominciò a turbare la Chiesa.

  A116000087 

 Ma la cosa che occupò assai lo zelo di s. Eutichiano fu l'eresia di Manete.

  A116000088 

 Allora il servo divenuto padrone andò ad abitare un magnifico palazzo e prese il nome di Manete, che in lingua Persiana vuol dire oratore, ma in lingua greca significa pazzo.

  A116000088 

 Inoltre Manete ignorava che i mali della vita non hanno Iddio per autore, ma sono soltanto da lui permessi {48 [386]} o per castigare i peccati degli uomini, o per esercitarli nella virtù.

  A116000088 

 Sotto il pontificato di Aureliano si manifestò l'eresia di Manete, che cagionò molti mali alla chiesa.

  A116000089 

 Come conseguenza del suo dualismo Manete insegnava eziandio essere nell'uomo due anime; una che opera necessariamente il male, l'altra per necessità doveva fare il bene.

  A116000090 

 Col capo pieno di queste stravaganze Manete si pose a predicare che egli era un gran profeta, anzi che era lo stesso Spirito Santo.

  A116000092 

 Manete si pensò di poterli appagare con un fatto strepitoso.

  A116000093 

 Manete per altro ebbe mezzo di fuggire e andò in lontani paesi; continuò a predicare li medesimi errori nella provincia di Coscar.

  A116000094 

 Quando il Re seppe la fuga di Manete ne rimase altamente sdegnato e nel trasporto della collera condannò a morte le guardie della carcere perchè lo avevano lasciato fuggire, quindi mandò parecchi soldati in cerca di lui.

  A116000095 

 S. Cirillo racconta la morte di Manete colle seguenti parole: E condotto alla presenza del Re, che gli rimprovera la sua fuga, la sua menzogna e deride la sua condizione di schiavo.

  A116000096 

 In pena di tanta nefandità quel Re applicando la legge persiana condannò Manete ad essere scorticato vivo.

  A116000098 

 Sciogliendo essa il freno ad ogni vizio ebbe molti seguaci, e otto secoli dopo la morte di Manete esistevano ancora de' Manichei, i quali di quando in quando turbarono la Chiesa, siccome vedremo ne' nostri racconti sulle vite dei Romani Pontefici.

  A116000098 

 Un'eresia così empia e ridicola, come quella di Manete, avrebbe dovuto estinguersi colla morte del suo autore, pure non fu così.

  A116000099 

 S. Eutichiano, come fu informato dell'eresia di Manete, die tosto mano a confutarla.


don bosco-storia ecclesiastica.html
  A189000171 

 D. Quale fu l'eresia di Manete?.

  A189000172 

 Manete che ne fu l'autore era nato schiavo nella Persia; una vedova mossa a compassione di lui, non avendo prole, lo adottò, e fecelo allevare come suo proprio figliuolo, istituendolo erede di tutto il suo avere.

  A189000428 

 Avvertito dal suo superiore di pensare che era a mensa del re, ne dimandò al Principe umile perdono; ma il re pieno di maraviglia, chiamò subito un segretario, a cui diè comando di scrivere la risposta a Manete.

  A189000428 

 Sedendo una volta a pranzo con s. Luigi re di Francia, diede un forte pugno sulla tavola, dicendo « questo si, è argomento che abbatte l'eresia di Manete ».

  A189000538 

 La lor dottrina è quella stessa dell'eresiarca Manete, di cui adottarono le cerimonie ed i segreti.

  A189000605 

 In secondo luogo, che la sola religione cattolica è quella di G. C., perchè le altre pigliano il nome da'loro fondatori, da Manete, da Montano da Maometto, da Calvino, da Lutero: dunque essi non sono nella Chiesa di Cristo, ma nella Sinagoga dell'Anticristo.


don bosco-storia ecclesiastica [4a edizione].html
  A190000260 

 - L'eresia de'Manichei è così detta da Manete suo autore.

  A190000260 

 Eresia di Manete.

  A190000260 

 Fra le sostanze di quella eredità Manete trovò un libro, dal quale trasse le più infami stravaganze.

  A190000468 

 Una volta l'immagine di Gesù Cristo crocifisso gli parlò e disse: «Tommaso, scrivesti bene di me: qual mercede vuoi?» Rispose: «Non altra mercede che te stesso, o mio Dio.» Sedendo un giorno a mensa con s. Luigi re di Francia, e ripassando in mente un punto di teologia, trovatane ad un tratto la soluzione, battè sulla tavola dicendo: «Questo è argomento, che abbatte l'eresia di Manete.» Avvertito dal suo superiore a badare che era in presenza del re, ne dimandò umile perdono; ma quel principe chiamò tosto un segretario, cui ordinò di scrivere i concetti del santo dottore.

  A190000609 

 La loro dottrina in parte sembra quella dell'eresiarca Manete, di cui adottarono le cerimonie ed i segreti.





Copyright © 2009 Salesiani Don Bosco - INE