Parola «Mario» [ Frequenza = 94 ]

don bosco-fatti ameni della vita di pio ix.html
  A059000445 

 «Nel giorno 27 Pio IX, uscendo dal Vaticano, si era avviato in carrozza sui poggi di monte Mario, e poichè fu smontato per fare due passi, seguito dai prelati della propria casa, da'suoi domestici e scortato da sei guardie nobili, passò davanti alle osterie, ove il basso popolo mischiato {222 [272]} co'borghesi di Roma, si porta a frotte in questi ultimi giorni dell'Ottobre per bere e ballare.


don bosco-il piu bel fiore del collegio apostolico ossia la elezione di leone xiii.html
  A113000104 

 Ricci-Paracciani; Maresciallo, D. Mario Chigi Principe di Campagnano, che scelse per suoi Capitani i signori Manni, Tosi, Alessandri e {58 [58]} Leonardi.

  A113000280 

 Flavio de' principi Chigi, zio del principe Mario Chigi, che fu custode del Conclave e maresciallo di Santa Romana Chiesa, nacque in Roma il 31 maggio 1810 da Agostino Chigi e da Amalia dei principi Barberini; e dopo aver fatto parte del Corpo delle guardie nobili di Sua Santità, nel 1850 entrò nel Seminario di Tivoli in età di quarant'anni.


don bosco-il pontificato di s. marcellino e di s. marcello papi e martiri.html
  A117000056 

 Parte di questo dorso sono il Vaticano, il Gianicolo, il Monte Mario ed il Monte Verde.


don bosco-la storia d-italia.html
  A139000274 

 Un generale, di nome Mario, si segnalò in queste guerre contro ai barbari, e ridonò non poco splendore al nome Romano, facendo però gran bene e gran male alla sua patria.

  A139000275 

 Si disponevano a continuare le loro stragi, allorchè Mario quasi altrettanto feroce, ma più perito dei barbari, si avanzò contro di loro fino alle acque Sestie oggidì Aix di Provenza, ove seppe avviluppare sì bene i barbari in una imboscata, che quasi tutti i Teutoni rimasero ivi sepolti.

  A139000276 

 Mario vi accorse alla testa delle vittoriose sue genti, e si accampò nelle pianure che si estendono tra Vercelli ed il Ticino.

  A139000276 

 Questa vittoria procurò la salvezza dell'Italia, e Mario fu eletto console per la quinta volta.

  A139000277 

 Mario si avanzò e disse loro: «Chi sono questi vostri fratelli di cui parlate? Sono i Teutoni, risposero.» A tale risposta tutta l'assemblea si mise a ridere; «non vi date pensiero de' vostri fratelli, disse Mario, essi posseggono la terra che noi abbiamo loro dato e l'occuperanno eternamente.» {82 [82]}.

  A139000278 

 «Sono arrivati, soggiunse Mario, eccoli per appunto.

  A139000279 

 Ma quando Mario volle impadronirsi dei loro alloggiamenti li trovò occupati dalle donne barbare.

  A139000280 

 Mario ricevette dai Romani i più grandi onori, e fu considerato come il fondatore di Roma e il salvatore dell'Italia.

  A139000282 

 La distruzione di Cartagine, l'assoggettamento della Spagna, le conquiste fatte nell'Asia, il dominio esteso sopra tutta l'Italia, la sconfitta data da Mario ai Cimbri e ai Teutoni lasciarono i Romani senza competitori.

  A139000290 

 Divenuto console cominciò col mettere a prezzo la testa di quel prode capitano, che egli odiava mortalmente sotto pretesto che egli avesse favorito gl'Italiani contro al Senato; accusa priva di fondamento, perchè Mario aveva condotto gli eserciti Romani contro gli alleati durante la guerra.

  A139000290 

 Era costui Giunio Cornelio Silla d'indole ostinata ed audace, e nemico implacabile di Mario.

  A139000291 

 Tuttavia l'accusa di Silla fu creduta giusta da molti, e Mario di età già avanzata, di sanità cagionevole, fu costretto a fuggire e nascondersi in una palude, donde fu tratto e condotto in prigione.

  A139000292 

 Così Mario potè uscire liberamente e rifuggirsi nell'Africa.

  A139000292 

 Il prigioniero guardatolo con fierezza gli disse: hai coraggio di uccidere Mario? Il barbaro costernato si diede alla fuga, gettando la spada e lasciando il carcere aperto.

  A139000293 

 Questore, rispose: va a dire ai tuoi padroni che hai veduto Mario assiso sulle rovine di Cartagine.

  A139000294 

 Mario credendosi sicuro tornò senza indugio a Roma alla testa di una truppa di schiavi e pastori, ed unendosi al console Cinna, malvagio al par di lui, commisero la più infame azione, facendo morire senza pietà tutti gli amici di Silla.

  A139000294 

 Mario morì di una malattia che egli stesso si cagionò colla crapula, vale a dire con eccessi nel mangiare e nel bere; Cinna fu trucidato per mano dei suoi soldati.

  A139000294 

 Trasportato dall'odio e dal furore entra in Roma, comanda che siano messi a morte tutti i partigiani di Mario, e per compiere più presto la desiderata strage, fa un elenco di questi, detto tavola di proscrizione; e coloro che erano ivi registrati, furono detti proscritti, ovvero condannati, perchè ognuno aveva ordine di ucciderli ovunque gl'incontrasse.

  A139000296 

 Così finirono Mario e Silla, ambidue salvatori, flagelli e carnefici della patria.

  A139000632 

 Da Mario in poi ciascuna legione ebbe per insegna un'aquila d'oro.

  A139001820 

 Arpino, città dell'Italia centrale nel regno di Napoli, patria di Mario e di Cicerone.


don bosco-la storia d-italia [18a edizione].html
  A140000275 

 A Q. Metello nel comando succedette Mario, che dopo fieri combattimenti terminò la guerra mediante il tradimento di Bocco re di Mauritania, il quale consegnò ai Romani Giugurta suo suocero.

  A140000275 

 Mario in quella guerra diede molte prove di perizia militare e di coraggio; ma le sue prodezze si manifestarono specialmente nella guerra contro ai Cimbri e contro ai Teutoni (Tedeschi) popoli barbari venuti dal settentrione dell'Europa.

  A140000275 

 Mentre andavasi perdendo l'antico valore, si dovettero sostener molte guerre, in cui si segnalò un uomo famoso di nome Caio Mario.

  A140000276 

 Si disponevano a continuare le loro stragi, allorchè Mario altrettanto feroce, ma più perito dei barbari, si avanzò contro di loro fino alle Acque Sestie, oggidì Aix di Provenza.

  A140000277 

 Mario vi accorse colle sue genti e si accampò nelle pianure dette Campi Raudii, che si estendono tra Vercelli ed il Ticino.

  A140000277 

 Questa vittoria procurò la salvezza dell'Italia, e Mario fu eletto console per la quinta volta.

  A140000278 

 Mario andò loro incontro e disse: «Chi sono questi vostri fratelli, di cui parlate? Sono i Teutoni, risposero.» Alla quale risposta tutta l'assemblea si mise a ridere.

  A140000278 

 «Non vi date pensiero di loro, disse Mario, essi posseggono la terra, che noi abbiamo loro dato e la occuperanno eternamente.».

  A140000279 

 «Sono arrivati, soggiunse Mario: eccoli per l'appunto, e prima di partire voglio che li abbracciate e li salutiate.» Nello stesso tempo fece condurre al loro cospetto i re Teutoni carichi di catene.

  A140000280 

 Ma quando Mario volle impadronirsi dei loro alloggiamenti, li trovò occupati dalle donne {76 [76]} barbare.

  A140000281 

 Mario fu colmato dai Romani di grandi onori, e considerato come un nuovo fondatore di Roma e il salvatore dell'Italia.

  A140000282 

 La distruzione di Cartagine, la sottomissione della Spagna, le conquiste fatte nell'Asia, il dominio esteso sopra tutta l'Italia, la sconfitta data da Mario ai Teutoni ed ai Cimbri lasciarono i Romani senza competitori.

  A140000287 

 Così Mario potè uscire liberamente e rifugiarsi nell'Africa.

  A140000287 

 Divenuto console cominciò col mettere a prezzo la testa di quel prode capitano, sotto pretesto ch'egli avesse favorito gli Italiani contro al Senato: accusa priva di fondamento, perchè Mario aveva condotto gli eserciti romani contra gli alleati durante la guerra.

  A140000287 

 Era costui Giunio Cornelio Silla, d'indole ostinata ed audace, e nemico implacabile di Mario.

  A140000287 

 Il prigioniero sguardatolo con fierezza gli disse: Hai tu coraggio di uccidere Mario? il barbaro impaurito si diede alla fuga, gittando la spada e lasciando il carcere aperto.

  A140000287 

 Tuttavia l'accusa di Silla fu creduta giusta da molti, e Mario di età già avanzata, di sanità cagionevole, fu costretto di fuggire e nascondersi in una palude, donde venne tratto e condotto in prigione.

  A140000288 

 «Questore, rispose, va a dire ai tuoi padroni, che hai veduto Mario assiso sulle rovine di Cartagine.» Colle quali parole egli paragonava la sua sventura col disastro di quella grande città.

  A140000289 

 Mario allora credendosi sicuro tornò senza indugio in Roma alla testa di una truppa di schiavi e di pastori; ed unitosi al console Cinna, malvagio al pari di lui, commisero la più infame {79 [79]} delle azioni, facendo morire senza pietà tutti gli amici di Silla.

  A140000289 

 Mario morì di una malattia, che egli stesso erasi cagionato colla crapula, vale a dire con eccessi nel mangiare e nel bere; Cinna poi fu trucidato per mano de' suoi soldati.

  A140000289 

 Trasportato dall'odio e dal furore entrò in Roma, comandò che fossero messi a morte tutti i partigiani di Mario; e per compiere più presto la desiderata strage fè' un elenco di questi, detto tavola di proscrizione.

  A140000291 

 In tale modo finirono Mario e Silla, ambidue salvatori, flagelli e carnefici della patria.

  A140000587 

 Da Mario in poi ciascuna legione ebbe per insegna un'aquila d'oro.


don bosco-una famiglia di martiri.html
  A194000001 

 Con questo pensiero ho deliberato di scrivere la vita di una santa famiglia di martiri, il cui nome è Mario, Marta, Audiface ed Abaco.

  A194000012 

 Il padre chiamavasi Mario ed era figlio dell'Imperatore Maromeno.

  A194000013 

 Mario e Marta erano intimamente persuasi che la prima ricchezza della figliuolanza è il santo timor di Dio, e che senza di questo sono un nulla tutte le grandezze della terra.

  A194000015 

 Mario e Marta coi loro figliuoli Audiface ed Abaco risolvettero di fare uno di questi pellegrinaggi dalla Persia a Roma.

  A194000017 

 Soddisfatta la loro divozione Mario e la sua famiglia si fecero a cercare coloro che pativano nelle carceri o seppelliendo i corpi di quelli che erano morti per la fede.

  A194000018 

 Allora che Mario, Marta e i loro figli seppero l'orrendo strazio fatto di quei servi di Dio ne furono grandemente rattristati.

  A194000020 

 Ma i nemici di Dio trovansi ovunque pronti ad impedire le opere buone; essi riferirono tosto all'Imperadore che Mario e Marta ogni giorno facevano opere di carità a favore dei poveri cristiani.

  A194000021 

 Un giorno Mario e Marta coi loro figliuoli andarono di nuovo al di là del Tevere per fare una visita a s. Cirino che giudicavano essere tuttavia rinchiuso in carcere.

  A194000022 

 Dopo quelle cose Mario colla famiglia, continuando le loro passeggiate di divozione al di là del Tevere, giunsero ad un luogo dove udirono una moltitudine di Cristiani che cantavano lodi al Signore.

  A194000022 

 Mario, Marta, Audiface ed Abaco vedendo il venerando prelato gli si gettarono ai piedi.

  A194000023 

 Quel luogo essendo alquanto appartato dal centro della città sembrava sconosciuto ai persecutori, perciò Mario colla famiglia vi dimorò nascosto due mesi.

  A194000024 

 L'Imperatore Claudio non potendo trovare Mario colla sua famiglia faceva cercare altri cristiani e riuscì ad avere tra le mani un santo sacerdote di nome Valentino.

  A194000041 

 Mario e la sua famiglia eransi tenuti nascosti per qualche tempo.

  A194000042 

 Egli portò un severa sguardo sopra Mario, Marta, Audiface ed Abaco, e dal loro atteggiamento giudicandoli personaggi illustri li separò dagli altri, e comandò che Asterio colla sua famiglia fosse condotto in Ostia, città distante 15 miglia da Roma, per assoggettarlo colà a rigoroso esame.

  A194000054 

 Mario, Marta, Audiface ed Abaco seppero la morte dei loro compagni, e mentre procuravano di recar loro soccorsi spirituali, si preparavano colla preghiera e con opere di carità al martirio.

  A194000058 

 Claudio: «Dove prendeste il danaro necessario per sostenere tante gravi spese quante si ricercano in così lungo viaggio? E quali sono i vostri natali?» Audiface non era forse in grado di dare esatta risposta all'Imperatore, perciò Mario prese egli la parola e disse: «Dio Onnipotente lo sa, che noi apparteniamo a nobile famiglia.

  A194000058 

 E affinchè tu conosca i nostri natali, ti diremo, che io, Mario, sono figlio dell'Imperatore Maromeno, e costei, mia moglie, è figlia del Vicerè Cusinite».

  A194000060 

 Mario rispose: «Non occorre qui che io ti risponda per quale ragiene noi non adoriamo gli Dei: ti dirò solamente che noi siamo servi di Gesù Cristo e siamo venuti a Roma per far preghiera ai piedi degli Apostoli servi di lui, affinchè essi intercedano per noi presso al Signore Iddio».

  A194000061 

 Sì volse adunque a Mario e lo interrogò dicendo: «Avete con voi i vostri tesori?».

  A194000062 

 Mario rispose:«I nostri tesori furono già dati a Nostro Signor Gesù Cristo che ce li aveva per poco tempo affidati a solo fine di promuovere il suo onore e la sua gloria.» Claudio da quel discorso conobbe che era deluso nella sua aspettazione, e perciò con aria di sprezzo li consegnò a Musciano suo Vicario dicendo: «Prendi costoro, menali via di qua; se non faranno sacrifizio agli Dei ed abbandoneranno la loro superstizione farai loro soffrire ogni genere di tormenti».

  A194000063 

 Di poi fatto condurre a sè Mario colla sua famiglia, con tetra voce prese a parlar così: «Sapete già che cosa vi abbiano ordinato i nostri principi, i padroni dell'Impero?».

  A194000065 

 Mario e Marta risposero: «Noi desideriamo di sapere da te che cosa ti sia stato comandato a nostro riguardo».

  A194000068 

 Musciano finse di non aver udito e riputando quella risposta fuori di proposito si {31 [87]} volse a Mario, a Marta e ad Abaco per interrogarli se fossero del medesimo parere dicendo: «Che dite voi di quanto vi ho proposto?» Tutti risposero: «Ciò che disse Audiface è pure nostro pensiero ed è lo stesso come se tutti avessimo con una sola bocca parlato».

  A194000071 

 Mario dal canto suo ringraziava Iddio e {32 [88]} lo glorificava con queste parole: «Sia gloria a te, o Signor mio Gesù Cristo.» Musciano confuso per la indifferenza con cui tolleravano que' ripetuti tormenti venne ad altra prova facendoli togliere da quei flagelli e collocarli sopra l'eculeo.

  A194000074 

 Ordinò che fossero tutti slegati e deposti dall'eculeo; di poi ad esempio del crudele Antioco nella strage dei sette Maccabei, fece schierare Mario, Audiface ed Abaco dinanzi a Marta con ordine che alla medesima di lei presenza loro fossero tagliate le mani.

  A194000079 

 Mario confondeva il banditore ed incoraggiava i suoi figli con queste parole: «No, non sono Dei, ma sono demoni, che condurranno alla perdizione voi ed i medesimi vostri principi».

  A194000084 

 Giunti al luogo stabilito pel supplizio Mario, Audiface ed Abaco furono, decapitati.

  A194000084 

 La medesima Felicita andò in cerca del corpo di Marta, lo trasse dal pozzo in cui era stato gettato e lo portò nel medesimo luogo ove erano i corpi di Mario, Audiface ed Abaco.

  A194000086 

 Le parole sono queste: «Colà dove furono sepolti i corpi di Mario, Marta, {40 [96]} Andiface ed Abaco cominciò a farsi grande concorso di fedeli, ed il nostro Signore Iddio ha concesso, e tuttora concede grandi benefizi, mentre regna il nostro Signore Gesù Cristo, che vive e regna col Padre e collo Spirito Santo ne' secoli dei secoli.

  A194000088 

 Questo pure avvenne delle Reliquie dei Ss. Martiri Mario, Marta, Audiface ed Abaco.

  A194000089 

 Di molti ce ne ricorda i nomi, fra' quali si leggono i nostri Ss. martiri Mario, Marta, Audiface ed Abaco.

  A194000090 

 Vengono quindi espressi i nomi di vari santi Pontefici, sacerdoti e di altri martiri tra cui sono Mario, Audiface, Abaco ed ottocento compagni i cui nomi sa solo Iddio... ed altri, i nomi de' quali sono scritti nel libro della vita.

  A194000091 

 Il Baronio, il quale ciò appunto scriveva nel 1590, aggiunge essere persuaso che in s. Adriano vi fossero solamente le reliquie dei Ss. Mario e Marta, e che quelle dei figliuoli Audiface ed Abaco si conservassero in s. Giovanni Calibita nell'isola Tiberina.

  A194000091 

 Per altro nel 1600, mentre si ristorava la chiesa di s. Giovanni Calibita, si trovò un'urna marmorea, sopra cui erano scolpiti i nomi dei Ss. Mario, Marta, Auuiface ed Abaco.

  A194000091 

 Quest'anno è il primo del Pontificato di Gregorio IX che ci lasciò questo documento in testimonianza perenne che in detto anno si fossero trovate in questa chiesa le reliquie dei Ss. Mario e Marta e di altri, delle quali ivi si lasciò la maggior parte, e il rimanente fu dallo stesso Gregorio collocato sotto al maggiore altare

  A194000092 

 La scelta dei soggetti è fatta tra quelli che ebbero maggior rinomanza; nel numero di questi trova una speciale commemorazione il martirio dei nostri Ss. Martiri Mario, Marta, Audiface ed Abaco con a piedi del quadro questa iscrizione:.

  A194000093 

 Cioè: Sotto Claudio II Imperatore Mario e Marta coniugi co' loro due figliuoli Audiface ed Abaco dopo aver sostenuto varii generi di tormenti, riportano glorioso martirio.

  A194000098 

 Finalmente (come appare dai Bollandisti nell'appendice del 19 gennaio) se ne conservano nell'antico Monastero di Prüm, città della Prussia Renana, Diocesi di Treviri ove esisteva un altare dedicato ai santi Mario, Marta, Audiface ed Abaco, ed in cui ciascuno vi aveva la propria statua.

  A194000101 

 Scrisse egli tra le molte cose la storia della traslazione delle reliquie dei Ss. Marcellino e Pietro, e di altri Ss. martiri, fra le quali vi era anche parte di quelle dei Ss. martiri Mario, Marta, Audiface ed Abaco.

  A194000102 

 Riguardo ai Ss. martiri Mario, Marta, Audiface ed Abaco è da ricordare, come al momento in cui Ratleico stava per partire da Roma con seco i corpi de' Ss. Marcellino e Pietro, il Diacono Deusdona gli consegnò un involto, contenente altre reliquie di santi martiri, destinate pure ad Eginardo.

  A194000106 

 Cresceva ogni giorno il concorso; e siccome era più sovente discorso dei Ss. Marcellino e Pietro, dei quali si conoscevano le reliquie, che non degli altri, volle Iddio con uno speciale miracolo addimostrare, che egli si compiaceva pur anche della venerazione alle reliquie dei Ss. martiri Mario, Marta, Audiface ed Abaco, che, come sopra si narrò, erano state portate da Roma insieme coi corpi di S. Marcellino e Pietro.

  A194000108 

 «Queste reliquie, che io ancora non conosceva, erano quelle del B. Mario martire, di sua moglie e figli, cioè di Marta, Audiface ed Abaco, che erano bensì stati portati coi corpi dei Ss. Marcellino e Pietro, ma non erano nemmeno conosciute da quella stessa persona che le aveva portate, perchè colui che me le mandò, aveva promesso di recarsi in persona presso di me e di svelarmi egli stesso i nomi dei santi a' quali appartenevano quelle reliquie, come fece dappoi.

  A194000116 

 Dice adunque la tradizione che un compagno di s. Giovanni non l'abbia seguito al monte Pirchiriano, ma che inspirato da Dio si ritirò più verso le pianura del Piemonte sino al monte Asinaro, ove trovò un sito adattato per fabbricare una Cappella dedicata ai santi martiri Mario, Marta, Audiface ed Abaco.

  A194000161 

 «Mario, Marta coniugi, Audiface ed Abaco loro figliuoli nobili persiani, sotto Claudio Imperatore furono in Roma coronati del martirio.

  A194000182 

 Ad accrescere lo spirito di religione tra i fedeli e a ravvivare ognora più in essi il desiderio della salute delle anime, coi celesti tesori della Chiesa, mossi da caritatevole affetto a tutti e singoli i Cristiani d'ambo i sessi, i quali veramente pentiti, confessati, e comunicati visiteranno devotamente la chiesa eretta in onore dei santi Mario, Marta, Audiface ed Abaco situata nei fini della parrochia del luogo detto di Caselelte della Diocesi di Torino, nel giorno decimo nono di gennaio, dai primi vespri fino al tramontare del sole di questo giorno in ogni anno, ed ivi pregheranno per la concordia dei Principi Cristiani, per l'estirpazione delle eresie e per l'esaltazione di s. Madre Chiesa, noi concediamo in nome di Dio misericordioso una indulgenza plenaria e remissione di tutti i loro peccati, {86 [142]} da applicarsi anche a quelle anime dei fedeli che in grazia di Dio hanno già fatto passaggio da questa all'altra vita.





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