Parola «Romani» [ Frequenza = 786 ]

don bosco-associazione dei divoti di maria ausiliatrice.html
  A009000035 

 Fu scelto quel giorno perchè appunto in esso l'anno 1814 egli era stato fatto libero e potè ritornare a Roma fra i più vivi applausi dei Romani.


don bosco-biografia del giovane mazzarello giuseppe.html
  A012000004 

 Alcune volte la comitiva si fermava, e preso il buon prete, che voleva pur dire non facessero, lo sollevava in alto, e a volere o non volere lo portavano in trionfo, come gli antichi Romani portavano sugli scudi i loro imperatori.


don bosco-breve ragguaglio.html
  A021000057 

 {24 [116]} Entrava poi a ragionare del dono toccando di volo, come gli antichi Romani usavano incoronare di quercia quei che con qualche azione eroica si erano segnalati nel porgere aiuto o scampo a' concittadini, e mostrava come Pio IX regalandoti di quella corona mirava ad incoronare la fortezza da loro spiegata, vedessero di tenerla in sommo pregio, di valersene onde pigliare animo in ogni sorta di combattimenti che loro toccasse di sostenere per la causa di Dio rimirando la crocetta che portava appesa ricordassero come solamente il patire con Cristo apre la via alla gloria da lui meritataci.


don bosco-conversazioni.html
  A035000216 

 Mi ricordo d'aver ciò letto degli antichi Romani, dei Greci e di altri popoli, ma questo non è confessione.


don bosco-conversione di una valdese.html
  A036000090 

 La successione dei Romani Pontefici nel governo della Chiesa è un fatto così provato dalla storia, che gli scrittori {21 [279]} cattolici, protestanti, e gli stessi valdesi non fanno alcuna difficoltà di ammetterlo.


don bosco-dialogi intorno all-istituzione dal giubileo.html
  A047000008 

 È certamente noto e manifesto a tutti, ma specialmente a voi, venerabili confratelli, con quanta cura e con quale pastorale vigilanza i Romani Pontefici, Nostri Predecessori, adempiendo l'incarico loro affidato dallo stesso Gesù Cristo Signor Nostro, nella persona del Beatissimo Pietro, principe degli Apostoli, non abbiano mai trascurato il dovere di pascere gli agnelli e le pecorelle, di nutrire assiduamente tutto il gregge del Signore, imbeverlo di sane dottrine, e rimuoverlo dai pascoli avvelenati.

  A047000034 

 Questa Indulgenza si dice anche straordinaria per le grandi facoltà che i romani Pontefici in queste occasioni incedono ai confessori.

  A047000081 

 Per la qual cosa i romani Pontefici concedettero la medesima Indulgenza, ma invece dell' obbligazione di recarsi a Roma, sogliono imporre alcune obbligazioni da adempiersi da quelli che vogliono fare il santo Giubileo.


don bosco-due conferenze intorno al purgatorio.html
  A049000169 

 dei Romani, è praticato eziandio presso agli Indiani, ai Chinesi, agli Americani.


don bosco-esposizione del sacerdote giovanni bosco agli eminentissimi cardinali della sacra congregazione.html
  A058000082 

 Discende poi come una legittima conseguenza della or ora citata Costituzione Benedettina ciò, che nel Decreto della S. Congregazione " Super statu Regularium Romani " Pontifices dei 25 Gennaio 1848 viene prescritto sotto il numero II, che cioè agli Ordinarii non è mai libero di negare le Lettere Testimoniali ai Postulanti l'ingresso in qualunque Ordine anche di voti semplici.


don bosco-fatti ameni della vita di pio ix.html
  A059000007 

 In questo tempo l'abate Mastai unito coll'abate Muri fece fiorire uno de'più poveri ospizi romani detto Tata Gioanni, dal nome di un capomastro che l'aveva fondato in favore dei muratori poveri e malati.

  A059000231 

 Cotesto quartiere del resto assai squallido e malsano è poco frequentato dai Romani, e volentieri si vorrebbe non avere alcuna comunicazione con loro che vi dimorano.

  A059000270 

 Non ripeterò la lunga descrizione consacratagli dal foglio ufficiale; aggiungerò {131 [181]} soltanto che giovedì tre ottobre soliti a passarsi dai cittadini romani e, secondo un lor costume tradizionale, in divertimenti d'ogni genere, Pio IX suole impiegarli nella visita agl'infermi, o a consolare colla sua presenza le divote claustrali impedite dalla clausura a potervi partecipare.

  A059000329 

 Un giorno il popolo va, giusta il costume, sotto i balconi del Quirinale chiedendo la benedizione: se non che un grido sinistro echeggia in mezzo a quel popolo fedele e fermò le parole di benedizione sulle labbra del Santo Padre «Non più preti agli affari!» Pio IX, tutto rattristato e lasciando cader la mano, che avea già alzata per benedire, disse: «Primachè la benedizione del cielo scenda sopra di voi, sugli stati Romani, su tutta l'Italia, {162 [212]} io vi raccomando 1'unione, la concordia, e desidero che le vostre domande non siano minimamente ostili alla Santa Sede.

  A059000338 

 Ed ecco che sopra la prigione di s. Pietro il suo ducencinquantottesimo successore ha parlato ai Romani avendo in prospetto le ruine del Foro e del Colosseo! Quale tribuna!.

  A059000406 

 Le due reliquie colle loro autentiche sono riposte fra le stesse pareti della coperta d'oro di uno spessore considerevole, mediante un cerchio di pietre preziose, e la stessa coperta è lavorata con quella finita grazia e raffinatezza particolare alla oreficeria sacra quale esce dalle mani degli artisti romani.

  A059000570 

 «Il Santo Padre ad onta delle sue ristrettezze, ha spedito in Ispagna una somma di due mila scudi romani per aiutare le vittime delle ultime inondazioni.

  A059000578 

 Ai danneggiati dell'incendio di Dimogos donò 5000 franchi, {268 [318]} a quelli di Cracovia 1000, a quelli di Magonza 500 scudi romani, a quelli di Camerata 300, a quelli di Borgo a Villa Fugana 1000, a quelli di Torino 2000 franchi, a quelli di Calazza nel Novarese 1000, per le vittime del terremoto di Mendoza in America 500 scudi romani.

  A059000703 

 Quella stampa veramente da trivio, che è conosciuta sotto i nomi di moderata e fremente, ha scagliati improperii ed invettive contro il pacifico del Vaticano, accusandolo d'avarizia e durezza di cuore, a proposito del flagello toccato non ha guari ai romani, vo'dire l'innondazione del Tevere.

  A059000704 

 Che in un'innondazione di non molta gravità diede 2066 scudi ai Romani, 500 ai Bolognesi, 1700 mandò a Vasso, 2000 a varii comuni delle Marche, 5000 lire a Ferrara, altrettante a Firenze; mandò sussidii a Savona, alla Valle di Po, ai Lombardo-Veneti; 6000 fiorini in Ungheria, 12000 lire in Francia, 10000 in Olanda.

  A059000711 

 Discorreremo un poco distintamente i fatti dell'alluvione del Tevere, raccogliendo le notizie dei più sensati diari romani.


don bosco-favori e grazie spirituali concessi dalla santa sede alla pia societa di s. francesco di sales.html
  A061000145 

 Seguitando la consuetudine dei Romani Pontefici Nostri Predecessori, Noi siamo soliti, secondo il bisogno e l'opportunità, arricchire di particolari favori e privilegi le Società dei fedeli, dirette all'esercizio di opere di cristiana pietà e carità.

  A061000165 

 Sanctitas porro Sua, referente subscripto Sacrorum Rituum Congregationis Secretario, de speciali gratia ita precibus benigne annuere dignata est, ut, retento Officio et Missa die xxil'Maii sub ritu Titularibus competenti, posteriori aliqua die, non tamen ultra mensem Iulii, in qua non occurrat aliquod ipsius Deiparae Festum, nec Duplex Primae aut Secundae Classis, Vigilia vel Octava privilegiata, in supradicta Ecclesia Missae omnes celebrari valeant propriae ut in Appendice Missalis Romani die XXIV Maii; haud tamen omissa Parochiali vel Conventuali Missa Officio diei respondente si et quatenus illius celebrandae onus adsit: servatis Rubricis, ac praesenti Decreto exhibito ante executionem suam in Cancellaria Curiae Ecclesiasticae Taurinensis.

  A061000177 

 Discende poi come una legittima conseguenza della or ora citata Costituzione Benedettina ciò che nel Decreto della S. Congregazione Super statu Regularium-Romani Pontifices dei 25 Gennaio 1848 viene prescritto, sotto il numero II, che cioè agli Ordinarli non è mai libero di negare le Lettere Testimoniali ai Postulanti l'ingresso in qualunque Ordine anche di Voti Semplici.


don bosco-fondamenti della cattolica religione.html
  A062000082 

 Egli è poi cosa chiara che l'autorità di Pietro doveva durare quanto la Chiesa cioè sino alla fine dei secoli, che certo il fondamento deve durare quanto l'edifizio che vi sta sopra, e che perciò dopo di lui essa doveva passare nei suoi successori, i quali sono i Romani Pontefici.

  A062000083 

 Qual è la prerogativa più importante dell'autorità dei Romani Pontefici?.

  A062000095 

 Fu in tutti i tempi e da tutti i cattolici costantemente creduto all'infallibilità del successore di s. Pietro, del Vicario di Gesù G. I Romani Pontefici esercitarono sempre questa autorità suprema nelle controversie religiose, e tutti i veri cattolici hanno rispettosamente accolte le loro dichiarazioni, quali verità da non più mettersi in discussione, come se fossero uscite dalla bocca dello stesso divin Salvatore, di cui sono Vicarii sopra la terra; ma non fu mai definita verità di fede fino al Concilio Vaticano.


don bosco-i concili generali e la chiesa cattolica.html
  A065000023 

 Perciò durante tutta quell'epoca, cioè dal principio della Chiesa sino a Costantino il grande, il primo tra gli imperatori romani che abbia abbracciata e professata la religione di Gesù Cristo, sebbene siansi celebrati circa quaranta concili particolari, molti dei quali anche numerosissimi, niun principe pensò mai d'immischiarsene.


don bosco-i papi da s. pietro a pio ix.html
  A066000009 

 Ed è a questo punto, che Tertulliano verso la fine del secondo secolo poteva scrivere agli Imperatori Romani: « Noi non siamo che di ieri e di già siamo sparsi per ogni dove.

  A066000009 

 Sono i Romani Pontefici che fin dai tempi più antichi le hanno procurato il beneficio del Cristianesimo.

  A066000020 

 La città non era più riconoscibile, era un deserto, i romani aspettavano immobili e sbalorditi il colpo di morte che li minacciava.

  A066000036 

 La loro autorità eravi nulla, malgrado gli sforzi dei Pontefici Romani per mantenerla loro per ispirito di fedeltà ai legittimi sovrani.

  A066000094 

 La sobrietà italiana è conosciuta: e questo è il primo pranzo di quasi tutti i romani.


don bosco-il cattolico istruito nella sua religione.html
  A067000063 

 P. Veramente così: i Romani adoravano que' Dei, che favorivano i loro vizi, fossero anche sozzi animali, talmente che non vi era delitto, per quanto abbominevole fosse, che non avesse qualche divinità protettrice.

  A067000164 

 A forza di raggiri, assistito dai Romani, giunse a togliere il regno ai Maccabei, e fu dichiarato Re della Giudea.

  A067000205 

 Lo chiusero con un grosso macigno suggellato, e vi posero soldati Romani.

  A067000229 

 Viveva ancora un gran numero di quelli che trovaronsi presenti alla morte del Salvatore, quando i Romani, venuti ad assediare Gerusalemme, la ridussero a tale strettezza.

  A067000237 

 Dopo ciò vennero i Romani i quali senza saperlo, fatti strumenta dell'ira divina, cooperarono ad avverare quanto era scritto nel Vangelo riguardo alla distruzione degli Ebrei.

  A067000290 

 Appena cominciarono gli Apostoli a predicare il Vangelo, subito gli Ebrei, i Greci, i Romani e tutte le {79 [273]} nazioni barbare mossero loro un'accanita persecuzione.

  A067000342 

 È UNA nella sua morale, perchè i cattolici romani hanno la medesima regola di condotta.

  A067000380 

 Questa successione di Romani Pontefici è provata nella storia?.

  A067000381 

 Questa successione di Romani Pontefici è evidentissima.

  A067000447 

 Tralascio molti detti e molti fatti dello stesso S. Paolo e degli altri Apostoli a questo riguardo; ommetto pure quanto disse e fece S. Pietro come Capo della Chiesa; perciocchè tali cose sono ammesse dagli stessi eretici; voglio solo notarvi che di questa autorità si servirono fin da' primi tempi i Romani Pontefici per istabilire e decidere quelle cose che giudicavano bene {19 [325]} per le anime dei cristiani, come apparisce da moltissimi fatti della Storia Ecclesiastica.

  A067000726 

 Dopo di aver fatto ogni sforzo per provare la loro anteriorità a Pietro Valdo, accorgendosi che le loro asserzioni vanno a poggiar sopra favole e menzogne, mentiuntur, fabulantur, studiarono un mezzo per appagare i lor seguaci, e dissero apertamente che la loro chiesa fa una medesima colla Chiesa Romana fino ai tempi di Pietro Valdo: e d'allora in poi non essi, ma i Cattolici Romani si separarono dalla vera {91 [397]} Chiesa continuando i Valdesi a professare la vera Chiesa di Gesù Cristo.

  A067000981 

 Noi all' opposto loro proviamo colla storia alla mano, che tutti i sacri Concilii ed i Romani Pontefici, prima di venire ad alcuna definizione e sentenza in materia di domma, esaminavano con sommo studio le divine Scritture, la tradizione apostolica e gl' insegnamenti dei dottori pili antichi; e di qui regolavano i loro giudizi, senza mai scostarsene di un filo.

  A067001408 

 Nei primi tempi fu tradotta dall'Ebraico e dal Siriaco nella lingua greca, affinchè la potessero leggere i popoli, che usavano tale linguaggio: dall'Ebraico e dalla greca fu tradotta in lingua latina per uso delle genti, che si servivano di questo linguaggio dei {322 [628]} Romani: se ne fecero poi versioni nelle lingue francese, tedesca, inglese, spagnuola, italiana, ecc.


don bosco-il cattolico nel secolo [3a edizione].html
  A068000081 

 I Romani per esempio adoravano quegli dei, i quali favorivano le loro passioni.

  A068000171 

 A forza di raggiri, spalleggiato dai Romani, giunse a togliere il regno ai Maccabei, e farsi dichiarare Re della Giudea.

  A068000211 

 Lo chiusero con un grosso macigno e suggellatolo vi posero attorno soldati Romani, perchè lo custodissero con somma vigilanza.

  A068000235 

 Vivevano ancora molti di coloro, che trovaronsi presenti alla morte del Salvatore, quando i Romani vennero ad assediare Gerusalemme, e la ridussero a tali estremi, che l'un l'altro strappavansi di mano le cose più sozze per non morir di fame, e le madri giunsero a mangiare delle carni de' loro istessi figliuoli.

  A068000242 

 Vennero in appresso i Romani, i quali fatti strumenti dell'ira divina cooperarono ad avverare quanto era stato scritto nel Vangelo riguardo alla distruzione degli Ebrei.

  A068000302 

 Non appena si diedero gli Apostoli a predicare il Vangelo, gli Ebrei, i Greci, i Romani e tutte le nazioni barbare mossero contro ai Cristiani un'accanita guerra.

  A068000455 

 I cattolici romani rigettarono mai sempre e rigettano tuttavia con orrore tutto che contraddica alla loro fede, essendo certissimi che i Pastori destinati da Dio a conservare il deposito delle verità rivelate si succedettero l'un l'altro e ce le trasmisero da Gesù Cristo e dagli Apostoli, come dalle mani di uno in quelle di un altro, fino ai nostri giorni.

  A068000456 

 È una nella sua morale, perchè i cattolici romani hanno dappertutto una identica regola di fede.

  A068000495 

 Così {153 [153]} che possiamo dire, come già san Paolo: La vostra fede, o Romani, è annunziata a tutto il mondo.

  A068000513 

 F. Questa successione dei Romani Pontefici è provata nella storia? {159 [159]}.

  A068000514 

 P. La successione dei Romani Pontefici è evidentissima nei monumenti della storia.

  A068000721 

 Dopo fatto ogni sforzo a fine di comprovare la loro anteriorità a Pietro Valdo, essendosi avveduti che le loro asserzioni andavano a finire sopra un mentiuntur ed un fabulantur, ossia sopra favole e menzogne, si diedero apertamente a sostenere che la loro chiesa fu una medesima colla Chiesa Romana fino ai tempi di Pietro Valdo {221 [221]} e che d'allora in poi non essi, ma i Cattolici Romani si separarono dalla vera Chiesa, mentre i Valdesi continuarono a professare la vera Religione di Gesù Cristo.

  A068000964 

 Noi per lo contrario proviamo colla storia alla mano che tutti i Concilî ed i Romani Pontefici, prima di venire ad alcuna definizione e sentenza in materia di domma, esaminarono con sommo studio le divine Scritture, la tradizione apostolica e gl'insegnamenti dei dottori più antichi; e di qui regolarono i loro giudizi, senza mai scostarsene di un filo.

  A068001408 

 Dall'Ebraico e dal Greco fu voltata in lingua latina in acconcio delle nazioni presso {434 [434]} cui era in uso questa lingua, che era la lingua parlata e scritta dai Romani.


don bosco-il centenario di s. pietro apostolo.html
  A070000095 

 Questa autorità passò ne' Romani Pontefici di lui successori.

  A070000195 

 Il loro numero divenne così grande, e la loro fede così viva, che s. Paolo poco dopo ebbe a consolarsi coi Romani scrivendo queste parole: La vostra fede è annunziata, cioè fa parlar di se, estende la sua fama per tutto il mondo.

  A070000195 

 Pilato ne mandò relazione all'imperatore Tiberio, il quale commosso al leggere la santa vita e la morte gloriosa del Salvatore aveva divisato di annoverarlo fra gli Dei Romani.

  A070000203 

 I Romani che avevano con gran fervore abbracciata la fede predicata da Pietro manifestarono a s. Marco, fido discepolo dell'Apostolo, il vivo desiderio che mettesse in iscritto quello che s. Pietro predicava.

  A070000241 

 I Romani conquistatori del mondo dopo aver soggiogata qualche nazione apparecchiavano la pompa del trionfo sopra un magnifico carro nella valle o meglio nel piano a piè del colle Vaticano.

  A070000270 

 S. Ignazio martire, parimenti discepolo di s. Pietro e suo successore nel vescovado di Antiochia, dice le stesse cose nella sua lettera scritta ai Romani al Capo quarto.

  A070000275 

 E' vero che nè gli atti degli Apostoli, nè s. Paolo nella sua lettera ai Romani fanno menzione di questo fatto; ma oltrechè scrittori accreditati riconoscono in questi autori abbastanza chiaramente accennato tale avvenimento, noi osserviamo che l'autore degli atti degli Apostoli non aveva per iscopo di scrivere le azioni di s. Pietro, nemmeno quelle di s. Paolo che riferisce solamente fino al suo arrivo in Roma; lo stesso dicasi di s. Paolo nella sua lettera ai Romani.

  A070000299 

 Dio stabilì s. Pietro Capo della Chiesa, e morto lui, succedettero i Romani Pontefici nel governo della medesima, e si succedettero in modo, che dal regnante Pio IX ne abbiamo la serie non interrotta fino a s. Pietro, e da s. Pietro abbiamo la serie dei Pontefici uno successore dell'altro, che, ci {210 [226]} conservarono intatta la santa Religione di Gesù Cristo fino a noi.


don bosco-il divoto dell-angelo custode.html
  A075000002 

 Per animare pertanto i fedeli a mantener viva divozione verso questi beati spiriti, che dall'ineffabile provvidenza sono destinati a noi per custodi, i Romani Pontefici già concedettero {4[90]} molte Indulgenze alle preghiere che in onor de' medesimi si recitano, ed alle compagnie a loro venerazione istituite.


don bosco-il galantuomo pel 1876.html
  A095000017 

 Egli ti suggerirà il come salvarti dall'arsure, dall'asme, dalle cefalgìe, costipazioni, catarro, reumi, peripneumonie, apoplessie solite compagne di quest'arte {7 [151]} così stimata dai Romani che vivevano per mangiare; e così deprezzata dagli Anacoreti della Tebaide che mangiavano per vivere.


don bosco-il galantuomo pel 1880.html
  A099000001 

 Tutti mi scrivono, gli amici piemontesi, liguri, sardi, lombardi, veneziani, dell'Emilia, romagnoli, toscani, marchigiani, romani, napoletani, siciliani, corsi, maltesi, dalmati, tirolesi, svizzeri, nizzardi, argentini, insomma quanti intendono il vostro linguaggio v'attendono a braccia aperte.


don bosco-il galantuomo pel 1883.html
  A101000012 

 Avendo egli studiato nella lingua che parlavano gli antichi nostri nonni latini, mi aggiungeva: I Romani erano caratteri serii, e non dicevano galantuomo, ma vir probus, honestus, liberalis.


don bosco-il giovane provveduto.html
  A105000090 

 I Romani Pontefici a fine di accrescere il culto di questo gran Santo a vantaggio spirituale de' cristiani concederono indulgenza plenaria a tutti quelli che pentiti e comunicati avranno santificato sei Domeniche continue precedenti alla festa del Santo, od altre nel corso dell'anno con pie opere ed orazioni ad onore del Santo medesimo e a gloria d'Iddio.


don bosco-il giovane provveduto [1885-101a edizione].html
  A107002001 

 Egli è poi cosa chiara che l'autorità {430 [558]} di Pietro doveva durare quanto la Chiesa, cioè sino alla fine dei secoli, chè certo il fondamento dee durar quanto l'edifizio che vi sta sopra, e che perciò dopo di lui essa dovea passare nei suoi successori, i quali sono i Romani Pontefici.

  A107002002 

 D. Qual è la prerogativa più importante dell'autorità dei Romani Pontefici?.

  A107002014 

 R. Fu in tutti i tempi e da tutti i cattolici costantemente creduto all'infallibilità del successore di s. Pietro, del Vicario di Gesù C. I Romani Pontefici esercitarono sempre questa autorità suprema nelle controversie religiose, e tutti i veri Cattolici hanno rispettosamente accolto le loro dichiarazioni, quali verità da non più mettersi in discussione, come se fossero uscite dalla bocca stessa del divin Salvatore, di cui sono Vicari sopra la terra; ma non fu mai definita e proclamata verità di fede fino al Concilio Vaticano.


don bosco-il giovane provveduto [42a edizione].html
  A108000004 

 I Romani Pontefici a fine di accrescere il {52 [52]} culto di questo gran Santo concedettero-indulgenza plenaria a tutti quelli che santificheranno sei domeniche continue ad onore di lui.


don bosco-il giubileo.html
  A109000052 

 Per la qual cosa i romani Pontefici concedettero la medesima Indulgenza, tolta l'obbligazione di {28 [506]} recarsi a Roma, ed invece soglionsi imporre alcune obbligazioni da adempiersi da quelli che ne vogliono approfittare.


don bosco-il giubileo del 1875.html
  A110000092 

 Per la qual cosa i romani Pontefici concedettero la medesima Indulgenza, ma invece dell'obbligazione di recarsi a Roma, sogliono imporre alcune obbligazioni da adempiersi da quelli che vogliono fare il santo Giubileo.


don bosco-il piu bel fiore del collegio apostolico ossia la elezione di leone xiii.html
  A113000025 

 Cominciando dal secolo quarto fino all' undecimo non solo il popolo, ma gli Imperatori pretesero d' ingerirsi nella elezione, e quindi o per concessione della Chiesa, o per violenza, il principe secolare dava o da vicino o da lontano il suo voto, il quale per ordinario consisteva nella conferma della elezione già fatta dai Romani.

  A113000035 

 Era fatto a forma del Pileo dei Romani, berretto, che u-savano solamente i liberi e non gli schiavi.

  A113000056 

 La Sedia gestatoria era già usata al tempo dei Romani Imperatori.

  A113000105 

 Dopo il 1870 fu questa la prima volta che i Romani hanno potuto assistere nuovamente alle sacre funzioni in questa Cappella Pontifìcia.

  A113000119 

 Dimodochè questo fu senza dubbio il Conclave più numeroso che siasi tenuto nelle elezioni dei Romani Pontefici.

  A113000120 

 Quindi, fuor d' ogni aspettazione ed ogni speranza, in poco più che di 36 ore ebbero luogo tre scrutinii, con tutte le formalità e cautele di rigore, e la elezione del novello Pontiefice {65 [65]} colmò i voti dei Romani e di

  A113000138 

 È indescrivibile l' entusiasmo delle migliaia di buoni Romani e forestieri che ebbero sì bella grazia; e la folla non potè contenersi dal prorompere reiteratamente in applausi fragorosissimi, acclamando al novello Pontefice e gridando: Viva Leone XIII. Di poi il Card. Caterini avanzandosi sul parapetto annunziò al popolo l' Indulgenza Plenaria colle seguenti parole:.

  A113000286 

 Roggero Antici-Mattei, che Pio Nono fregiava della sacra porpora, riserbandolo in petto nel Concistoro del 17 marzo 1875, e pubblicandolo in quello del 17 settembre dello stesso anno, è un piissimo Prelato, appartenente alla nobile famiglia Antici di Recanati ed alla nobilissima dei Mattei di Roma, la quale spesso godette di segnalatissime onorificenze per grazia dei Romani Pontefici, e tra le altre dell'antico privilegio di custodire i punti in tempo di Conclave.

  A113000343 

 Sicchè si può {248 [248]} dire che il Borromeo fra i romani Porporati viventi sia per avventura insieme col cardinale Pacca, colui il quale per maggiore spazio di tempo abbia avvicinato il grande Pontefice, che si gloriosamente governò la Chiesa.


don bosco-il pontificato di s. caio papa e martire.html
  A114000001 

 È vero che costò la vita a migliaja e migliaja di martiri; gli {3 [365]}stessi Romani Pontefici, non avendo ancora alcun dominio temporale dove proclamare liberamente la verità del Vangelo, dovettero sostenere l'indipendenza della Chiesa col prezzo della vita.

  A114000132 

 Dai Romani dicevansi orti le magnifiche villeggiature dove facevasi uno sfarzo di pompe e di ricchezze.


don bosco-il pontificato di s. dionigi.html
  A115000007 

 S. Agostino nota che fin dai primi tempi i vescovi d'Ostia solevano consacrare i romani pontefici.

  A115000026 

 Finalmente diede ordine che fosse scorticato vivo, e ne fece appendere la pelle {15 [267]} tinta in rosso ad un tempio persiano come un monumento di eterno obbrobrio dei romani.

  A115000026 

 Guerre civili desolarono tutto l'impero ove si contarono ad un tempo fino a trenta tiranni che chiamavansi imperatori romani.


don bosco-il pontificato di s. felice primo e di s. eutichiano papi e martiri.html
  A116000059 

 Contrastò lungo tempo la vittoria ai Romani; finalmente dovette cedere al numero e fu vinta.

  A116000098 

 Sciogliendo essa il freno ad ogni vizio ebbe molti seguaci, e otto secoli dopo la morte di Manete esistevano ancora de' Manichei, i quali di quando in quando turbarono la Chiesa, siccome vedremo ne' nostri racconti sulle vite dei Romani Pontefici.


don bosco-il pontificato di s. marcellino e di s. marcello papi e martiri.html
  A117000012 

 La occidentale ossia più vicina al Tevere fu designata col nome di arx la cittadella; perchè venne a questo uso destinata dai Romani.

  A117000014 

 Questo è quel monte celeberrimo sopra {9 [9]} del quale i Romani tenevano le loro pubbliche adunanze.

  A117000024 

 Lo scrittore latino Tacito ne' suoi annali dice, che il nome antico di questo colle fu querquetulano dalle piante di querceti le quali lo vestivano, e che poscia fu chiamato Celio da un certo Cele Vibenna condottiero Etrusco venuto in soccorso dei Romani, ivi posto ad abitare co' suoi dal re Tarquinio Prisco.

  A117000139 

 Molti romani lo pregarono a voler ancora rimanere qualche tempo presso di loro per dare guarigione ad alcuni infèrmi; ma egli loro rispondeva: Non posso appagarvi, perciocchè io debbo ubbidire agli ordini del mio Pastore, e del mio padrone Marcello papa.

  A117000141 

 S. Marcello commosso alla vista dei grandi tormenti che al suo caro discepolo si facevano patire, si presentò coraggiosamente {78 [78]} dall' Imperatore e gli disse: eh! abbi pietà dei servi di quel Dio che essi pregano ogni giorno per te e pel tuo impero! Fu sempre gloria dei Romani umiliare i superbi e sollevare gli umili.


don bosco-il pontificato di san sisto ii e le glorie di san lorenzo martire.html
  A118000085 

 La sentenza fu eseguita fuori della città presso ad una porta detta Salaria, perchè anticamente i Romani solevano per quella condurre il sale dal mare entro la città di Roma.


don bosco-l-amico della gioventu (1848).html
  A122000019 

 Però sotto il governo dei Romani sino ai tempi di Augusto l'Italia ritenne legalmente per confine la Magra ed il Rubicone.

  A122000021 

 I buoni trasteverini, eminentemente romani, il cui attaccamento ai pontefici è affetto tradizionale, si accinsero ad esternarlo come meglio per loro si potesse, e vi riuscirono a meraviglia.

  A122000145 

 Però sotto il governo dei Romani sino ai tempi di Angusto l'Italia ritenne legalmente per confine la Magra ed il Rubicone.

  A122000147 

 I buoni trasteverini, eminentemente romani, il cui attaccamento ai pontefici è affetto tradizionale, si accinsero ad esternarlo come meglio per loro si potesse, e vi riuscirono a meraviglia.


don bosco-l-armonia (1849-1863).html
  A125000027 

 Entrava poi a ragionare del dono toccando di volo, come gli antichi Romani usavano incoronare di quercia que' che con qualche azione eroica si erano segnalati nel porgere aiuto o scampo a' concittadini, e mostrava come Pio IX regalandoli di quella corona mirava ad incoronare la fortezza da loro spiegata, vedessero di tenerla in sommo pregio, di avvalersene onde pigliare animo in ogni sorta di combattimenti che loro toccasse di sostenere per la causa di Dio; rimirando la crocetta che portava appesa ricordassero come solamente il patire con Cristo apre la via alla gloria da lui meritataci.

  A125000162 

 - Fu chiusa la distribuzione con un canto popolare intitolato: Pianto dei Romani per la partenza di Pio VII, egregiamente eseguito dal giovane Tomatis Carlo con un coro di più di venti voci.


don bosco-l-unita cattolica (1864-1888).html
  A127000658 

 Noi Romani facciamo voti che queste voci si avverino.


don bosco-la chiesa cattolica-apostolica-romana.html
  A130000006 

 Questo disse a S. Pietro e ai suoi successori i Romani Pontefici e a nessun altro.


don bosco-la chiesa cattolica e la sua gerarchia.html
  A131000107 

 Cominciando dal secolo quarto fino all'undecimo non solo il popolo, ma gli imperatori pretesero d'ingerirsi nella elezione, e quindi o per concessione della Chiesa, {99 [283]} o per violenza, il principe secolare dava pure o da vicino o da lontano il suo voto, il quale per ordinario consisteva nella conferma della elezione già fatta dai Romani.

  A131000115 

 Ma circa la medesima epoca e probabilmente dal pontefice Stefano III fu stabilito che portassero questo nome i vescovi delle {108 [292]} città vicine a Roma, chiamati vescovi suburbani e talora anche vescovi romani, i quali più spesso erano invitati ad assistere il Capo della Chiesa negli affari di maggior importanza.

  A131000145 

 Gli antichi romani chiamavano col nome di paroco colui che era incaricato di somministrare le cose necessarie agli ambasciatori.

  A131000149 

 Era fatto a forma del Pileo dei romani, berretto, che usavano solamente i liberi e non gli schiavi.

  A131000170 

 L'uso della sedia gestatoria è antichissimo, e rimonta fino al tempo dei romani imperatori.


don bosco-la figlia cristiana provveduta [4a edizione].html
  A132000098 

 I Romani Pontefici a fine di accrescere il culto di questo gran Santo concedettero indulgenza plenaria a tutti quelli che santificheranno sei domeniche continue ad onore di lui.

  A132001806 

 Egli è poi cosa chiara che l'autorità di Pietro doveva durare quanto la Chiesa, cioè sino alla fine dei secoli, chè certo il fondamento dee durar quanto l'edifizio che vi sta sopra, e che perciò dopo di lui essa dovea passare nei suoi successori, i quali sono i Romani Pontefici.


don bosco-la pace della chiesa ossia il pontificato di s. eusebio e s. melchiade.html
  A135000001 

 La sua circonferenza è di ventimila piedi romani equivalenti a quattro miglia.

  A135000003 

 I romani avevano tanto amore pei loro Dei, che ogni spesa, per quantunque enorme, {5 [177]} non credevano poterla meglio impiegare che in loro onore.

  A135000015 

 Laonde i romani per liberarsi dal crudele nemico ne saziarono l' avidità coll' oro, e con altri oggetti preziosi.

  A135000016 

 Nel 1167 vi fu guerra fra i Romani e quei di Toscoli, città in cui i Romani furono vinti.

  A135000017 

 I Romani Pontefici gareggiarono in proteggere la sua conservazione; e non solo di questo, ma di tutti i monumenti dell' antichità, che la barbarie avrebbe atterrati, o rubati.

  A135000035 

 Gli imperatori Romani avevano {30 [202]} sempre avuto il loro stendardo proprio, che si chiamava labarum, il quale carico d' immagini di false divinità era oggetto di religiosa venerazione per le armate.

  A135000043 

 I romani liberati da quel tiranno accolsero con gioia il vincitor Costantino.

  A135000046 

 Domato dall' eccesso del dolore quel superbo confessò vero il Dio dei cristiani, riconobbe la santità della loro religione, che i romani imperatori avevano fino allora odiata, quindi comandò che non fossero più perseguitati.

  A135000070 

 È questo un avvenimento di grande importanza per la religione cristiana, perocché da questo tempo i romani imperatori con leggi e con fatti conobbero la santità del cristianesimo e concedettero favori, anzi aiutarono i vescovi e specialmente i papi ad esercitar liberamente la loro autorità verso i fedeli cristiani.

  A135000073 

 Ma volendo onorare i Romani pontefici e concedere loro un' abitazione dégna del vicario di Gesù Cristo, donò una parte del grande edifizio Laterano a s. Melchiade papa.

  A135000100 

 I romani contavano gli anni per lustri.


don bosco-la perla nascosta di s.e. il cardinale wiseman arcivescovo di westminster.html
  A136000507 

 Atterriti noi abbiamo presa la fuga, come i soldati romani dinanzi al fuoco dell'Oriente.


don bosco-la persecuzione di decio e il pontificato di san cornelio i papa.html
  A137000068 

 Anatolia ascoltò tranquillamente la sua amica senza interromperla; di poi prese a risponderle così: credimi, cara Vittoria, noi abbiamo un partito assai migliore di questi due signori romani.

  A137000148 

 S. Cipriano scrisse una lettera a Cornelio, in cui, dopo aver narrato le calunnie e l'audacia di coloro che avevano consacrato vescovo Fortunato, continua il discorso così: «Dopo tali eccessi osano ancora passare il mare e portar lettere da parte dei scismatici alla Cattedra di s. Pietro, che è la Chiesa principale, donde emanò la sacerdotale dignità, senza badare {69 [69]} che quelli a cui si rivolgono sono gli stessi Romani, della cui fede l' Apostolo Paolo fece le più grandi lodi, ed appresso ai quali l'infedeltà non può aver accesso.


don bosco-la storia d-italia.html
  A139000009 

 Allorchè, miei cari giovani, leggeste la Storia Sacra, avrete senza dubbio notato che i prodi Maccabei mandarono ambasciadori a Roma per fare alleanza coi Romani già divenuti padroni di tutta l'Italia.

  A139000026 

 C. {11 [11]} I Pelasgi, così detti da Phaleg quarto discendente dopo Noè, sotto il nome di Ombri, vennero ad abitare l'Umbria che forma oggidì una parte degli stati Romani.

  A139000033 

 Come poi i Romani ebbero maggiori relazioni coi Greci, ne adottarono tutte le divinità.

  A139000038 

 Numa Pompilio primo legislatore religioso dei Romani propose all'adorazione la Dea Fede affinchè tutti fossero eccitati a mantenere la parola data in ogni genere di contratti.

  A139000045 

 Una fu quella degli Assiri, l'altra dei Persiani, la terza dei Greci, la quarta dei Romani.

  A139000051 

 Mentre stavano attenti a guardare i giuochi che si celebravano, i Romani, ad un segno convenuto, tradita l'ospitalità, a mano armata piombarono addosso ai Sabini, e loro rapirono le fanciulle, malgrado la resistenza dei loro padri e dei loro fratelli.

  A139000051 

 Perciò altamente sdegnato per l'oltraggio fatto a' suoi sudditi, si pose alla testa di un formidabile esercito, e marciò contro ai Romani che in breve costrinse a rinchiudersi dentro le mura di Roma.

  A139000052 

 Entrati così i Sabini in città appiccarono tre sanguinose battaglie in Roma medesima, ed i Romani sarebbero forse stati interamente distrutti se le zitelle dei Sabini, divenute spose dei Romani, non si fossero colle lor preghiere interposte per far cessare le ostilità.

  A139000053 

 Infatti i Sabini vennero a stanziarsi sul colle Capitolino e sul Quirinale, e chiamaronsi Quiriti dal nome della loro antica città, nome che col tempo si accomunò pare ai Romani, dopochè i due popoli vie più si mischiarono tra loro.

  A139000055 

 Cento di questi patrizii furono scelti da Romolo per formare il Senato, ossia il Consiglio supremo dello Stato, a cui furono aggiunti cento Sabini, dopo che questi si unirono coi Romani: appellavansi senatori, ossia vecchi, perchè appunto vecchi per età, per esperienza e per senno.

  A139000059 

 Dopo la morte di Romolo un uomo di nome Proculo si presentò al popolo, indi al senato, dicendo che aveva veduto Romolo a salire al cielo, e gli aveva detto che voleva essere adorato dai Romani sotto il nome di dio Quirino.

  A139000059 

 Si prestò fede al racconto e gli fu innalzato un tempio sul vicino monte, detto perciò monte Quirinale, ove presentemente sorge il palazzo dei pontefici Romani con tal nome appellato.

  A139000061 

 Nel vedere quei primi Romani tanto rozzi e feroci, non pensatevi che così fossero pure gli altri Italiani.

  A139000069 

 Dopo la morte di Romolo i Sabini ed i Romani disputarono due anni per sapere chi avrebbero nominato per loro Re.

  A139000070 

 Esso amava più vivere col vecchio suo padre, che indossarsi una dignità tanto pericolosa; perciò rispose agli ambasciadori: «perchè volete che io lasci mio padre, la mia casa, per accettare una corona che offre tanti pericoli? A me non piace la guerra, poichè essa non reca {24 [24]} agli uomini se non danno: io amo e rispetto gli Dei che i Romani non conoscono e che dovrebbero temere ed onorare.

  A139000070 

 Fu estrema la gioia in Roma, allorchè si seppe che Numa era Re dei Romani.

  A139000071 

 Invece di tenere i Romani continuamente occupati in giuochi ed in esercizi militari, come aveva fatto Romolo, egli distribuì a tutti i suoi sudditi campi da coltivare, strumenti per lavorare la terra, perchè l' agricoltura ossia la coltivazione delle campagne deve essere reputata la prima di tutte le arti, come quella che procaccia il nutrimento agli uomini e contribuisce assai a renderli robusti ed onesti.

  A139000080 

 Erano in Roma tre giovani fratelli, forti, robusti e guerrieri detti i tre Orazi, e questi furono scelti dai Romani per quella decisiva tenzone.

  A139000080 

 Fu deciso che fossero scelti tre Romani e tre Albani a combattere insieme, con patto che il popolo di quelli, i quali riportassero vittoria, darebbe leggi all'altro popolo.

  A139000081 

 Allora i Romani spianarono al suolo la magnifica città d'Alba, detta la Lunga, perchè posta lungo le radici d'un monte, e le rive di un lago detto oggidì lago Albano.

  A139000081 

 Giunto esso in quella sventurata città con una truppa di soldati Romani, ordinò a tutti gli abitanti di uscire dalle lor case.

  A139000081 

 In tal modo incoraggiati i Romani raddoppiarono i loro sforzi e furono vittoriosi.

  A139000081 

 Lo stesso Tullo intimò la guerra ai Fidenati ed ai Vejenti, tutti popoli guerrieri abitanti non lungi da Roma; ma dopo sanguinose battaglie dovettero tutti arrendersi alla crescente potenza dei Romani.

  A139000081 

 Perciò gli Albani divennero sudditi dei Romani.

  A139000081 

 Quindi così parlò a Mezio: Poichè ìa tua fede fu dubbia tra i Romani e i Fidenati, il tuo corpo sia diviso a somiglianza di quella.

  A139000082 

 Così credettero i Romani, persuasi che Dio punisce l'irreligione anche nei personaggi i più elevati.

  A139000084 

 Costoro avevano fatto grave oltraggio ai Romani.

  A139000084 

 Tale modo di dichiarare la guerra fu in uso presso quegli antichi Romani.

  A139000094 

 Però gran parte dell'Etruria si serbò illesa da questa peste, onde quando i Romani cominciarono a stendere sopra l'Italia le loro conquiste, agli Etruschi non mancavano savie leggi, florido commercio, ed avevano già fatto gran progresso nelle arti e nelle scienze.

  A139000100 

 Intanto Tarquinio per cattivarsi in qualche maniera l'animo dei Romani cominciò la costruzione di un magnifico tempio sul monte Tarpeo.

  A139000105 

 Da ciò potete facilmente comprendere quali grandi fatiche e quanto tempo i Romani abbiano dovuto impiegare per rendersi padroni di tutto questo paese.

  A139000105 

 Di mano in mano che i Romani crescevano in numero ed in potenza, estendevano il loro dominio sopra molti paesi d'Italia, di modo che i più vicini ai Romani o spontaneamente o per forza si erano con loro uniti.

  A139000105 

 Però il dominio dei Romani si estendeva solo sopra una piccola parte della nostra penisola, il resto dell'Italia era in pace, si coltivavano le campagne, promuovevansi il commercio e l'industria: i popoli erano {36 [36]} governati da un capo, cui davano il nome di Re.

  A139000106 

 Intanto cacciato Tarquinio, dichiarato reo di tradimento chiunque ardisse proteggere il ritorno di lui, i Romani decisero di governarsi a repubblica, la quale forma di governo differiva solo dal monarchico in questo, che i re governavano a vita, e nella repubblica erano eletti due magistrati con autorità suprema, la quale poteva conservarsi solamente un anno.

  A139000112 

 L'entusiasmo della libertà spinse i Romani a varii atti eroici.

  A139000112 

 Porsenna, re di Chiusi, città dell'Etruria, fu il primo a porgergli aiuto, non perchè amasse l'iniquo Tarquinio, ma per avere occasione di dichiarar guerra ai Romani, i quali divenendo ogni giorno più potenti e formidabili, destavano la sua gelosia.

  A139000112 

 Tarquinio respinto dai Romani eccitò l'Italia tutta contro di Roma.

  A139000113 

 Quelli che stavano alla guardia di quel ponte fuggirono, e soli rimasero a contrastarne il passo tre romani, uno dei quali appellavasi Orazio, soprannominato Coclite, perchè era cieco d'un occhio.

  A139000115 

 Stupì Porsenna a tanto coraggio, e risolvette di soggiogare i Romani colla fame, vale a dire facendo sì che niuna sorta di commestibili potesse entrare in Roma.

  A139000116 

 Arrestato e condotto alla presenza di Porsenna, ed interrogato che cosa lo avesse indotto a un tanto misfatto; rispose: «Il desiderio di salvare la mia patria, e sappi che trecento giovani romani hanno giurato al par di me di uccidere il tiranno.» E in ciò dire corse a porre la sua destra sopra un ardente fuoco, lasciando che si abbruciasse per castigare quella mano, la quale erasi ingannata nell'uccidere il segretario in luogo del re.

  A139000117 

 Conchiuse perciò un trattato di pace co' Romani, e visse sempre con loro in buon accordo, e n'ebbe da loro segni di gratitudine.

  A139000117 

 Poichè suo figlio Arunte essendo stato sconfitto presso la città di Aricia, le sue genti fuggiasche vennero con bontà accolte dai Romani.

  A139000118 

 Tarquinio vedendosi da Porsenna abbandonato, andò a cercare ai Romani nuovi nemici, i quali non ebbero miglior riuscita dei primi.

  A139000130 

 Dove noi vediamo ora la Campagna di Roma, era anticamente paese dei Volsci, popoli che furono lungo tempo formidabili ai Romani, e fecero loro toccare molte sconfìtte.

  A139000131 

 Tuttavia dopo molti servigi resi alla patria, cadde in sospetto ai Romani, quasi che egli ambisse diventare re, e fu costretto ad uscire di Roma e andarsene in esilio.

  A139000132 

 Allora pensarono ad uno spediente che riuscì bene ai Romani e funesto a Coriolano.

  A139000137 

 Nel raccontare le segnalate vittorie dei Romani non debbo tacervi le sconfitte che talvolta loro toccavano, giacchè avevano a combattere contro a repubbliche italiane governate da uomini peritissimi nell'arte militare.

  A139000138 

 Gli Equi ed i Volsci, popoli essi pure non molto distanti da Roma, vennero a dichiarare la guerra ai Romani.

  A139000141 

 I Romani, riconoscenti a Cincinnato, che aveva salvato la patria e l'esercito, gli concedettero l'onore del trionfo, la qual cerimonia compievasi con una solennità straordinaria, che voglio ingegnarmi di descrivervi.

  A139000145 

 I Romani di quei tempi avevano bensì alcuni decreti, alcune costituzioni, ma non avendo alcuna legge, spesso avveniva che la giustizia dipendeva dal capriccio di chi giudicava.

  A139000149 

 Le sue campagne sono {48 [48]} fertilissime, ed i Romani ne traevano tanti prodotti, che fu molto tempo appellata il granaio di Roma.

  A139000167 

 Essi avevano sempre dato che fare ai Romani, e Veio loro capitale primeggiava sopra la stessa Roma per grandezza, ricchezza e potenza.

  A139000168 

 I Romani perciò gelosi risolsero d'assalirli e andarono a cingere d'assedio la stessa città di Veio.

  A139000169 

 Dato un generale assalto, Veio cadde in potere dei Romani, i quali ne riportarono ricco bottino.

  A139000169 

 In simile guisa, primachè i Veienti se ne avvedessero, i Romani riuscirono a penetrare nella città.

  A139000170 

 Ma i Romani non tardarono a pentirsi della loro ingiustizia verso Camillo, quando si videro i Galli alle porte di Roma.

  A139000171 

 Costoro, guidati da Brenno loro re, invasero varie parti d'Italia, e penetrati nella Toscana andarono ad assediare la città di Chiusi alleata dei Romani.

  A139000172 

 «Noi, gli risposero, siamo venuti per sapere in che cosa i Chiusini hanno offeso il re dei Galli; poichè in Italia non si muove guerra senza giusto motivo.» Brenno ripigliò: «non sapete che il diritto dei valorosi sta nella spada? i Romani medesimi con quale diritto si sono eglino usurpate molte città? altronde il re di Chiusi ha negato di far parte ai Galli delle terre deserte, le quali i suoi sudditi non possono coltivare.» {55 [55]}.

  A139000173 

 I Romani giudicando aver nulla a temere da quei barbari, si degnarono nemmeno di rispondergli.

  A139000173 

 I legati Romani accolsero freddamente le ardite parole del conquistatore, ed essendo seguita una battaglia tra i Galli e quelli di Chiusi, i legati non dubitarono di prendervi parte, ed uno di loro uccise un Gallo e lo spogliò delle sue armi.

  A139000173 

 La battaglia fu accanitissima, ma funesta ai Romani; quarantamila di questi restarono sul campo, il resto fu messo in fuga.

  A139000175 

 Allora i Galli stimarono bene far la pace coi Romani, e costrettili a pagar loro una grossa somma di danaro, carichi di spoglie abbandonarono la rovinata città e corsero a difendere le terre loro assalite dai Veneti, altri antichi popoli che abitavano le rive dell'Adriatico, in vicinanza del sito ove più tardi fu edificata Venezia.

  A139000175 

 I più prodi Romani eransi ritirati nella fortezza del {56 [56]} Campidoglio, che fu tosto assediata dai Galli.

  A139000175 

 Intanto sopraggiunto Camillo co' suoi, interruppe tale alterco, dicendo: col ferro e non coll'oro debbono i Romani redimere la loro patria.

  A139000175 

 Mentre si pesava l'oro, i Galli non solo usarono pesi falsificati, ma alle lagnanze dei Romani aggiunsero l'insulto.

  A139000175 

 Si racconta da altri che i Romani assediati nel Campidoglio avevano pattuito di dare mille libbre d'oro ai Galli, perchè questi si ritirassero.

  A139000178 

 Avevano i Romani appena ristorata la città e riparati i mali che i nemici avevano cagionati quando, insorsero nuove guerre, e non meno delle antecedenti, accanite.

  A139000179 

 I popoli della Campania mandarono ad implorare la protezione dei Romani contro alle infestazioni dei Sanniti; ed il senato di Roma ordinò a questi che cessassero dalle ostilità.

  A139000179 

 Lunga e funesta fu quella che i Romani dovettero sostenere contro ai Sanniti.

  A139000180 

 Postumio avviluppato in quella gola fatale, si vide assalito da una gran quantità di nemici che gli attraversavano la strada, mentre dall'alto delle rupi i Sanniti scagliavano freccie addosso ai Romani e facevano rotolare sopra di essi enormi sassi.

  A139000181 

 Ponzio capitano dei Sanniti fu loro generoso di concederla a condizione che i Romani consegnassero le armi e passassero sotto al giogo, e giurassero di non più combattere contro ai Sanniti ed ai loro alleati; condizioni {58 [58]} umiliantissime, cui tuttavia Postumio stimò bene di sottoporsi per conservare quell'esercito alla repubblica.

  A139000182 

 Questo avvenimento è famoso sotto il nome di forche caudine da Gaudio (ora Ariola), città situata tra Capua e Benevento nel regno di Napoli, vicino al qual luogo i Romani furono sottoposti a tale ignominia.

  A139000182 

 È questa l'unica volta che i soldati Romani siano stati costretti a passare sotto il giogo, e ne furono sì pieni di vergogna, che camminarono in silenzio verso Roma, nè vollero entrarvi se non di notte, e ciascuno andò a nascondersi nella propria casa.

  A139000183 

 Mentre i Sanniti stavano tranquilli sulla parola data dai Romani, costoro violando la promessa, mettono in piedi un numeroso esercito, e li assalgono all'impensata.

  A139000184 

 Stanchi i Sanniti per tante sanguinose battaglie, si sottomisero finalmente ai Romani, ed i Toscani ed i Galli detti circumpadani, perchè abitavano le sponde del Po, si piegarono essi pure alla potenza romana.

  A139000185 

 Da questi fatti, teneri amici, non vorrei che imparaste ad esempio dei Romani a non mantenere la fede data quando vi torni a conto di fare il contrario; anzi abbonite la mala fede, perciocchè l'uomo onesto, quando in cose giuste impegna la parola, deve a qualunque costo mantenerla.

  A139000187 

 Giovane intrepido, ma vago di gloria, Pirro erasi già segnalato con molte vittorie; ed era sommamente ansioso di misurare le sue forze con quelle dei Romani.

  A139000187 

 Per la qual cosa i Romani risolsero di far valere le loro ragioni colle armi.

  A139000187 

 Un fatto in apparenza di poco rilievo produsse funestissime conseguenze ai Tarantini, popoli che abitavano la parte più meridionale d'Italia, che fino allora non avevano avuto che fare coi Romani.

  A139000189 

 I Romani che non avevano mai veduto elefanti ne furono così spaventati, che si diedero a precipitosa fuga, e lo stesso Levino dovette la propria salvezza alla celerità del suo cavallo.

  A139000189 

 Quindici mila romani caddero morti, ottomila furono fatti prigionieri.

  A139000190 

 Fece curare i feriti, seppellire i morti, lodò il coraggio dei Romani, e mirando que' prodi estinti, ma tutti colpiti davanti, indizio che non avevano mai voltato le spalle al nemico, andava esclamando: Mi sarebbe facile conquistare tutto il mondo, se io fossi re dei Romani.

  A139000191 

 I Romani non potevano darsi pace della battaglia perduta, e incoraggiti dal senatore Fabrizio rifiutarono i regali e le proposte di Pirro dicendo, che avrebbero trattato di pace quando egli avesse sgombrato l'Italia.

  A139000191 

 Questo principe si affezionò tanto ai Romani, che, sebbene vincitore, mandò Cinea suo ministro con doni magnifici per offerir loro una pace onorevole.

  A139000192 

 I Romani specchiavansi in lui come in un modello di virtù.

  A139000192 

 Per la grande sua prudenza fu mandato {61 [61]} a Pirro per riscattare gli ottomila Romani rimastigli prigionieri.

  A139000194 

 Intanto i Romani ristorate le loro perdite, crearono console il valoroso Fabrizio, il quale di buon grado si pose alla testa di un nuovo esercito per tentare un'ultima volta di respingere Pirro.

  A139000196 

 Finalmente si venne a battaglia campale, e questa volta la vittoria fu dei Romani.

  A139000197 

 Dicesi che Pirro prima di lasciare la Sicilia abbia con dolore esclamato: «Che bel campo lasciamo ai Romani ed ai Cartaginesi.».

  A139000197 

 Pirro forzato dai Romani ad abbandonare l'Italia, passò prima in Sicilia, ma poco tempo dopo alcune turbolenze il richiamarono in Epiro, dove morì colpito da una pietra lasciatagli cadere sul capo da una vecchia, di cui aveva fatto morire il figliuolo.

  A139000198 

 Questa guerra fruttò ai Romani il dominio quasi sopra tutta l'Italia meridionale, e la fama del loro valore cominciò a dilatarsi presso alle nazioni straniere.

  A139000200 

 Le conquiste fatte dai Romani nello spazio di cinque secoli erano limitate nei soli paesi d'Italia, e sebbene {63 [63]} fossero prodi nelle armi, incontravano gravissime difficoltà ad uscire d'Italia perchè affatto inesperti delle cose di mare.

  A139000202 

 I Romani, come già vi dissi, divenuti padroni di quasi tutta l'Italia udivano con invidia a parlare della magnificenza di Cartagine e della prodezza dei Cartaginesi, e aspettavano soltanto un'occasione che servisse di pretesto per condurre le loro legioni contro a quella formidabile rivale.

  A139000203 

 I Mamertini dal canto loro, certi di non poter far fronte a quei formidabili nemici ebbero ricorso ai Romani, i quali volevano bensì accondiscendere loro, ma non avendo navi non salvano come spedire soldati in Sicilia.

  A139000204 

 Finalmente la vittoria fu pei Romani.

  A139000204 

 I Romani fatti arditi per alcune vittorie riportate sopra i Cartaginesi allestirono altre galere e li assalirono anche per mare.

  A139000205 

 Animati i Romani da questi prosperi successi deliberarono di portare le loro armi in Africa.

  A139000208 

 Dopo questa sconfitta i Romani non mancarono di fare nuovi tentativi per rifarsi delle loro perdite; ma invano, poichè le cose loro andarono e per mare e per terra di male in peggio.

  A139000208 

 Onde i Cartaginesi lieti di queste prospere imprese, entrarono in isperanza di ottenere la pace dai Romani a condizioni migliori.

  A139000210 

 Ripresero tosto le armi Cartaginesi e Romani, si combattè con accanimento e con perdite gravissime da ambe le parti, ma infine i Romani prevalsero, e i Cartaginesi chiesero nuovamente, la pace.

  A139000215 

 Cartagine indebolita come era accettò queste dure condizioni, e così dopo 24 anni di combattimenti ebbe termine la prima delle tre grandi guerre de' Romani co' Cartaginesi, dette guerre puniche da una parola latina che vuol dire Cartaginesi.

  A139000217 

 Amilcare famoso generale Cartaginese, il quale aveva già combattuto da prode contro ai Romani, essendo stato sconfitto in una battaglia navale, fece giurare ad Annibale suo figlio ancor fanciullo di voler essere loro nemico per tutta la vita, promessa che egli non dimenticò mai finchè visse.

  A139000218 

 Malgrado il trattato di pace conchiuso tra Roma e Cartagine, Annibale si risolse di attaccare i Romani, e con un esercito di cento cinquanta mila uomini traversò il Mediterraneo, penetrò nella Spagna, assalì e distrusse Sagunto, città alleata dei Romani, e ciò per farsi strada a venire in Italia.

  A139000221 

 Si accorsero allora i Romani che queste tre sanguinose sconfitte provenivano da mancanza di abile capitano, {69 [69]} e si giudicò che la prudenza del dittatore Fabio Massimo potesse riparare le perdite de' suoi antecessori.

  A139000222 

 Fece legare grossi fastelli di sarmenti secchi alle corna di duemila buoi, e appiccatovi il fuoco sul far della notte cacciò quegli animali verso le alture occupate dai Romani.

  A139000224 

 Mentre Fabio teneva a bada i Cartaginesi, i Romani ebbero tempo di radunare nuove genti e di mettere in piedi un esercito il quale, se fosse stato capitanato da Fabio, avrebbe avuto miglior fortuna.

  A139000226 

 Diffatto se dopo la sconfitta di Canne Annibale fosse andato a Roma, la guerra sarebbe stata finita, e la gloria dei Romani abbattuta per sempre.

  A139000231 

 Emulo del generale cartaginese, il quale per battere i Romani in Italia aveva cominciato ad assalirli e debellarli nella Spagna, egli pure colà all'età di soli ventiquattro anni assalì i Cartaginesi già fattisi padroni di quel vasto regno.

  A139000244 

 Costui ebbe la viltà di proporre ai Romani di dar loro nelle mani un uomo che egli aveva promesso di proteggere.

  A139000244 

 Esiliato dall'ingrata sua patria, non avendo più sicura la vita, cercò asilo prima presso Antioco re di Siria e nemico dei Romani, e quindi presso Prusia re di Bitinia.

  A139000249 

 I Romani mandarono Marcello per assediarla, e se ne sarebbe prestamente impadronito se non fosse stato colà un dotto meccanico di nome Archimede, uomo pregiato in tutta l'antichità, specialmente per lo studio che aveva fatto delle matematiche.

  A139000252 

 Tutto questo però non potè impedire che fosse presa dopo un lungo ed ostinato assedio; ed i Romani trucidarono barbaramente tutti i Siracusani che caddero nelle loro mani.

  A139000257 

 Questa carica durava cinque anni; l'uffizio annessovi era di tener il registro dei cittadini romani, del loro patrimonio e inoltre il registro de' cavalieri, e de' senatori.

  A139000258 

 A forza di udir a ripetere tal cosa i Romani risolvettero di effettuarla, e spedirono in Africa un console di nome Censorino.

  A139000258 

 A segno che tutti gli assalti dei Romani tornavano vani.

  A139000258 

 Catone siccome uomo frugale si opponeva con tutto il rigore al lusso ed alla mollezza, vizii dannosissimi alla società e che cominciavano ad introdursi presso ai Romani.

  A139000259 

 Dopo una resistenza inutile, ma accanita, la città intera cadde in poter dei Romani, i quali abusando della vittoria distrussero la più grande, la più ricca, la più florida delle città, fondata anticamente dai Fenicii molti anni prima di Roma.

  A139000259 

 Sono indicibili i gagliardi sforzi degli assediane, e già i Romani stavano per levare l'assedio quando venne loro in soccorso il tradimento di un certo Farneade generale della cavalleria cartaginese.

  A139000260 

 Intanto le vittorie luminose che i Romani avevano riportate sopra le più potenti nazioni della terra, trassero in ammirazione i popoli che abitavano in luoghi lontanissimi da Roma, e tutti si davano premura di fare alleanza coi Romani.

  A139000261 

 Lo stesso Giuda Maccabeo, quell'uomo valoroso, di cui a lungo vi ho parlato nella Storia sacra, stordito dalle gloriose imprese che i Romani compievano in pace ed in guerra, mandò a Roma due illustri personaggi per conchiudere con loro un trattato d'amicizia.

  A139000262 

 Chi fa guerra ai Giudei, la fa altresì ai Romani; questi due popoli saranno tra di loro perfetti amici, e si presteranno reciprocamente soccorso qualora ne sia il bisogno.

  A139000262 

 Questo discorso semplice, ma espressivo piacque molto al senato Romano, il quale fece scrivere la risposta sopra tavole di bronzo, affinchè restasse presso a quel popolo in perpetuo monumento di pace ed amicizia; {78 [78]} era del tenor seguente: Vengano tutti i beni ai Romani, alla nazione dei Giudei, per mare e per terra in eterno: le armi nemiche siano sempre da loro lontane.

  A139000263 

 In questa maniera quel popolo di Dio cominciò ad unirsi ai Romani, coi quali fra poco lo vedremo congiungersi per formare un popolo solo con una legge sola, colla medesima religione cristiana.

  A139000265 

 Con grande mio rincrescimento debbo ora raccontarvi una guerra, non più dei Romani con popoli stranieri, ma una guerra civile cioè tra' Romani medesimi.

  A139000274 

 Mentre i Romani andavano perdendo il loro antico valore, molte nazioni barbare, allettate dalle delizie de' nostri paesi, partivano da lontane contrade per venire in Italia.

  A139000274 

 Vi ho già fatto notare come i Romani non essendo più occupati con assiduità nell'esercizio delle armi, si diedero all'avarizia, vizio abbominevole che conduce l'uomo alle più vili azioni.

  A139000275 

 Due eserciti di Romani ardirono affrontarli {81 [81]} e furono talmente dai barbari disfatti, che questi in un sol giorno diedero alle fiamme le tende dei Romani, trucidarono gli uomini ed i cavalli che vi trovarono.

  A139000276 

 Ma i barbari erano soltanto vinti per metà, perciocchè i Cimbri, forzato il passaggio delle Alpi e cacciatisi innanzi ai Romani, si avanzarono fino a Vercelli, insigne città del Piemonte.

  A139000277 

 Quegli ambasciatori mezzo nudi, con elmetti in testa sormontati da penne di pavoni, vestiti di pelli con aspetto feroce al par delle bestie cagionarono maraviglia e stupore ai Romani.

  A139000279 

 Così l'Italia fu liberata da quella invasione di barbari, i quali sarebbero stati invincibili, se avessero avuto la disciplina degli eserciti Romani; ma essi sapevano soltanto combattere furiosamente e con coraggio.

  A139000279 

 Quelle donne scorgendo i loro figli in procinto di cadere in poter de' vincitori li strangolarono colle trecce de' loro lunghi capelli; poi vedendo accostarsi i soldati Romani, nè più potendo combattere, s'appiccarono tutte ai timoni dei loro carri; niuna volle sopravvivere alla disfatta della loro nazione.

  A139000280 

 Mario ricevette dai Romani i più grandi onori, e fu considerato come il fondatore di Roma e il salvatore dell'Italia.

  A139000282 

 La distruzione di Cartagine, l'assoggettamento della Spagna, le conquiste fatte nell'Asia, il dominio esteso sopra tutta l'Italia, la sconfitta data da Mario ai Cimbri e ai Teutoni lasciarono i Romani senza competitori.

  A139000282 

 Tutti coloro, che non godevano del diritto di cittadinanza, erano dai Romani tenuti come schiavi.

  A139000284 

 Questo titolo fece inorgoglire i Romani a segno che, tenendo come schiavi tutti gli altri popoli d'Italia, s'impadronivano dei loro beni; e si giunse fino a stabilire con legge che niun forestiere potesse più fermarsi in Roma.

  A139000286 

 I Romani spaventati da questa sollevazione universale posero in piedi quante genti poterono, armando gran numero di schiavi, e ricorrendo alle nazioni estere loro alleate.

  A139000287 

 Fomentavano il timore dei Romani alcuni funesti segni che gli autori antichi riferiscono essersi in quel tempo veduti.

  A139000287 

 Una corona solare comparve subitamente a vista di Roma; il Vulcano che è presso Napoli fece una straordinaria eruzione, vale a dire mandò fuori una gran quantità di fuoco; i simulacri di bronzo stillarono sudore dal volto, i topi corrosero parecchi scudi d'argento; i cani ulularono a guisa di lupi; l'idrofobia, malattia volgarmente detta rabbia, si spiegò negli armenti; si videro animali a piangere, si udirono voci sotterranee e simili, le quali cose sebbene fossero prive di significato in rapporto alla guerra, tuttavia i Romani le ebbero come indizi delle loro sventure.

  A139000288 

 Cominciò a concedere la cittadinanza ai popoli rimasti fedeli ai {85 [85]} Romani, quindi alle città che vollero deporre le armi e finalmente a tutti indistintamente.

  A139000289 

 D'allora in poi quando si radunavano i comizii, la folla del popolo che accorreva da tutte le parti dell'Italia era sì grande, che, non potendo essere contenuta nel campo di Marte o nel Foro, un gran numero di que' nuovi Romani salivano sui tetti dei templi e delle case, per veder almeno da lontano ciò che si faceva.

  A139000290 

 Divenuto console cominciò col mettere a prezzo la testa di quel prode capitano, che egli odiava mortalmente sotto pretesto che egli avesse favorito gl'Italiani contro al Senato; accusa priva di fondamento, perchè Mario aveva condotto gli eserciti Romani contro gli alleati durante la guerra.

  A139000294 

 Per odio contro ai Romani egli aveva fatto trucidare centomila italiani che abitavano nel suo regno.

  A139000299 

 Quattro eserciti romani spediti contro di loro furono sbaragliati e posti in fuga.

  A139000301 

 Mentre queste cose succedevano, avvenne che Mitridate, re del Ponto, già stato sconfitto da Silla, tentò nuovamente la sorte delle armi contro ai Romani.

  A139000304 

 Del che i Romani riconoscenti gli diedero il soprannome di padre della patria.

  A139000307 

 Crasso era bensì un valente capitano, ma il più avaro dei Romani.

  A139000307 

 Malgrado il loro valore e la loro intrepidezza i Romani furono battuti e vinti.

  A139000310 

 Colà seguì un tremendo combattimento: erano Romani contro Romani, Italiani contro ad Italiani; il sangue scorse orribilmente; ma la fortuna fu per Cesare, e Pompeo a stento potè salire sopra una nave per fuggire in Egitto.

  A139000314 

 Gli uccisori di Cesare credevano che tutti i Romani fossero per applaudire al loro delitto, e fu l'opposto.

  A139000323 

 Ottaviano ebbe l'occidente, vale a dire l'Italia, le Gallie, la Spagna, con tutti gli altri paesi vicini a questi, e già sottomessi ai Romani; Antonio scelse l'oriente, cioè la Grecia, l'Egitto e tutti i paesi dell'Asia già soggiogati dai Romani.

  A139000325 

 Attendeva con tutte le sue forze a promuovere l'ordine, ed a procacciarsi coi benefizii l'amore de' Romani.

  A139000325 

 Quando poi s'accorse che Antonio per la disonorevole sua condotta era caduto in dispregio presso ai Romani, marciò contro di lui conducendo una flotta, vale a dire un'armata navale, di circa trecento galere.

  A139000332 

 Voglio però che voi, miei cari amici, notiate bene lo straordinario ingrandimento di questa potenza non essere tutto dovuto ai Romani, perchè noi potemmo osservare che la maggior parte di que' prodi, i quali si segnalarono nella gloria Romana, erano corsi a Roma dalle varie parti d'Italia.

  A139000334 

 Primo imperatore dei Romani, come vi ho già raccontato, fu Ottaviano Cesare, il quale ritornato a Roma vittorioso di Antonio fu accolto con indicibile applauso dal popolo e dal Senato.

  A139000348 

 Così lo scettro, ossia la sovrana autorità, cominciò a cessare di diritto, allorchè Erode il Grande fu creato re dai Romani; cessò di fatto in questo tempo che la Giudea fu fatta provincia Romana ed unita alla Siria, le quali cose, secondo la profezia di Giacobbe, dovevano avverarsi alla venuta del Salvatore

  A139000360 

 Tiberio ne informò il Senato e propose che Gesù Cristo fosse dai Romani posto {106 [106]} nel novero degli dei.

  A139000374 

 Accortosi poi Nerone che quel disastro metteva il colmo all'indignazione dei Romani contro di lui, negettò tutta la colpa sopra i Cristiani.

  A139000385 

 Ciò non ostante i Torinesi continuarono a mantenersi fedeli ai Romani imperatori.

  A139000387 

 Da abile generale egli aveva già soggiogato colle armi tutto quel paese; solo rimanevagli ad impadronirsi di Gerusalemme, quando gli eserciti Romani di Oriente sdegnosi di servire ad un crapulone quale era Vitellio, veggendo che Vespasiano era uomo coraggioso, abilissimo in fatto d'armi, affabile e cortese con tutti, perciò amato da tutti quelli che lo conoscevano, lo proclamarono imperatore.

  A139000387 

 Vespasiano fin dai tempi di Nerone era stato spedito in Palestina per acquetare alcuni tumulti insorti tra i Giudei, i quali or per un motivo or per un altro ribellavansi contro ai Romani.

  A139000392 

 I Giudei persuasi che quello era il secolo, nel quale secondo le profezie doveva venire il Messia, e credendo eziandio che il regno di quell'aspettato Liberatore fosse temporale, si ostinavano a difendersi contro ai Romani.

  A139000418 

 Traiano, nato nella Spagna, primo tra i Romani imperatori di nascita non italiana, fu uno dei migliori sovrani che abbia avuto Roma pagana.

  A139000420 

 Adriano, successore di Traiano, è altresì annoverato tra i più chiari imperatori romani.

  A139000427 

 I Romani erano chiusi nella gola di due montagne; davanti avevano il nemico di gran lunga in numero superiore; di più essendo nel bollor della state in breve la sete divenne tra loro sì crudele che' uomini e cavalli cadevano a terra sfiniti od arrabbiati.

  A139000430 

 I barbari giudicarono quel momento favorevole per attaccare i nemici, ma il cielo armandosi a pro' dei Romani scaricò sopra di quelli una terribile grandine, la quale mischiata con tuoni e fulmini rovinò tutti i loro battaglioni, in modo che rimasero vinti.

  A139000452 

 Presentatisi costoro ad Alessandro, gl'intimarono baldanzosamente che cedesse sull'istante i paesi che i Romani possedevano in Asia.

  A139000460 

 Al vedere, o giovani, l'imperatore nominato ora dai pretoriani, ed ora dagli eserciti; quando dal senato e quando dal popolo, forse direte: non vi era una legge che determinasse la successione all'impero e così prevenisse tanti mali? Presso ai Romani mancava proprio una tal legge: presso di noi è legge che il figlio primogenito succeda nel regno al padre defunto; questa successione si chiamò legittima: imparate a rispettarla.

  A139000477 

 Questi le dimandò con piglio severo, come mai avesse osato muover guerra agli imperatori Romani.

  A139000494 

 La pietà ch'egli sentiva pei Romani, ed il sapere che Massenzio disegnava di muovergli guerra, indussero Costantino a calare in Italia, traversando il Monginevro.

  A139000494 

 Nè guari andò che per la sua crudeltà incontrò l'odio dei Romani, i quali perciò si volsero a Costantino, che allora stava nelle Gallie.

  A139000496 

 I soldati Romani ed Italiani, ansiosi di essere liberati dalla tirannia di Massenzio tosto piegarono, gli altri combatterono valorosamente, ma in fine, rotta la cavalleria, tutto il campo voltò le spalle per rifuggirsi in Roma.

  A139000500 

 Trattò con modi i più rispettosi i Romani Pontefici che per lo innanzi orano sempre stati più d'ogni altro perseguitati, e considerando le molte spese che dovevano fare come capi della Chiesa, fece loro molte donazioni affinchè sostenessero con decoro una sì gran dignità.

  A139000564 

 Si vide allora in mezzo a quella desolata città una lunga processione di soldati barbari a portare divotamente i vasi sacri sul capo fino alla chiesa di S. Pietro, mentre i Romani pieni di stupore {163 [163]} si univano affollati alla processione dei barbari e s'inginocchiavano umilmente, confondendo in certo modo le grida di guerra coi cantici religiosi.

  A139000568 

 I Romani di quel tempo, cari giovani, erano affatto degenerati dal valore degli antenati.

  A139000572 

 Mentre queste cose avvenivano si avanzava verso l'Italia un nemico che minacciava di riuscire ai Romani più funesto degli stessi Vandali; questi fu il feroce Attila re degli Unni.

  A139000576 

 Gli Unni ebbero la peggio ed Attila stesso si trovò in grave pericolo, e forse per la prima volta intimorito abbandonò ai Romani il campo di battaglia ingombro di circa cento ottanta mila cadaveri de' suoi.

  A139000595 

 Ma tosto un prode generale chiamato Oreste, mosso dal desiderio di porre sul trono suo figlio, sollevò le guardie contro Nepote e riuscì a detronizzarlo e a far proclamare imperatore Romolo Augusto, che i Romani o per la giovanile sua età, o per disprezzo dissero Augustolo.

  A139000601 

 Siccome però gli usi ed i costumi degli antichi italiani ci sono in gran parte sconosciuti e quel poco che ne sappiamo ha strettissima relazione colla Storia Romana; così noi ci limiteremo a notare l'ordine civile de' romani fin dai primi tempi di Roma.

  A139000602 

 L'unione de' cento Senatori sabini coi cento Senatori romani inscritti nello stesso catalogo diede luogo al titolo di patres conscripti solito a darsi a tutti i Senatori insieme radunati.

  A139000603 

 Da principio i cavalieri erano tra carpo di guardie, ebe combattevano a cavallo, le quali coll'andare del tempo formarono il nerbo degli eserciti romani; e da questo derivo un ordine intermedio tra il patrizio ed il plebeo.

  A139000609 

 Due erano i Censori, i quali avevano l'incarico di tenere un esatto registro de' cittadini romani: essi vigilavano pure alla repressione del lusso e alla conservazione dei buoni costumi.

  A139000615 

 La religione dei romani e degli antichi italiani fu l'idolatria fino alla predicazione del Vangelo.

  A139000624 

 Sebbene i romani avessero un gran numero di divinità, e a tutte prestassero un cullo particolare, tuttavia le loro feste si passavano per lo più in gravi disordini.

  A139000625 

 Ma Numa Pompilio introdusse tra' romani molti usi praticati dagli Etruschi, e fra le altre cose aggiunse il mese di gennaio e febbraio e così 1'anno divenne più regolate composto di 365 giorni, e il numero dei mesi cominciò da gennaio come si pratica ancora oggidì.

  A139000628 

 Presso gli antichi italiani e specialmente presso ai Romani tutti erano soldati ad eccezione di quelli che erano destinati al culto degli déi.

  A139000630 

 L'arma comune a tutti i soldati romani era una corta spada a due tagli, e ben aflilata.

  A139000630 

 Per formare la così detta testuggine, i soldati romani imbracciavano certi scudi quadrati solidissimi, li sospendevano sopra il loro capo e li congiungevano per modo da comporre una specie di tetto sul quale rotolava quanto i nemici vi avessero gettato.

  A139000631 

 I romani usavano pur certe gallerie di legno, costrutte di grossi travi e rivestite di terra e di pelli fresche di bue, per preservarle dal fuoco; al coperto di queste gallerie si accostavano senza grave pericolo al muro o alla torre che volevano atterrare.

  A139000632 

 Le primitive insegne militari dei romani non erano altro che un fascetto di fieno legato alla cima di un'asta.

  A139000633 

 I Romani in paese nemico non mancavano mai di fortificare il loro campo, fosse pure per una sola notte.

  A139000635 

 I soldati romani non erano mai lasciati oziosi.

  A139000636 

 Ciò che faceva pregiare ai Romani queste corone era la solennità della distribuzione che facevasene dal generale alla presenza di tutto l'esercito.

  A139000646 

 Quando i Romani divennero i soli padroni dell'Italia, le pietre delle strade portavano scritta la distanza di quel punto da Roma.

  A139000652 

 Presso i Romani non era così: sempre occupati in guerre poco badavano alle arti ed al commercio.

  A139000655 

 L'abito dei Romani era indusium o camicia, la tunica ossia sopraveste e la toga.

  A139000657 

 I Romani furono i primi che introdussero in Italia il lusso nei banchetti.

  A139000659 

 Presso i Romani il pasto principale era la cena, la quale facevasi verso il tramonto del sole.

  A139000661 

 Non si dimandava più altro in Roma, non si parlava più d'altro tra i Romani che di lauti pranzi, di giuochi o di spettacoli, le quali cose accelerarono grandemente la rovina del romano impero.

  A139000661 

 Tale era la vita de' romani degenerati.

  A139000683 

 Per ripopolarla egli spedì S. Epifanio vescovo di Pavia a riscattare i romani che giacevano schiavi fuori d'Italia, e invitò gli esiliati a far ritorno in patria.

  A139000687 

 Creato console da Teodorico si era lealmente adoperato a vantaggio del regno; ma poi accusato di tener segrete pratiche con Giustino per ridonare la libertà ai Romani, incontrò, sebbene innocente, lo sdegno del sospettoso Teodorico e fu per ordine di lui posto in carcere, dove capo a sei mesi venne ucciso.

  A139000698 

 L'imperatore di Costantinopoli qualificava Totila di tiranno e di barbaro, tuttavia presso ai Romani egli ebbe vanto di umanità e di generosità.

  A139000732 

 Il diadema passò da Costantino ai Romani Pontefici e S. Gregorio Magno papa ne fece dono alla pia Teodolinda, e costei la presentò alla Basilica di S. Giovanni Battista in Monza.

  A139000761 

 Ed il popolo? I romani sempre difesero la persona e la vita di Gregorio, e colle armi respinsero i soldati imperiali.

  A139000769 

 2° Tale dominio temporale non solamente appartiene ai sudditi degli Stati Romani, ma si può chiamar proprietà di tutti i cattolici, i quali come figli {213 [213]} affezionati, in ogni tempo concorsero e devono tuttora concorrere per conservare la libertà e le sostanze del capo della cristianità.

  A139000784 

 Esso cominciò con un barbaro che lo acquistò con prodezze di valore, e fini con poca gloria; e possiamo dire che la mala fede e gli spergiuri di quei sovrani, e la loro avversione ai Romani Pontefici ne cagionò la rovina.

  A139000791 

 Carlo, giunto ad un'età avanzata, pareva all'apice della gloria e della potenza, poichè regnava ad un tempo sulla Germania fino al fiume Elba, su tutta la Gallia, su gran parte della Spagna, su parecchie isole del Mediterraneo e sull'Italia; solo gli mancava ancora il titolo di imperatore, che si riguardava in quel tempo come superiore a quello di tutti i re della terra, tanto era ancora viva la memoria degli imperatori romani, che furono per si lungo tempo i padroni del mondo.

  A139000793 

 A quelle parole il popolo e i sacerdoti Franchi e Romani, che empievano la Chiesa, lo salutarono con mille applausi col titolo d'imperatore; ed i suoi vasti stati presero il nome d'impero di Occidente, già abolito dal tempo in cui Odoacre, vinto Romolo Augustolo, erasi fatto re d'Italia.

  A139000893 

 La giusta fama di Gregorio VII difensore della libertà della Chiesa fu per lungo tempo contrastata {248 [248]} dai sovrani d'Europa, ai quali non piaceva la dottrina che un Papa possa scomunicare un regnante; ma i più dotti scrittori riconoscono in questo Papa uno dei più illustri romani pontefici.

  A139000894 

 Pertanto noi Italiani dobbiamo avere questo sommo pontefice in grande ammirazione sia perchè rese, in certa maniera, l'Italia indipendente dagli stranieri, sia perchè d'allora in poi gl'imperatori e i re non ebbero più alcuna influenza sulla elezione dei Romani Pontefici, anzi possiamo dire che dopo Gregorio VII cessò interamente l'influenza straniera sopra gl'Italiani, e fu posto un argine alle invasioni dei barbari.

  A139001024 

 La città di Genova, miei cari, era già molto rinomata al tempo dei Romani.

  A139001055 

 L'Italia finchè fu soggetta ai Romani adoperava la lingua latina, ma questa si andava a poco a poco corrompendo.

  A139001080 

 Io non posso enumerarvi ad una ad una le tristi vicende, cui andò soggetta Roma e direi tutta l'Italia nel tempo che i Romani Pontefici dimorarono in paesi stranieri.

  A139001094 

 L'incoronazione d'alloro, miei cari, era la più gran dimostrazione di stima e di onore che si potesse dare ad un uomo; e corrispondeva quasi al trionfo degli antichi Romani.

  A139001327 

 Gl'imperiali non potendo liberamente entrare in città, come desideravano, assalgono i bastioni, ma vengono ributtati giù nelle fosse dal valore di alcuni prodi Romani.

  A139001366 

 Il calcolo dei giorni prima di lui si faceva giusta il calendario ordinato e corretto da Giulio Cesare dittatore dei Romani, pochi anni prima della nascita del Salvatore.

  A139001559 

 Perciò Napoleone cominciò coll'imporre alla Santa Sede un tributo di parecchi milioni, per pagare i quali il Papa fu costretto a vendere molti oggetti destinati al divin culto; poscia comandò ad un {464 [464]} suo generale d'impadronirsi degli Stati Romani, e della medesima città di Roma.

  A139001589 

 «Debbo pensare, rispose, a settanta milioni di sudditi, a ottocentomila soldati, a centomila cavalli: nemmeno i Romani ebbero tanta forza d'armi.».

  A139001591 

 Mentre tutti i Romani sono in festa per accogliere il Canova nel suo ritorno, il Papa gli conferisce il titolo di principe, e gli assegna una pensione vitalizia di tremila scudi, circa sedicimila franchi.

  A139001622 

 Dicevasi pure che il Papa mandava un generale (Durando) alla testa di 10 mila Romani, quasi che Pio IX fosse egli promotore di quella guerra, mentre è cosa certa che il Papa mandava que' dieci mila soldati unicamente per difendere i confini degli Stati Pontificii con ordine espresso {485 [485]} di non oltrepassarli.

  A139001634 

 Fu in questo tempo che i soldati inviati a difendere i confini Romani trasgredirono gli ordini ricevuti, e andarono ad azzuffarsi cogli Austriaci nella Lombardia.

  A139001662 

 Egli era figlio di un barbiere di Bologna, città degli Stati Romani.

  A139001663 

 Per commutazione di pena, venne rinchiuso nelle prigioni degli Stati Romani.

  A139001670 

 La vettura cambiando spesso cavalli e i postiglioni, per le {498 [498]} premure e per l'oro del conte Spauro, stimolandoli a corso accelerato furono in breve trasportati al di là dei confini Romani.

  A139001674 

 In mezzo all'avvilimento del nome romano si trovarono ancora non pochi uomini di petto forte, che mostrarono non essere ancora estinto il coraggio dei Romani antichi.

  A139001675 

 «Il papato è decaduto di fatto e di diritto dal «governo degli stati Romani.

  A139001677 

 I rivoluzionari della Toscana, stimolati da Mazzini, capo degli sconvolgimenti di questi tempi, proclamarono eziandio la repubblica e si unirono ai Romani per far Roma capitale della Gran Repubblica Italiana.

  A139001682 

 Molte città e paesi degli stati romani, ricusando di sottomettersi al governo rivoluzionario, si mantennero fedeli al legittimo sovrano.

  A139001682 

 Però Pio IX in mezzo alle afflizioni cagionate da alcuni sudditi ribelli riceveva molte consolazioni da parte di parecchi illustri cittadini romani, che affrontarono gravissimi rischi per mantenersi fedeli.

  A139001687 

 Le potenze alleate, dopo di aver invano usato tutti i mezzi pacifici, decisero di venire colla forza delle armi a rimettere l'ordine negli stati Romani e ricondurre Pio IX sul suo trono.

  A139001688 

 I Napolitani si diedero a reprimere i ribelli in quella parte degli stati Romani che è confinante col regno di Napoli, gli Spagnuoli giunsero più tardi e stettero in riserva all'imboccatura del Tevere, pronti a prestare l'opera loro se fosse stato mestieri.

  A139001722 

 Quando il generale francese mandò le chiavi della città a Pio IX, gli partecipò eziandio la liberazione di Roma e degli Stati Romani, significandogli che poteva liberamente ritornare sul trono.

  A139001722 

 Questa notizia tornava al Santo Padre tanto più grata, in quanto che le cose eransi pure calmate in Piemonte, ove era salito al trono il Re Vittorio Emanuele II, mentre gli Austriaci dopo aver combattuto i ribelli in varie città degli Stati romani, erano pur riusciti a reprimerli, cacciarli dalla Toscana e ricondurre sul trono il Granduca Leopoldo.

  A139001725 

 La qual cosa produsse grande allegria pei Romani, perchè così vedevano rifiorire il commercio, e ripopolate le loro contrade.

  A139001751 

 Ma come i Romani per allontanare Annibale dall'Italia portarono la guerra in Affrica; così gli alleati per distogliere i Russi dal marciare sopra Costantinopoli portarono le loro armi in Crimea che è una penisola del Mar Nero, dove erano molte fortezze valorosamente difese dai Russi.

  A139001804 

 Fu sede di varii imperatori Romani ogg.

  A139001841 

 Benevento, città del Sannio nel regno di Napoli, denominata Malevento, primachè i Romani ne cambiassero così il nome.

  A139001876 

 Cartagine, celebre città dell'Africa, distrutta e poi ricostrutta dai Romani, oggi ridotta ad una piccola borgata, non molto lontana da Tunisi.

  A139001881 

 distretto di Benevento, nel regno di Napoli, chiuso fra due montagne, ove i Sanniti rinchiusero i Romani.

  A139001896 

 Casteggio, paese del Piemonte, ove Annibale pugnò contro ai Romani.

  A139001941 

 Europa, una delle tre parti del globo conosciuto dagli antichi: i Romani ne conoscevano poco le regioni settentrionali, poste oltre il Reno ed il Danubio.

  A139002188 

 di Lombardia al di qua del Po, dove i Romani furono vinti da Annibale.


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  A140000025 

 Allora che, miei cari giovani, leggeste la Storia Sacra, avrete senza dubbio notato come i prodi Maccabei centosessanta anni circa prima della venuta del Salvatore mandarono ambasciadori a Roma per fare alleanza coi Romani già divenuti padroni di tutta l'Italia

  A140000048 

 Come poi i Romani ebbero maggiori relazioni coi Greci, ne adottarono tutte le divinità.

  A140000053 

 Numa Pompilio primo legislatore religioso dei Romani propose all'adorazione la Dea Fede, affinchè tutti fossero eccitati a mantenere la parola data in ogni genere di contratti.

  A140000059 

 Una fu quella degli Assiri, l'altra dei Persiani, la terza dei Greci, la quarta dei Romani.

  A140000065 

 Mentre stavano attenti a guardare i giuochi, che si celebravano, i Romani ad un segno convenuto, tradita l'ospitalità, a mano armata piombarono addosso ai Sabini, e loro rapirono le fanciulle, malgrado la resistenza dei loro padri e dei loro fratelli.

  A140000065 

 Questi altamente sdegnato per l'oltraggio fatto a' suoi sudditi si pose alla testa di un formidabile esercito e mosse contro ai Romani, i quali in breve furono costretti a rinchiudersi dentro le mura di Roma.

  A140000066 

 Entrati così i Sabini in città appiccarono tre sanguinose battaglie, ed i Romani sarebbero forse stati interamente distrutti, se le zitelle dei Sabini, divenute spose dei Romani, non si fossero colle loro preghiere interposte per far cessare le ostilità.

  A140000069 

 Cento di questi patrizi furono scelti da Romolo per formare il Senato, ossia il Consiglio supremo dello Stato, a cui furono aggiunti cento Sabini, dopo che questi furono uniti coi Romani.

  A140000069 

 Primeggiavano i Ramnensi perchè compagni di Romolo e primi abitatori della città; essi dominarono soli sino alla fusione dei Romani coi Sabini, che formarono la seconda tribù, quella dei Tiziensi.

  A140000074 

 Dopo la morte di Romolo un uomo di nome Proculo si presentò al popolo, indi al Senato, dicendo che aveva veduto Romolo salire al cielo, il quale'gli aveva detto che voleva essere adorato dai Romani sotto al nome di dio Quirino.

  A140000074 

 Si prestò fede al racconto e gli fu innalzato un tempio sul vicino monte, detto d'allora in poi monte Quirinale, dove presentemente sorge il palazzo dei Pontefici romani col medesimo nome appellato.

  A140000075 

 Al vedere i primi Romani tanto rozzi e feroci non pensatevi che cosi fossero tutti gli altri italiani.

  A140000083 

 Dopo la morte di Romolo i Sabini ed i Romani disputarono due anni per sapere chi avrebbero scelto per loro Re.

  A140000084 

 Egli amava più di vivere col vecchio suo genitore, che addossarsi un carico tanto pericoloso; laonde rispose agli ambasciatori: «Perchè volete che io lasci mio padre e la mia casa per accettare una dignità che offre tanti pericoli? A me non piace la guerra poichè essa non reca agli uomini se non danno; io amo e rispetto gli Dei, che i Romani non conoscono e che dovrebbero temere ed onorare.

  A140000084 

 Fu grandissima la gioia in Roma, allora che si seppe che Numa era re dei Romani

  A140000085 

 Invece di tenere i Romani continuamente occupati in giuochi ed in esercizi militari, come aveva fatto Romolo, egli a tutti i suoi sudditi distribuì campi da coltivare, strumenti per lavorare la terra, perchè l' agricoltura ossia la coltivazione delle campagne deve essere riputata la prima di tutte le arti, come quella che procaccia il nutrimento agli uomini e contribuisce assai a renderli robusti ed onesti.

  A140000092 

 Fu deciso che fossero scelti tre Romani e tre Albani a combattere insieme, con patto che il popolo di quelli, i quali riportassero vittoria, darebbe leggi all'altro.

  A140000092 

 Questi furono scelti dai Romani per la decisiva tenzone.

  A140000093 

 In questo modo incoraggiati i Romani raddoppiarono i loro sforzi e furono vittoriosi.

  A140000093 

 Per questo fatto gli Albani divennero sudditi dei Romani; ma non durarono a lungo nella giurata fede.

  A140000093 

 Quindi così parlò a Mezio: Poichè la tua fede fu dubbia tra i Romani e i Fidenati, il tuo corpo sia diviso a somiglianza di quella.

  A140000094 

 Giunto esso in quella sventurata città con buon nerbo di soldati romani comandò a tutti gli abitanti di uscire dalle loro case.

  A140000094 

 Usciti appena, i Romani spianarono al suolo la magnifica città d' Alba, detta la Lunga, perchè posta lungo le radici di un monte e le rive di un lago detto ancora monte e lago Albano.

  A140000095 

 Così credettero i romani, persuasi che Dio punisce l'irreligione anche nei personaggi più elevati.

  A140000095 

 Lo stesso Tullo dopo avere intimata la guerra ai Fidenati, la mosse eziandio contro ai Veienti, popoli guerrieri abitanti non lungi da Roma, i quali dopo sanguinose battaglie dovettero anche arrendersi alla crescente potenza dei Romani.

  A140000097 

 Costoro avevano fatto grave oltraggio ai Romani.

  A140000097 

 Questo modo di dichiarare la guerra fu di poi in uso presso gli antichi Romani.

  A140000109 

 Laonde quando i Romani cominciarono a stendere sopra l'Italia le loro conquiste, gli Etruschi non mancavano di savie leggi, di florido commercio ed avevano già fatto gran progresso nelle arti e nelle scienze.

  A140000110 

 Servio divenuto re, attese con grande zelo a migliorare la sorte dei Romani.

  A140000114 

 Intanto Tarquinio per cattivarsi in qualche maniera l'affetto dei Romani cominciò la costruzione di un magnifico tempio sul monte Tarpeo.

  A140000119 

 Di mano in mano, che i Romani crescevano in numero ed in potenza, estendevano il loro dominio sopra molti paesi d'Italia, di modo che i popoli vicini o spontaneamente o per forza eransi con loro uniti.

  A140000119 

 Ma il dominio dei Romani si estendeva solo sopra una piccola parte della nostra penisola.

  A140000120 

 Intanto cacciato Tarquinio, dichiarato reo di tradimento chiunque ardisse proteggerne il ritorno, i Romani decisero di governarsi a repubblica, la quale forma di governo differiva solo dalla monarchia in questo, che i re governavano a vita, laddove nella repubblica erano eletti due magistrati con autorità suprema, la quale poteva conservarsi solamente un anno.

  A140000124 

 L'entusiasmo della libertà spinse i Romani ad atti eroici.

  A140000124 

 Porsenna re di Chiusi, città dell'Etruria, fu il primo a porgergli aiuto, non perchè amasse l'iniquo Tarquinio, ma per avere occasione di muovere guerra ai Romani, i quali divenendo ogni giorno più potenti destavano gelosia e timore.

  A140000124 

 Tarquinio respinto dai Romani eccitò l'Italia tutta contro di Roma.

  A140000125 

 Quelli che stavano alla guardia del ponte fuggirono, e soli rimasero a contrastarne il passo tre Romani, uno dei quali appellavasi Orazio soprannominato Coclite, perchè era cieco di un occhio.

  A140000126 

 Stupì Porsenna a tanto coraggio; e risolvette di soggiogare i Romani colla fame, vale a dire facendo sì che niuna sorta di commestibile potesse entrare in Roma.

  A140000127 

 Arrestato e condotto alla presenza di Porsenna, ed interrogato che cosa lo avesse indotto a tanto misfatto, rispose: «Il desiderio di salvare la mia patria; e sappi che trecento giovani romani giurarono al pari di me di dare la morte al tiranno.» Ciò detto corse a porre la sua destra sopra un ardente fuoco, lasciando che si abbruciasse per castigare quella mano, la quale erasi ingannata nell'uccidere il segretario in luogo del re.

  A140000129 

 Conchiuse perciò un trattato di pace co' Romani e visse di poi con loro in buon accordo, e sempre n'ebbe segni di benevolenza.

  A140000129 

 Infatti il suo figlio Arunte, essendo stato sconfitto presso la città di Arida, le sue genti fuggiasche vennero con bontà accolte dai Romani.

  A140000130 

 Tarquinio vedendosi da Porsenna abbandonato andò a cercare contro i Romani nuovi nemici, i quali non ebbero miglior riuscita dei primi.

  A140000133 

 I Latini, che erano già stati vinti da Anco Marzio, approfittando delle intestine discordie dei Romani, non vollero più riconoscere l'autorità di Roma, e contro quella impugnarono le armi.

  A140000135 

 L'anno seguente i Latini presero le armi, e perciò i Romani dovettero eleggere un secondo dittatore.

  A140000138 

 Due soli tribuni della plebe ebbero i Romani nei primi tempi: ma il loro numero fu più innanzi portato fino a dieci.

  A140000141 

 Dove noi vediamo ora la campagna di Roma, era anticamente il paese dei Volsci, popoli che furono molto tempo formidabili ai Romani, e fecero loro toccare molte sconfitte.

  A140000141 

 In un fatto d'armi tra Volsci e Romani si segnalò un cittadino romano di nome Marzio.

  A140000141 

 Vedendo questi, che i Romani erano quasi interamente disfatti, con ammirabile prodezza si oppose al nerbo dell' esercito dei Volsci, li sconfisse e s' impadroni di Corioli loro capitale, onde gli venne dato il glorioso nome di Coriolano.

  A140000142 

 Tuttavia dopo molti servigi renduti ai Romani cadde loro in sospetto, quasi che ambisse di essere fatto re; fu perciò costretto ad uscire di Roma per andarsene in esilio.

  A140000143 

 Allora ricorsero ad uno spediente, che riusci bene ai Romani e funesto a Coriolano.

  A140000146 

 Liberati i Romani da tale pericolo, i cittadini ricominciarono a suscitare tumulti infra di loro, chiedendo che si approvasse una legge, la quale aveva per iscopo di scompartire i beni della repubblica fra il popolo.

  A140000147 

 Nel raccontare le segnalate vittorie dei Romani non devo tacervi le sconfitte che talvolta essi toccavano; giacchè avevano a combattere contro repubbliche italiane governate da uomini peritissimi nell'arte militare.

  A140000148 

 I Volsci e gli Equi, popoli essi pure non molto distanti da Roma, vennero a dichiarare la guerra ai Romani.

  A140000151 

 I Romani riconoscenti a Cincinnato, che aveva salvato la patria e l'esercito, gli concedettero la gloria del trionfo.

  A140000154 

 I Romani di quei tempi avevano bensì alcuni decreti, alcune costituzioni, ma non avendo una legge determinata, spesso la giustizia dipendeva dal capriccio di chi giudicava.

  A140000160 

 Le sue campagne sono fertilissime, ed i Romani ne traevano tanti prodotti, che fu per molto tempo appellata il granaio di Roma.

  A140000176 

 Ora che vi ho raccontato la storia di due tiranni di Siracusa, ritorniamo alle cose dei Romani.

  A140000177 

 Essi avevano sempre dato che fare ai Romani, e Veio loro capitale aveva il primato sopra la stessa Roma per grandezza, ricchezza e potenza.

  A140000178 

 Gelosi perciò i Romani risolvettero di abbatterli e andarono a cingere di assedio la stessa loro capitale.

  A140000179 

 In simile guisa, prima che i Veienti se ne avvedessero, i Romani riuscirono a penetrare entro alle mura nemiche.

  A140000180 

 Ma i Romani non tardarono a pentirsi della loro ingiustizia verso di un tanto uomo, quando si videro i Galli alle porte della loro città.

  A140000182 

 E Brenno a loro: Non sapete, che il diritto dei valorosi sta nella spada? I Romani medesimi con quale diritto usurparono eglino molte città? Ma una ragion di guerra abbiamo pur noi.

  A140000183 

 I Romani giudicando aver nulla a temere da quei barbari non si degnarono mai di rispondergli.

  A140000183 

 I legati Romani accolsero freddamente le ardite parole del conquistatore, ed essendo seguita una battaglia tra i Galli ed i Chiusini, i legati non esitarono a prendervi parte, ed uno di loro uccise un Gallo spogliandolo delle sue armi.

  A140000183 

 La battaglia fu accanitissima, ma funesta ai Romani; quarantamila dei quali restarono sul campo, gli altri furono messi in fuga.

  A140000185 

 Allora i Galli stimarono bene fare la pace coi Romani, e costrettili a pagare loro una grossa somma di danaro, carichi di spoglie, abbandonarono la rovinata città e corsero a difendere le loro terre assalite dai Veneti, abitanti delle rive dell'Adriatico in vicinanza del sito ove più tardi sorse Venezia

  A140000185 

 I più prodi Romani eransi ritirati nella fortezza del Campidoglio, che fu tosto assediata dai Galli.

  A140000186 

 Brenno pose in sulla bilancia anche la spada gridando: Guai ai vinti! Intanto sopraggiunto Camillo co'suoi, interruppe l' alterco dicendo: Col ferro e non coll'oro devono i Romani redimere la loro patria.

  A140000186 

 Mentre si pesava l'oro, i Galli non solo usarono pesi falsificati, ma alle querele dei Romani aggiunsero l'insulto.

  A140000186 

 Si racconta da altri che i Romani assediati in Campidoglio avevano patteggiato di dare mille libbre d'oro ai Galli, affinchè questi si ritirassero.

  A140000188 

 Avevano i Romani appena ristorata la città e riparati i mali dai nemici cagionati, quando insorsero nuove guerre e non meno delle antecedenti sanguinose.

  A140000189 

 I popoli della Campania {55 [55]} avevano mandato ad implorare la protezione de' Romani contro alle infestazioni dei Sanniti, ed il Senato di Roma ordinò a questi che cessassero dalle ostilità.

  A140000190 

 Per la qual cosa non ostante la singolare perizia dei Sanniti nelle armi, i Romani furono sempre condotti alla vittoria.

  A140000192 

 I Romani a quella vista, ripreso coraggio, sbaragliarono i Latini e ne menarono tale strage, che appena la quarta parte campò da morte.

  A140000192 

 I Romani per tema di castigo se ne stavano tutti taciturni, e niuno osava affrontarsi.

  A140000192 

 Non andò guari che l'ala sinistra de' Romani mostrò di piegare.

  A140000192 

 Siccome questo popolo nei costumi era molto somigliante ai Romani, così ad evitare la confusione, che avrebbe potuto nascere nelle battaglie, fu da' Romani imposta la pena di morte a chi fosse uscito dalle file.

  A140000193 

 Postumio avviluppato in quella gola fatale si vide assalito da una grande quantità di nemici, che gli attraversavano la strada, mentre dall'alto delle rupi i Sanniti scagliavano frecce addosso ai Romani e facevano rotolare sopra di essi enormi sassi.

  A140000194 

 Ponzio capitano dei Sanniti fu generoso, e la concesse a condizione che i Romani consegnassero le armi, e passando sotto al giogo giurassero di non più combattere contro ai Sanniti ed ai loro alleati.

  A140000195 

 Cosiffatto avvenimento è conosciuto sotto il nome di forche caudine da Caudio (ora Ariola) città situata tra Capua e Benevento nell' Italia meridionale, vicino alla quale i Romani furono sottoposti a quella ignominia.

  A140000195 

 E questa l'unica volta che i soldati romani siano stati costretti a passare sotto al giogo: e ne furono sì pieni di vergogna, che camminarono in silenzio verso di Roma, nè vollero entrarvi se non di notte, andando ciascuno a nascondersi nella propria casa.

  A140000196 

 Mentre i Sanniti stavano tranquilli sulla parola data dai Romani, questi violando la promessa misero in piedi un numeroso esercito, e li assalirono all'impensata.

  A140000197 

 Stanchi i Sanniti di tante sanguinose battaglie si sottomisero finalmente ai Romani.

  A140000198 

 Dai fatti óra narrati, cari amici, non vorrei che imparaste ad esempio de' Romani a non mantenere la fede data, quando vi torni a conto di fare il contrario; anzi abbonite la mala fede, perciocchè l' uomo onesto, quando in cose giuste, impegna la parola, deve a qualunque costo mantenerla.

  A140000199 

 Giovane intrepido e vago di gloria erasi Pirro già segnalato con molte vittorie; ed era sommamente ansioso di misurare le sue forze con quelle de' Romani.

  A140000199 

 Pel che i Romani risolsero di far valere le loro ragioni colle armi.

  A140000201 

 Fece curare i feriti e seppellire i morti; lodò il coraggio dei Romani, e mirando que' prodi estinti, ma tutti colpiti davanti, indizio che non avevano mai voltate le spalle al nemico, andava esclamando: Mi sarebbe facile conquistare tutto il mondo, se io fossi re dei Romani.

  A140000201 

 I Romani, i quali non avevano mai veduti elefanti, ne furono così spaventati, che si diedero a precipitosa fuga; e lo stesso Levino dovette la salvezza alla celerità del suo cavallo.

  A140000201 

 Quindici mila Romani caddero morti, ottomila furono fatti prigionieri.

  A140000202 

 Ma i Romani non potevano acquietarsi di quella battaglia perduta, e incoraggiati dal senatore Fabrizio rifiutarono i regali e le proposte di Pirro, dicendo che avrebbero trattato di pace quando egli avesse sgombrata l'Italia.

  A140000203 

 I Romani specchiavansi in lui come in un modello di virtù.

  A140000204 

 Intanto i Romani, ristorate le loro perdite, crearono console il valoroso Fabrizio, il quale di buon grado si pose alla testa di un nuovo esercito per tentare con ogni sforzo di respingere Pirro.

  A140000206 

 Finalmente si venne a battaglia campale, e questa volta la vittoria fu dei Romani.

  A140000207 

 Dicesi che Pirro prima di lasciare la Sicilia abbia con dolore esclamato: «Che bel campo lasciamo ai Romani ed ai Cartaginesi!».

  A140000207 

 Pirro, forzato dai Romani ad abbandonare l'Italia, passò {60 [60]} prima in Sicilia; ma poco dopo alcune turbolenze il richiamarono in Epiro.

  A140000208 

 Questa guerra fruttò ai Romani il dominio sopra quasi tutta l'Italia meridionale, e la fama del loro valore cominciò a dilatarsi presso alle nazioni straniere.

  A140000210 

 Le conquiste fatte dai Romani nello spazio di cinque secoli erano estese a tutti i paesi d'Italia, così che cinquecento anni dopo la fondazione di Roma erano considerati come i soli padroni della penisola.

  A140000212 

 I Romani, come già vi ho detto; divenuti padroni dell'Italia udivano con invidia a parlare della magnificenza di Cartagine e della prodezza dei Cartaginesi, e aspettavano una occasione che servisse di pretèsto per condurre le loro legioni contro a quella formidabile rivale.

  A140000213 

 I Mamertini dal canto loro, certi di non poter far fronte a cosi potenti nemici, fecero ricorso ai Romani.

  A140000214 

 Finalmente la vittoria stette pei Romani.

  A140000214 

 La sorte delle armi fu propizia ai Romani, che, fatti arditi per alcune vittorie riportate per terra sopra i Cartaginesi, allestirono altre navi e li assalirono anche per mare.

  A140000215 

 Animati i Romani da questi prosperi successi deliberarono di portare le loro armi in Africa.

  A140000215 

 Era questa la prima volta che i romani uscivano dei confini d'Italia.

  A140000218 

 Dopo tale sconfitta i Romani non mancarono di fare nuovi {63 [63]} tentativi per rifarsi delle loro perdite; ma invano: poichè le cose loro andarono e per mare e per terra di male in peggio.

  A140000218 

 I Cartaginesi lieti di queste prospere imprese entrarono in isperanza di ottenere la pace dai Romani a condizioni migliori.

  A140000221 

 Ripresero tosto le armi Cartaginesi e Romani; si combattè con accanimento e con perdite gravissime da ambe le parti, ma da ultimo i Romani prevalsero, e i Cartaginesi chiesero nuovamente la pace.

  A140000226 

 Cartagine, indebolita come era, accettò queste dure condizioni, e cosi dopo 24 anni di combattimenti ebbe termine la prima delle tre grandi guerre dei Romani coi Cartaginesi dette guerre puniche da una parola latina che vuol dire cartaginese.

  A140000227 

 Ma in battaglia navale essendo stato sconfitto, e non potendo immantinenti vendicare l'onor militare, prese un suo figlio ancora fanciullo, chiamato Annibale, il condusse in un tempio, e dinanzi all' altare degli Dei il fece giurare di voler essere nemico dei Romani per tutta la vita.

  A140000227 

 Un illustre generale cartaginese di nome Amilcare erasi reso assai celebre nella prima guerra punica, ed in parecchi combattimenti era stato vincitore contro ai Romani.

  A140000228 

 Annibale fatto adulto, malgrado la pace conchiusa tra Roma e Cartagine, risolvè di attaccare i Romani, e con una armata di ben cento cinquanta mila uomini traversò il Mediterraneo, penetrò nella Spagna, assalì e distrusse Sagunto, città alleata dei Romani, e ciò per farsi strada a venire in Italia.

  A140000230 

 Colà i romani, a cagione del luogo svantaggioso, toccarono pure una sconfitta ancora più funesta di quella del Ticino.

  A140000231 

 Si accorsero allora i Romani, che queste tre sanguinose sconfitte provenivano da mancanza di abile capitano, e si giudicò che la prudenza del dittatore Fabio Massimo avrebbe potuto riparare le perdite de' suoi antecessori.

  A140000232 

 Fece legare grossi fastelli di sarmenti secchi alle corna di duemila buoi, e, appiccatovi il fuoco, sul far della notte cacciò quegli animali verso le alture occupate dai Romani.

  A140000234 

 Mentre dà Fabio tenevansi i Cartaginesi a bada, i Romani ebbero tempo di radunare nuove genti e di mettere in piedi un esercito, il quale se fosse stato capitanato da Fabio avrebbe avuto miglior fortuna.

  A140000236 

 Difatto se dopo la sconfitta di Canne Annibale fosse andato a Roma, la guerra sarebbe stata finita, e la potenza dei Romani abbattuta per sempre.

  A140000240 

 Emulo del generale cartaginese, il quale per battere i Romani in Italia era andato ad assalirli nella Spagna, egli pure colà, all'età di soli ventiquattro anni, assalì i Cartaginesi già fattisi padroni di quel vasto regno.

  A140000240 

 Roma mancava tuttora di un capitano da mettere a fronte di Annibale, e le perdite dai Romani sofferte si attribuivano sempre all'inabilità dei generali.

  A140000253 

 Costui ebbe la viltà di proporre ai Romani di {69 [69]} dare loro nelle mani un uomo, cui egli aveva promesso di proteggere.

  A140000253 

 Esiliato dall'ingrata sua patria, non avendo più sicura la vita, cercò asilo primieramente presso Antioco, re di Siria e nemico de' Romani, e quindi presso Prusia re di Bitinia.

  A140000258 

 I Romani mandarono Marcello per assediarla, e se ne sarebbero prestamente impadroniti ove non fosse stato colà un dotto meccanico di nome Archimede, uomo pregiato in tutta l'antichità, specialmente per lo studio che aveva fatto delle matematiche.

  A140000261 

 I Romani trucidarono barbaramente tutti i Siracusani caduti nelle loro mani.

  A140000264 

 Questa carica durava cinque anni; l'uffizio annessovi era di tenere il registro de'cittadini romani, del loro patrimonio, ed inoltre il registro de'cavalieri e dei senatori.

  A140000265 

 A forza di udire a ripetersi questa cosa i Romani risolvettero di effettuarla, e spedirono in Africa un console di nome Censorino.

  A140000265 

 Catone, siccome uomo frugale, si opponeva con tutto il rigore al lusso ed alla mollezza, vizi dannosissimi alla società, che già cominciavano ad introdursi fra i Romani.

  A140000265 

 Dopo una resistenza accanita ma inutile, la città intera cadde in potere di Scipione Emiliano, figliuolo adottivo dell'altro Scipione, che allora si trovava alla testa de' Romani.

  A140000265 

 Perciò tutti gli assalti de' Romani tornavano inutili.

  A140000265 

 Sono indicibili i gagliardi sforzi degli assedianti, e già i Romani stavano per levare l'assedio, quando venne loro in soccorso il tradimento di un certo Farneade, generale della cavalleria cartaginese.

  A140000266 

 Nello stesso anno, in cui cadde Cartagine, fu pure dai Romani distrutta la città di Corinto per opera di Mummio, e poco dopo per mano dello stesso Scipione fu incenerita anche Numanzia, la città più forte della Spagna, che aveva seguite le parti dei Cartaginesi.

  A140000267 

 Intanto le vittorie luminose, che i Romani avevano riportate sopra le più potenti nazioni della terra, traevano in ammirazione i popoli che abitavano in luoghi lontanissimi da Roma; e tutti si davano premura di fare alleanza coi Romani: Lo stesso Giuda Maccabeo, quell'uomo valoroso, di cui lungamente vi parlai nella Storia Sacra, sbalordito dalle gloriose imprese che i Romani compievano in pace ed in guerra, mandò a Roma due illustri personaggi per conchiudere coi Romani un trattato di amicizia.

  A140000268 

 Chi fa guerra a' Giudei, la fa altresì ai Romani; questi due popoli saranno tra di loro perfetti amici, e si presteranno reciprocamente soccorso qualora ne sia il bisogno.».

  A140000268 

 Era del tenore seguente: «Vengano tutti i beni a' Romani ed alla nazione de' Giudei per mare e per terra in eterno: le armi nemiche siano sempre da loro lontane.

  A140000269 

 In simile guisa quel popolo di Dio cominciò ad unirsi ai Romani, coi quali fra poco lo vedremo congiunto per formare un popolo solo con una legge sola, colla medesima religione cristiana.

  A140000270 

 Con grande mio rincrescimento devo ora raccontarvi una guerra, non più de' Romani con popoli stranieri, ma una guerra civile, cioè tra Romani medesimi.

  A140000275 

 A Q. Metello nel comando succedette Mario, che dopo fieri combattimenti terminò la guerra mediante il tradimento di Bocco re di Mauritania, il quale consegnò ai Romani Giugurta suo suocero.

  A140000275 

 Vi feci già notare come i Romani non essendosi più occupati con assiduità nell'esercizio delle armi, si erano dati all'avarizia, vizio abbominevole che conduce l'uomo alle più vili azioni.

  A140000276 

 Due eserciti Romani, che ardirono affrontarli, furono totalmente disfatti.

  A140000277 

 Ma i Teutoni erano soltanto vinti a mezzo; perciocchè i Cimbri, forzato il passaggio delle Alpi e cacciatisi innanzi ai Romani, andarono ad accamparsi nelle pianure poste tra l'Adige e Milano, dette allora Gallia Cisalpina.

  A140000278 

 Quegli ambasciatori a metà nudi, con elmetti in testa sormontati da penne di pavoni, avvolti in pelli con aspetto feroce al pari delle bestie, cagionarono maraviglia e stupore ai Romani.

  A140000280 

 Cosi l'Italia fu liberata da quell'invasione di barbari, i quali sarebbero stati invincibili, quando avessero avuto la disciplina degli eserciti romani; ma essi sapevano soltanto combattere furiosamente e con coraggio.

  A140000280 

 Scorgendo esse i propri figliuoli in procinto di cader in potere dei vincitori li strangolarono colle trecce dei loro lunghi capelli; poi vedendo accostarsi i soldati romani, nè potendo più combattere, si appiccarono tutte ai timoni dei propri carri; niuna essendovi che volesse sopravvivere alla disfatta della propria nazione.

  A140000281 

 Mario fu colmato dai Romani di grandi onori, e considerato come un nuovo fondatore di Roma e il salvatore dell'Italia.

  A140000282 

 La distruzione di Cartagine, la sottomissione della Spagna, le conquiste fatte nell'Asia, il dominio esteso sopra tutta l'Italia, la sconfitta data da Mario ai Teutoni ed ai Cimbri lasciarono i Romani senza competitori.

  A140000282 

 Tutti coloro, che non godevano del diritto di cittadinanza, erano dai Romani tenuti come schiavi.

  A140000283 

 Questa prerogativa fece inorgoglire i Romani a segno, che giudicando schiavi gli altri popoli, s'impadronivano dei loro beni; e si giunse fino a {77 [77]} stabilire con legge che niun forestiere potesse più fermarsi in Roma.

  A140000284 

 I Romani spaventati da questa sollevazione posero in piedi quante genti poterono, armando ancora grande numero di schiavi, e ricorrendo alle nazioni estere loro amiche.

  A140000285 

 Fomentavano il timore dei Romani alcuni funesti segni che gli autori antichi riferiscono essersi in quel tempo veduti.

  A140000285 

 Una corona solare comparve subitamente a vista di Roma; il vulcano, che è presso Napoli, fece una straordinaria eruzione, vale a dire mandò fuori una grande quantità di fuoco; i simulacri delle divinità stillarono sudore dal volto; i topi corrosero parecchi scudi d'argento; i cani ulularono a guisa di lupi; l'idrofobia, morbo volgarmente detto rabbia, si spiegò negli armenti; si videro animali a piangere; si udirono voci sotterranee, e simili altre cose, le quali sebbene fossero prive di significato in rapporto alla guerra, tuttavia dai Romani erano avute come indizi di imminenti sventure.

  A140000286 

 Cominciò dal concedere la cittadinanza ai popoli rimasti fedeli ai Romani, quindi alle città che vollero deporre le armi, e in fine a {78 [78]} tutti indistintamente.

  A140000287 

 Divenuto console cominciò col mettere a prezzo la testa di quel prode capitano, sotto pretesto ch'egli avesse favorito gli Italiani contro al Senato: accusa priva di fondamento, perchè Mario aveva condotto gli eserciti romani contra gli alleati durante la guerra.

  A140000289 

 Per odio contro ai Romani quel re aveva fatto trucidare centomila Italiani, che abitavano nel suo regno.

  A140000293 

 Quattro eserciti romani spediti contro di loro furono sbaragliati e posti in fuga.

  A140000294 

 Intanto che queste cose succedevano Mitridate tentò nuovamente la sorte delle armi contro ai Romani.

  A140000296 

 Del che i Romani riconoscenti gli diedero il sopranome di padre della patria.

  A140000299 

 Crasso era bensì un valente capitano, ma il più avaro dei Romani.

  A140000299 

 L'avidità del bottino lo impegnò in una guerra contro ai Parti, popoli bellicosi, che abitavano al di là della Mesopotamia, dove i Romani malgrado il valore e la loro intrepidezza rimasero battuti e vinti.

  A140000301 

 Erano Romani contro Romani, Italiani contro Italiani; il sangue scorse orribilmente; ma la fortuna fa per Cesare; e Pompeo a stento potè salire sopra una nave e fuggire in Egitto.

  A140000304 

 Gli uccisori di Cesare credevano, che i Romani avrebbero fatto plauso al loro delitto, ma fu l'opposto.

  A140000311 

 Antonio scelse l'Oriente, cioè la Grecia, l'Egitto e tutti i paesi dell'Asia già soggiogati dai Romani.

  A140000313 

 Attendeva con tutte le forze a promuovere l'ordine ed a procacciarsi coi benefizi l'amore de' Romani.

  A140000318 

 Voglio per altro che voi, miei cari amici, notiate lo straordinario ingrandimento di questa potenza non essere da attribuire ai soli Romani, perchè noi potemmo osservare come la maggior parte di quei prodi, i quali, si segnalarono nella gloria Romana, erano corsi a Roma dalle varie parti d'Italia.

  A140000320 

 Primo imperatore dei Romani, come vi raccontai, fu Cesare Ottaviano, il quale, ritornato a Roma vittorioso di Antonio, fu accolto con indicibile applauso dal popolo e dal Senato.

  A140000329 

 Egli promosse talmente le scienze e le arti, che non mai fiorirono cotanto presso i Romani, quanto sotto al suo regno, che perciò venne chiamato il secolo di Augusto ed anche l'età d'oro.

  A140000329 

 Nella filosofia lo stesso Cicerone, che se ne può dire il padre presso i Romani.

  A140000329 

 Poco progredirono i Romani nella scultura, pittura e musica, ma a perfezione recarono l'architettura, nella quale in modo speciale s'illustrò Vitruvio.

  A140000335 

 Così lo scettro ossìa la sovrana autorità presso al popolo giudaico cominciò a cessare di pieno diritto, quando Erode il Grande fu creato re dai Romani; cessò di fatto quando la Giudea fu fatta provincia romana ed unita alla Siria; le quali cose secondo la profezia di Giacobbe dovevano avverarsi alla venuta del Salvatore

  A140000346 

 Tiberio ne informò il Senato e propose che Gesù Cristo fosse dai Romani posto nel novero degli déi.

  A140000358 

 Accortosi poi Nerone che quel disastro metteva il colmo all'indignazione dei Romani contro di lui, ne riversò tutta la colpa sopra i Cristiani.

  A140000366 

 Ciò non ostante i Torinesi continuarono a mantenersi fedeli ai Romani imperatori.

  A140000367 

 Da abile generale egli aveva già soggiogato colle armi tutto quel paese; e solo rimanevagli ad impadronirsi di Gerusalemme, quando gli eserciti Romani di Oriente, sdegnosi di servire ad un crapulone quale era Vitellio, proclamarono imperatore Vespasiano, universalmente conosciuto per uomo coraggioso, abilissimo nel fatto delle armi, affabile e cortese con tutti, perciò amato da tutti.

  A140000367 

 Vespasiano fino dai tempi di Nerone era stato spedito in Palestina per acquetare alcuni tumulti insorti tra i Giudei, i quali, ora per un motivo, ora per un altro ribellavansi ai Romani.

  A140000371 

 I Giudei persuasi essere quello il secolo, nel quale secondo le profezie dovesse venire il Messia, e credendo eziandio che il regno di quell'aspettato Liberatore fosse temporale, si ostinavano a difendersi contro ai Romani.

  A140000392 

 Questi, nato nella Spagna, primo tra i romani imperatori di nascita non italiana, fu uno de' migliori sovrani, che abbia avuto Roma pagana.

  A140000395 

 Adriano, successore di Traiano, è altresì annoverato tra i più chiari imperatori romani.

  A140000400 

 I Romani erano chiusi nella gola di due montagne; e davanti avevano il nemico di gran lunga superiore; di più, essendo nel bollor della state, in breve la sete divenne tra essi tanto crudele, che uomini e cavalli cadevano a terra sfiniti od arrabbiati.

  A140000401 

 I barbari giudicarono quel momento favorevole per attaccare {110 [110]} i nemici, ma il cielo armandosi a pro dei Romani, scaricò sopra di essi una terribile grandine, la quale accompagnata da tuoni e fulmini scompigliò talmente le loro file, che rimasero vinti.

  A140000420 

 Presentatisi costoro ad Alessandro, gl'intimarono baldanzosamente che cedesse immantinenti i paesi che i Romani possedevano in Asia.

  A140000428 

 Al vedere, o giovani, l'imperatore nominato ora dai pretoriani ed ora dagli eserciti, quando dal Senato e quando dal popolo, forse direte: Non vi era una legge, che determinasse la successione all'impero e che così prevenisse tanti mali? Presso ai Romani mancava veramente questa legge.

  A140000442 

 Questi le dimandò con piglio severo, come mai avesse osato muovere guerra agli imperatori romani.

  A140000457 

 La pietà ch'egli sentiva pei Romani, ed il sapere che Massenzio disegnava di muovergli guerra, indussero Costantino a calare in Italia, traversando il Monginevra.

  A140000457 

 Ma per la sua crudeltà cadde in odio ai Romani, i quali perciò si volsero a Costantino, allora dimorante nelle Gallie.

  A140000458 

 I soldati romani e gli italiani, ansiosi di essere liberati dalla oppressione di Massenzio, presto piegarono, gli altri combatterono valorosamente, ma in fine rotta la cavalleria, tutto il campo voltò le spalle per rifugiarsi in Roma.

  A140000461 

 Trattò coi modi più rispettosi i romani Pontefici, che per lo innanzi erano sempre stati perseguitati; e considerando le molte spese che dovevano sostenere, come capi della Chiesa, fece loro molte donazioni, affinchè esercitassero con decoro la grande loro dignità.

  A140000517 

 Si vide allora in mezzo alla desolata città una lunga processione di soldati barbari portare divotamente i vasi sacri sul capo fino alla chiesa di s. Pietro, mentre i Romani pieni di stupore si univano affollati alla processione dei barbari, e s'inginocchiavano umilmente, confondendo in certo modo le grida di' guerra coi cantici religiosi.

  A140000521 

 I Romani di quel tempo, cari giovani, avevano affatto degenerato dal valore degli antenati.

  A140000525 

 Mentre queste cose avvenivano si avanzava verso dell' Italia un nemico che minacciava di riuscire ai Romani più funesto degli stessi Vandali; io dico il feroce Attila, re degli Unni.

  A140000527 

 Gli Unni ebbero la peggio, ed Attila stesso si trovò in grave pericolo; e forse per la prima volta intimorito abbandonò ai Romani il campo di battaglia, ingombro di circa cent'ottanta mila cadaveri de' suoi.

  A140000539 

 Ma tosto un prode generale, chiamato Oreste, mosso dal desiderio di porre suo figliuolo sul trono, sollevò le guardie contra Nepote, riuscì a detronizzarlo e a far proclamare imperatore Romolo Augusto, che i Romani o per la giovanile età, o per disprezzo dissero Augustolo.

  A140000544 

 L'unione de' cento Senatori sabini coi cento Senatori romani, inscritti nello stesso catalogo, diede luogo al titolo di patres conscripti, solito a darsi a tutti i Senatori insieme radunati.

  A140000545 

 Da principio erano trecento, ma coll'andar del tempo crebbero fino a mille ottocento e giunsero a formare la {147 [147]} salvaguardia degli eserciti romani.

  A140000553 

 CENSURA. - I Censori avevano l'incarico di tenere un esatte registro de' cittadini romani: essi vegliavano eziandio alla repressione del lusso ed alla conservazione dei buoni costumi.

  A140000560 

 La religione degli antichi Italiani e dei Romani fu l'idolatria fino alla predicazione del Vangelo.

  A140000569 

 SATURNALI E LIBAZIONI. - Sebbene i Romani avessero un grande numero di divinità, e a tutte prestassero un culto particolare, tuttavia le loro feste si passavano per lo più in gravi disordini.

  A140000582 

 SOLDATI. - Presso gli antichi Italiani e presso ai Romani tutti erano soldati, ad eccezione di quelli che erano destinati al culto religioso.

  A140000584 

 ARMI DELLA FANTERIA. - Arma comune a tutti i soldati romani era una corta spada a due tagli e bene affilata.

  A140000586 

 I Romani usavano anche certe gallerie di legno, formate di grosse travi e rivestite di terra e di pelli fresche di bue per preservarle dal fuoco.

  A140000586 

 Per formare la così detta testuggine i soldati romani imbracciavano certi scudi quadrati solidissimi, li sospendevano sopra il loro capo, e li congiungevano in modo da comporre una specie di tetto, sul quale rotolava quanto i nemici avessero gettato.

  A140000587 

 INSEGNE MILITARI. - Le primitive insegne militari de' Romani non erano che un faccetto di fieno legato alla cima di un'asta.

  A140000588 

 ALLOGGIAMENTI. - I Romani in paese nemico non mancavano mai di fortificare il loro campo, fosse pure per una sola notte.

  A140000590 

 ESERCIZI MILITARI. - I soldati romani non erano mai lasciati oziosi.

  A140000591 

 I Romani tenevano in grande conto queste corone per la solennità, con cui facevasene la disiribuzione dal generale alla presenza di tutto l'esercito.

  A140000595 

 I Romani avevano anche la libella, lira corrispondente ad un'asse, ossia 5 centesimi.

  A140000601 

 Quando i Romani divennero i soli padroni dell'Italia, le pietre delle strade portavano scritta la distanza di quel punto da Roma.

  A140000606 

 Al loro ritorno, estrassero quanto fu trovato più adattato ai paesi nostri, e prendendo per base le leggi e le usanze in vigore presso i Romani, composero una specie di codice nell'anno 300 di Roma e ne distribuirono la materia in dodici parti, facendo scrivere ossia incidere ciascuna parie sopra una tavola di avorio.

  A140000606 

 Per avere una legislazione stabile i Romani incaricarono dieci illustri e dotti personaggi di viaggiare e cercare in Italia, nella Grecia i migliori codici di que'tempi.

  A140000606 

 Per lo spazio di circa duecento cinquant'anni la volontà del Re era legge presso ai Romani.

  A140000608 

 Presso i Romani non era così; sempre occupati in guerra, poco badavano alle arti ed al commercio.

  A140000609 

 ALFABETO E NUMERI, - I Romani ricevettero dagli Etruschi le lettere dell'alfabeto e i numeri coi rispettivi nomi.

  A140000616 

 Questa lingua, usata dai primi Romani, giunse al suo perfezionamento al 600 e continuò a fiorire per due secoli, sino all'ottocento di Roma.

  A140000618 

 ABITI. - L'abito de'Romani era l' indusium o camicia, la tunica ossia sopraveste e la toga.

  A140000620 

 I Romani furono i primi che introdussero in Italia il lusso dei banchetti.

  A140000622 

 Presso ai Romani il pasto principale era la cena, la quale facevasi verso il tramonto del sole.

  A140000624 

 Questa era la vita dei Romani degenerati.

  A140000638 

 Per ripopolarla egli spedì s. Epifanio vescovo di Pavia a riscattare i romani, che giacevano schiavi fuori d'Italia, ed invitò gli esiliati a fare ritorno in patria.

  A140000641 

 Creato console da Teodorico, si era lealmente adoperato a vantaggio del regno; ma poi accusato di tener segrete pratiche con Giustino per ridonare la libertà ai romani incontrò, sebbene innocente, lo sdegno del sospettoso Teodorico, che lo fece porre in carcere, dove in capo a sei mesi venne ucciso.

  A140000650 

 L'imperatore di Costantinopoli teneva Totila in conto di tiranna e di barbaro; tuttavia presso ai Romani {170 [170]} egli ebbe vanto di indole generosa ed umana.

  A140000673 

 Il diadema passò da Costantino ai romani pontefici; e s. Gregorio Magno papa ne fece dono alla pia Teodolinda, la quale lo presentò alla basilica di s. Giovanni Battista in Monza.

  A140000709 

 2° Questo dominio temporale non solamente appartiene ai sudditi degli stati romani, ma si può chiamare proprietà di tutti i cattolici, i quali come figli affezionati in ogni tempo concorsero, e devono tuttora concorrere per conservare la libertà e le sostanze al capo del cristianesimo.

  A140000721 

 Laonde possiamo dire, che la mala fede e gli spergiuri di quei sovrani, e la loro avversione ai romani Pontefici ne cagionarono la rovina.

  A140000731 

 Mancavagli soltanto il titolo d'imperatore, che in quel tempo riguardavasi come superiore a quello di tutti i re della terra; tanto era ancora viva la memoria dogli imperatori romani, che furono per lungo tempo {195 [195]} i padroni del mondo.

  A140000732 

 Finita la sacra funzione il Papa si volse al re, gli pose sul capo la corona imperiale, gridando ad alta voce: «A Carlo piissimo, Augusto, coronato da Dio, grande e pacifico imperatore, vita e vittoria.» A tali parole il popolo e i sacerdoti franchi e romani, che empievano la chiesa, lo salutarono fra mille applausi col titolo d'imperatore.

  A140000805 

 Pertanto noi Italiani dobbiamo venerare questo Pontefice, sia perchè rese in certa maniera l'Italia indipendente dagli stranieri, sia perchè d'allora in poi gli imperatori e i re non ebbero più alcuna parte nella elezione dei romani pontefici; anzi possiamo dire che dopo Gregorio VII cessò interamente l'influenza straniera sopra gl'Italiani, e fu posto un argine alle invasioni dei barbari.

  A140000919 

 Genova era già molto rinomata al tempo dei Romani, e mediante l'operosità dei suoi cittadini essa divenne poco per volta una città importantissima.

  A140000941 

 L'Italia finchè fu soggetta ai Romani adoperava la lingua latina; ma questa dopo Cesare Augusto andavasi a poco a poco corrompendo.

  A140000961 

 Io non posso enumerarvi ad una ad una le triste vicende, cui andò soggetta Roma, e direi tutta l'Italia nel tempo che i romani Pontefici dimorarono in paesi stranieri.

  A140000975 

 La incoronatone di alloro era la più grande dimostrazione di stima e di onore, che si potesse dare ad un nomo, e corrispondeva quasi al trionfo degli antichi Romani.

  A140001194 

 Gl'imperiali non potendo entrare liberamente in città, come desideravano, assalgono i bastioni, ma vengono dai Romani ributtati nelle fosse.

  A140001199 

 Ivi avvennero fatti degni di essere registrati accanto a quelli degli antichi Romani.

  A140001222 

 Per la qual cosa il sommo Pontefice non seppe meglio ricompensare il valore di quel prode che col fargli godere gli onori del trionfo alla foggia degli antichi Romani.

  A140001426 

 Si buccinava eziandio che il Papa mandava un generale (Durando) alla testa di diecimila Romani, quasi che Pio IX fosse egli il promotore di quella guerra; ma il fatto è che il Papa inviava que' diecimila soldati unicamente per difendere gli Stati pontificii con ordine espresso dì non oltrepassare i confini.

  A140001437 

 In questo tempo appunto, come narrammo testè, i soldati inviati a difendere i confini romani trasgredirono gli ordini ricevuti, e andarono ad azzuffarsi cogli Austriaci nella Lombardia.

  A140001463 

 Per commutazione di pena era stato rinchiuso nelle prigioni degli Stati romani, allora che l'amnistia di Pio IX gli concedette la libertà.

  A140001472 

 In mezzo all'avvilimento del nome romano trovaronsi non per tanto parecchi uomini di petto forte, i quali mostrarono non essere ancora estinto il coraggio dei Romani antichi.

  A140001473 

 Allora l'avvocato Galletti, presidente d'un'as-semblea, che dice vasi Costituente romana, dopo di avere in più sedute discusso quale forma di governo-si dovesse abbracciare, propose il seguente decreto, che pubblicò colla sua sottoscrizione: Il Papato è decaduto dì fatto e di diritto dal governo degli Stati romani.

  A140001475 

 I rivoluzionari della Toscana, stimolati dal genovese Giuseppe Mazzini, capo dei rivoltamenti di questi tempi, proclamarono eziandio la repubblica, e si unirono ai Romani per far Roma capitale della grande repubblica italiana.

  A140001479 

 Non poche città e terre degli Stati romani, ricusando di sottomettersi al governo rivoluzionario, si mantennero devoti al legittimo sovrano.

  A140001479 

 Pio IX tuttavia, in mezzo alle afflizioni cagionategli da alcuni sudditi ribelli, riceveva molte consolazioni da parte di parecchi illustri cittadini romani, i quali affrontarono gravissimi rischi per mantenersi fedeli.

  A140001484 

 Le potenze alleate, dopo di avere invano usati tutti i mezzi pacifici, deliberarono di venire colla forza delle armi a rimettere l'ordine negli Stati romani e ricondurre Pio IX sul trono.

  A140001485 

 I Napolitani si diedero a reprimere i ribelli in quella parte degli Stati romani, che confina col regno di Napoli; gli Spagnuoli giunsero più tardi e stettero in riserva all'imboccatura del Tevere, pronti a dare l'opera loro, se fosse stato mestieri.

  A140001519 

 Quando il generale francese mandò le chiavi della città a Pio IX, gli partecipò eziandio la liberazione di Roma e degli Stati romani, significandogli che poteva liberamente ritornare sul trono.

  A140001519 

 Tale notizia tornava al santo Padre tanto più gradita, in quanto che le cose eransi eziandio calmate in Piemonte, ove era salito sul trono il figlio primogenito di Carlo Alberto, il re Vittorio Emanuele II, mentre gli Austriaci, dopo aver combattuto i ribelli in molte città degli Stati romani, erano pur riusciti a reprimerli nella Toscana e ricondurre al potere il granduca Leopoldo.

  A140001522 

 Ciò produsse straordinaria allegria pei Romani, perchè così vedevano rifiorire il commercio e ripopolarsi le loro contrade.

  A140001542 

 Ma come i Romani per allontanare Annibale dall'Italia portarono la guerra in Africa, così gli alleati per distogliere i Russi dal marciare sopra Costantinopoli, portarono le loro armi in Crimea, che è una penisola del mar Nero, dove i Russi avevano fortificato in modo quasi inespugnabile la città di Sebastopoli, e fattone il porto principale di quel mare.

  A140001566 

 In questo giorno ebbe luogo un vivo combattimento a Montebello presso Casteggio, paesi poco distanti dal Po e già a voi noti per la vittoria riportata dal celebre capitano Annibale contro ai Romani.

  A140001572 

 Quest'opera consta di 24 libri, in cui, cominciando dagli antichi Etruschi e passando ai Romani, viene investigando le cagioni della loro grandezza e decadenza; indi tratta delle invasioni dei barbari, delle repubbliche del medio evo e del risorgimento delle potenze Italiane.

  A140001599 

 «Devo pensare, rispose, a settanta milioni di sudditi, a ottocento mila soldati, a centomila cavalli... nemmeno i Romani ebbero tanta forza d'armi.».

  A140001601 

 Mentre tutti i Romani sono in festa per accogliere il Canova nel suo ritorno, il Papa gli conferisce il titolo di Principe e gli assegna una pensione vitalizia di tremila scudi, che fanno circa sedici mila franchi.

  A140001615 

 I Romani amavano la pace e non la guerra, e in una sommossa popolare il Baswille venne alle mani, e restò ucciso nel 1793.


don bosco-maniera facile per imparare la storia sacra.html
  A148000459 

 I Giudei caddero sotto la potenza dei Romani, i quali fecero della Palestina una provincia Romana.

  A148000460 

 Qual fu il re stabilito dai Romani sopra i Giudei?.

  A148000751 

 Questa predizione si avverò nel modo più terribile: vennero i Romani, assediarono la città di Gerusalemme, la presero, la spianarono, incendiarono il tempio, e una gran parte dei Giudei perì fra le armi o fre le fiamme.

  A148000870 

 ROMANI, I Romani fecero alleanza coi Giudei ai tempi di Giuda Maccabeo; Pompeo generale romano rese la Giudea tributaria ai Romani.


don bosco-maraviglie della madre di dio.html
  A149000153 

 Fu scelto quel giorno perchè appunto in esso l'anno 1814 Egli era stato fatto libero e potè ritornare a Roma fra i più vivi applausi dei Romani


don bosco-massimino.html
  A151000132 

 Ivi si legge quanto segue: Tutte le storie ecclesiastiche, gli stessi eretici convengono intorno alla maravigliosa successione dei romani pontefici da s. Pietro fino al regnante Pio IX.

  A151000135 

 Il mio libro continua a parlare dell'autorità dei Concilii che in ogni luogo celebrati hanno sempre riconosciuti i Romani Pontefici per capi della Chiesa, successori di s. Pietro nel governo di essa da G. C. fino a Pio IX.

  A151000137 

 Quell'imperatore sul principio del quarto secolo cedette prima una parte, poi tutto quel palazzo ai romani pontefici.

  A151000227 

 - Dopo di s. Silvestro nel gran Patriarchio, già antichissima abitazione della nobile famiglia di Plauzio Laterano, dimorarono per quasi dieci secoli i romani pontefici, tranne alcune interruzioni, in cui furono in Orvieto, Viterbo, Perugia, Anagni ed altri luoghi fino a Benedetto XI. {93 [215]}.

  A151000229 

 Dal 1389 fino al declinare del secolo xvi i romani pontefici continuarono a regolarmente dimorare nel Vaticano, quando non ne furono impediti dagli antipapi, i quali in quest'epoca turbarono non poco la pace della Chiesa.


don bosco-notizie storiche intorno al miracolo del ss. sacramento.html
  A153000100 

 I Romani Pontefici abbondarono in dispensare il tesoro delle sacre indulgenze, e concedere tutti quei privilegi che possono contribuire al bene spirituale dei Cristiani.


don bosco-notizie storiche intorno al santuario di nostra signora della pieve in vicinanza di ponzone.html
  A154000012 

 Rammentiamoci, che a s. Pietro ed ai romani Pontefici suoi successori furono da Cristo istesso consegnate le chiavi del regno de' cieli, abilitandoli ad aprirne e serrarne le porte: Tibi dabo claves regni coelorum.


don bosco-novelle e racconti.html
  A158000020 

 Fu inviata una deputazione di senatori romani al console nuovamente eletto, il quale abitava in villa, ove conduceva una vita semplice e affatto rustica.

  A158000115 

 « Già sono moltissimi anni, una nobile e grande famiglia degli Stati romani s' era condotta, secondo l' uso, nel principio dell'ottobre, a una bella villa che possedeva a sei miglia da Sinigaglia.


don bosco-regole o costituzioni della societa di s. francesco di sales.html
  A166000097 

 Quando taluno avrà fatta dimanda di entrare in Congregazione si richiedano le lettere testimoniali o certificati, secondo il decreto 25 gennaio 1848, che incomincia Romani Pontifices ecc.


don bosco-regole o costituzioni della societa di s. francesco di sales secondo il decreto di approvazione.html
  A167000203 

 Quando taluno avrà fatta dimanda di entrare in Congregazione si richiedano le lettere testimoniali o certificati, secondo il decreto 25 gennaio 1848, che incomincia Romani Pontefices ecc.


don bosco-sagra congregazione dei vescovi e regolari consultazione per la congregazione speciale.html
  A174000003 

 2) implora che ad incoraggiamento del suo istituto venga a queslo concessa la comunicazione dei privilegi, e grazie spirituali, che già ottennero consimili Congregazioni dai Romani Pontefici.

  A174000009 

 III. Romani Pontificis unius est tamquam Supremi ludicis definire quibusnam in adiunctis Ecclesiae causa exigat ut privilegia sive exemptiones concedantur, aut revocentur, aut limitentur ».


don bosco-severino.html
  A177000189 

 Nei tempi antichi Luserna era un forum, ossia un amporio dei Romani, e per cagione del transito e del deposito delle merci dell'Italia in Francia e dalla Francia in Italia, essa aveva molta importanza militare.

  A177000247 

 Sono essi l'ultima traccia di una strada maestra ivi aperta dagli antichi Romani.


don bosco-storia ecclesiastica.html
  A189000003 

 Imperciocchè ne trovai bensì molte; ma esse sono o troppo voluminose, o si estendono più del dovere nella Storia profana; alcune si possono chiamar piuttosto dissertazioni polemiche sui fasti della Chiesa; altre finalmente sono tradotte da lingue straniere e pigliano il nome di Storie parziali, e non universali, {8[166]} e quel che non potei osservare senza indignazione, si è che certi autori pare che abbiano rossore di parlar dei Romani Pontefici e dei fatti più luminosi che direttamente alla S. Chiesa riguardano.

  A189000062 

 Il giorno seguente carico di catene fu condotto a Pilato allora posto dai Romani per Governatore della Giudea.

  A189000110 

 Quando poi fu creato imperatore dei Romani, incaricò Tito suo figliuolo che si portasse a Gerusalemme, e la stringesse d'assedio.

  A189000111 

 E perciocchè i capi di fazione ben lungi dal mostrarsi commossi a tante miserie, parevano anzi vieppiù furiosi, ed ostinati nel non volersi arrendere ai Romani, a poco a poco la mancanza de' cibi divenne sì orribile, che si andava frugando perfin nelle fogne, e divoravano per cibo le più ributtanti lordure.

  A189000112 

 I Romani trucidarono quanti lor venne dato trovar nella città, e misero tutto a fuoco e sangue (an.

  A189000130 

 Ma il Cielo armandosi a pro dei Romani, scaricò sopra i nemici una terribil grandine, che mischiata a tuoni e fulmini rovinò tutti i loro battaglioni; dimodochè tutti rimasero vinti e passati a fil di spada.

  A189000187 

 R. Il principal mezzo di cui Dio si valse per operare un cangiamento sì maraviglioso, è stato il zelo istancabile dei Romani Pontefici, i quali in numero di trentatre che tennero la S. Sede da san Pietro fino a quest'epoca, tutti, neppure uno eccettuato diedero la vita per Gesù Cristo.

  A189000212 

 Trattò i ministri della religione con ogni sorta d' onore, e specialmente i romani Pontefici, i quali sino allora avevano sempre dovuto sostener persecuzioni.

  A189000311 

 Ai Romani Pontefici tenne dietro un'infinità di cristiani, che sparsero il loro sangue per la fede, e questo aumentò il numero de' fedeli a segno, che si andava esclamando essere il sangue dei martiri feconda semenza de' cristiani.

  A189000312 

 Da s. Silvestro a s. Gregorio Magno tutti i Romani Pontefici sono onorati come gran santi, di cui la maggior parte si distinse sommamente per travagli sostenuti, e pegli scritti lasciati pel buon regime della Chiesa.

  A189000337 

 Degno modello de'monarchi cristiani sempre {187[345]} intento all'estirpamento de'vizii, dopo resi segnalati favori alla Chiesa, e date chiare prove d'affezione pe' romani Pontefici, e per la fede Cattolica, morì in Aix la Chapelle l'anno 814.

  A189000337 

 In contraccambio degli importanti servigi prestati alla Chiesa fu chiamato a Roma, e l'anno 800 da Papa Leone III venne solennemente coronato imperatore dei romani.

  A189000578 

 R. La persecuzione Francese, come quella degli imperatori Romani non fece altro, che procurare nuovo splendore alla Chiesa di Gesù Cristo.


don bosco-storia ecclesiastica [4a edizione].html
  A190000031 

 Da ciò apparisce la divina assistenza sopra s. Pietro {13 [13]} nell'atto stesso che esso veniva costituito capo della Chiesa, assistenza che continuò con lui per tutta la vita, e che ne'Romani Pontefici continuerà sino alla fine dei secoli.

  A190000038 

 Egli è poi cosa chiara che l'autorità di Pietro doveva durare quanto la Chiesa, cioè sino alla fine dei secoli, che certo il fondamento deve durare quanto l'edifizio che vi sta sopra; e che perciò dopo di lui essa doveva passare nei suoi {17 [17]} successori, i quali sono i Romani Pontefici.

  A190000067 

 - Sotto gli Imperatori Romani ne'tre primi secoli furono suscitate varie feroci e sanguinose persecuzioni contro i cristiani per impedire i progressi del vangelo, le quali comunemente si calcolano dieci.

  A190000068 

 Quindi chiunque predicasse o professasse il vangelo nei paesi dipendenti {38 [38]} dai Romani si esponeva ad evidente pericolo della vita.

  A190000076 

 Que'segni presagivano imminenti gravi disastri a Gerusalemme, ed i Romani, senza saperlo, furono gli strumenti di cui si valse l'ira divina per compiere i suoi disegni.

  A190000077 

 - Gran numero di quelli che trovarousi presenti alla morte del Salvatore vivevano ancora, allorchè gli eserciti Romani vennero ad assediare Gerusalemme.

  A190000134 

 - A s. Aniceto succedeva s. Sotero assai encomiato per la sua beneficenza verso ai romani e a tutti i fedeli della cristianità.

  A190000135 

 Ma in un attimo copertosi di nuvole il cielo, un'abbondante pioggia cadde ove erano i romani, mentre una grandine terribile o con frequenti colpi di {66 [66]} fulmine rovesciandosi sopra i barbari, li sbaragliò uccidendone gran parte, e lasciando compiuta vittoria ai romani.

  A190000147 

 Ora un re di quella nazione di nome Lucio, lasciato là dai Romani come principe tributario, maravigliato della santità di alcuni cristiani, che erano andati in quei paesi, e richiamando alla memoria quello che i suoi antecessori avevano detto, e forse lasciato scritto sulla cattolica religione, risolse di farsi anch'egli cristiano.

  A190000150 

 Riconosciuto dai Romani, era ovunque schivato, e niuno voleva partecipare con lui in cose sacre.

  A190000163 

 Anticamente era stabilito per legge presso ai Romani di non seppellire dentro alla citta i cadaveri, i quali perciò erano seppelliti nelle campagne, e bene spesso dopo essere stati abbruciati e ridotti in cenere.

  A190000250 

 Il suo martirio fece tale impressione che vari senatori romani si recarono ad onore di portarne il cadavere sulle loro spalle sino al cimitero di Ciriaca nell'Agro Verano

  A190000278 

 Domato dall'eccesso dei dolori quel superbo confessò vero il Dio dei cristiani, riconobbe la santità della loro religione, che i romani imperatori avevano fino allora odiata, quindi fece pubblicare un decreto in forza di cui i cristiani non dovessero più essere perseguitati.

  A190000279 

 Esso è il primo degli imperatori romani che siasi dichiarato pubblicamente cristiano, ed abbia con leggi civili promosso lo stabilimento e l'autorità della nostra santa religione.

  A190000298 

 Così i romani che avevano avuto fino allora uno stendardo tutto proprio, che chiamavano Labarum, carico {135 [135]} d'immagini di false divinità

  A190000303 

 I romani liberati da quel tiranno accolgono con gioia il vincitore Costantino che entra in città, ringrazia Iddio delle vittorie riportate e comanda che la croce, pegno della protezione del cielo, sia portata per la città ed inalberata sul Campidoglio per annunziare al mondo il trionfo di Dio crocifisso.

  A190000304 

 Diciamo gloriosa, perchè senza dubbio era questo un avvenimento di grande importanza; e fu da questo tempo che i romani imperatori, avendo conosciuta la {137 [137]} santità del cristianesimo, cominciarono a proleggerlo e professarlo pubblicamente.

  A190000318 

 Il papa non potendo intervenire in persona deputò a farne le veci Osio, vescovo di Cordova e i due preti romani Vito e Vincenzo.

  A190000379 

 Intanto per una pestilenza morto papa Pelagio II, rimasero unanimi i Romani {182 [182]} nell'eleggere Gregorio per successore.

  A190000401 

 Il {196 [196]} Papa, i principi francesi e romani, baroni ed una folla immensa di popolo accorsero ad onorare l'aspettato monarca.

  A190000404 

 Costantino il Grande, appena conobbe il Cristianesimo, fu tosto persuaso che i Romani Pontefici dovevano essere liberi nell'esercizio dell'apostolico loro ministero; perciò loro somministrò mezzi materiali per vivere, fece dono al Papa del palazzo Laterano e di amplissime possessioni.

  A190000404 

 {199 [199]} Questo governo civile della santa Sede non appartiene ad altro qualunque sia sovrano, nemmeno agli abitanti degli Stati Romani, ma è realmente una proprietà de'cattolici di tutto il mondo, i quali, come figli affezionati, in ogni tempo concorsero ed hanno tuttora il dovere di concorrere a conservare e mantenere la libertà e l'indipendenza del loro Padre spirituale, dei Capo visibile del Cristianesimo.

  A190000412 

 Gli sforzi amorevoli dei Romani Pontefici e specialmente di Pio IX non hanno finora giovato a riunirli.

  A190000486 

 - Avignone pertanto fu la dimora de'romani pontefici per settant'anni, e questo tempo è paragonato alla schiavitù, cui furono per settantanni condannati gli Ebrei in Babilonia, detta schiavitù babilonica.

  A190000486 

 Quindi la gloriosa città dei Cesari divenne come un deserto, e nelle vie e nelle famose piazze dei Romani nasceva l'erba come ne'campi.

  A190000678 

 Possiamo facilmente immaginare quanto sia stata grande la consolazione dei Romani quando si videro liberati da quei rivoluzionarie poterono godere di nuovo tranquillità e pace, ripigliare il loro commercio, riaprire i conventi, i monasteri, le chiese e di nuovo pacificamente praticare la loro religione.

  A190000871 

 detta Malevento prima che i Romani ne cambiassero così il nome.

  A190000906 

 I Romani denominavano così ogni primo giorno del mese, perchè in quello si chiamava il popolo ad udire le cose pubbliche di quel mese.

  A190000936 

 Cartagine, città celebre dell'Africa, distrutta e poi ricostrutta dai Romani, o. piccola borgata presso Tunisi.

  A190001105 

 Europa, una delle 5 parti del globo e delle 3 conosciute dagli antichi; i Romani ne conoscevano poco le regioni settentrionali oltre il Reno ed il Danubio.

  A190001113 

 Feria (latino, ferire ), giorno in cui i Romani riposavano dalle opere consuete, e ferivano od immolavano vittime alle loro divinità.

  A190001268 

 Mani, anime de'trapassati qua e là erranti, a cui i Romani rendevano una specie di culto religioso.

  A190001365 

 Batava Olanda, parte della Batava dei Romani che formava il regno dei Paesi Bassi.

  A190001449 

 Pontefice (latino, facitore di ponti ), perchè appresso ai Romani il capo dei loro sacerdoti aveva la cura dei ponti, che erano riguardati come cosa sacra.

  A190001483 

 Pubblicano - Gabelliere, nome onorifico presso i Romani, ma obbrobrioso presso gli Israeliti quando essi erano sotto l'impero romano, perchè sembrava che con quest'uffizio i gabellieri tenessero mano ai Romani per far pagare i tributi.

  A190001584 

 Sibille, nome di parecchie profetesse che vissero fra greci e romani prima della venuta di G. C. La più celebre è quella di Cuma nella Campania, ricordata da Virgilio nel libro sesto dell'Eneide.

  A190001672 

 Triclinio (greco, tre letti ), sala ove mangiavano i Romani così detta perchè attorno alla mensa eranvi tre letti detti discubitorii ove si adagiavano per mangiare.

  A190001680 

 Turcomanni, popoli detti dai Romani Sciti, Messageti e Parti.


don bosco-storia sacra.html
  A191000470 

 R. Ne' primi quattro regni annuziati da Daniele erano presagite quattro monarchie che dovevano succedersi una all'altra, cioè quella degli Assiri, de'Persiani, de'Greci, de'Romani a cui succede finalmente la quinta che è la Chiesa di Gesù Cristo, la quale da prima pareva un sassolino, pure urtando nell' impero de' Romani lo disfece ed essa dilatossi e va dilatandosi per tutta la terra ove durerà sino alla fine de' secoli per eternarsi poi in cielo.

  A191000573 

 la rocca di Gerusalemme che da venticinque anni era da truppe, nemiche occupata; rinnovò l'amicizia col Re di Siria, cogli Spartani e co' Romani, e temuto dalle nazioni vicine, niuno più ardiva muovergli guerra.

  A191000581 

 Egli allargò i confini del suo dominio, mise più volte in rotta il re di Siria, soggiogò gl' Idumei, rinnovò l' alleanza co' Romani, e dopo ventinove anni di governo morì in pace l'anno del m.

  A191000584 

 Per la qual cosa questi due fratelli divennero tra di loro nemici irreconciliabili, sinchè Pompeo capitano delle truppe romane venuto nella Giudea prese Gerusalemme, mandò a Roma Aristobolo co';suoi figliuoli, restituì il pontificato e il regno ad Ircano fatto però tributario a' Romani.

  A191000585 

 In questa guisa la Giudea perdendo la sua libertà divenne provincia de' Romani, i quali non lasciarono mai più l'assoluto potere sopra i Giudei.

  A191000626 

 Erode Antipa cadde in sospetto a' Romani, fu deposto dalla sua dignità e mandato in esilio, dove colla rea famiglia fini miseramente la vita.

  A191000708 

 R. Benchè Caifasso avesse profferto sentenza di morte contro di Gesù, tuttavia essendo la nazione giudaica ridotta in provincia Romana non poteva eseguirsi se non fosse confermata da Ponzio Pilato posto da' Romani Governactore della Giudea.


don bosco-storia sacra [10a edizione].html
  A192000312 

 Ne' primi quattro regni, annunziati da Daniele, erano presagite {115 [321]} quattro signorie, che dovevano succedersi l' una alaltra, cioè quella degli Assiri figurata nell'oro, de'Persiani nell'argento, de' Greci nel bronzo, de' Romani nel ferro, alla quale tenne dietro finalmente la quinta, che è la Chiesa di Gesù Cristo.

  A192000312 

 Questa pareva da prima un sassolino; pure urtando nell'impero dei Romani lo disfece, ed essa dilatossi e va dilatandosi per tutta la terra, ove durerà sino alla fine dei secoli per eternarsi poi in Cielo.

  A192000376 

 Giuda, all'uopo di metter fine allo stato di continua incertezza in cui erano i Giudei per la oppressione e mala fede dei re di Siria richiese l'amicizia {137 [343]} dei Romani.

  A192000382 

 Spartani e co' Romani; e temuto essendo dalle nazioni vicine, niuno più ardiva di muovergli guerra.

  A192000386 

 Per la qual cosa questi duo fratelli divennero tra di loro nemici irreconciliabili, sinchè Pompeo, capitano delle schiere romane, venuto nella Giudea, prese Gerusalemme, mandò a Roma Aristobolo ce' suoi figliuoli, e restituì il pontificato ed il regno ad Ircano, fatto per altro tributario a' Romani.

  A192000408 

 litigua molto conosciuta in quel tempo dai Romani.

  A192000426 

 Raccontano accreditati scrittori, che Erode venuto in sospetto ai Romani iii deposto dalla stia dignità e mandato in esiglio, dove colla rea famiglia finì miseramente la vita.

  A192000480 

 Benché Caifasso avesse profferito sentenza di morte contro Gesù, tuttavia il sovrano potere non essendo più presso gli Ebrei, non poteva eseguirsi se non era confermata da Ponzio Pilato, mandato dai Romani a reggere la Giudea.

  A192000516 

 Per accertar i Romani dell'aver egli con sé la potenza di Dio, propose di far un volo fin sopra le nubi in presenza di Nerone e d'immensa moltitudine, e a forza di incantesimi riuscì a sollevarsi a molta altezza.

  A192000529 

 I Romani trucidarono quanti caddero nelle loro mani, e misero tutto a sangue e fuoco.

  A192000544 

 » Ma quando venne distrutto il tempio, si perdettero questi archetipi, cosichè noi ora non ne conosciamo più il valore preciso, e gli Ebrei stessi dovettero servirsi dei pesi e delle misure dei popoli, ai quali furono soggetti, come a dire Babilonesi, Persiani, Greci, Romani.

  A192000568 

 L'impero dei Romani.

  A192000578 

 Dalla città di Roma fondata sul Tevere l'anno 753 prima di G. C., e dal piccolo territorio in cui stettero lungo tempo rinchiusi in Italia, i Romani si stesero, ed a poco a poco si fecero padroni di tutto ciò che i Greci avevano prima posseduto.


don bosco-una famiglia di martiri.html
  A194000029 

 Claudio rivolse il discorso agli astanti e disse: «Ascoltate, o cittadini Romani e magistrati della repubblica, ascoltate e ammirate quanto sia sana la dottrina di costui!».


don bosco-vita dei sommi pontefici s. aniceto s. sotero s. eleutero s. vittore e s. zeffirino.html
  A200000037 

 Ciò apparisce particolarmente dalla lettera che s. Dionigi vescovo di Corinto scrisse ai Romani.

  A200000044 

 I Romani che erano sul punto di cadere per la grande arsura che li divorava, quasi per rendere grazie al Signore del favore ricevuto, alzarono la testa all'insù, ed accoglievano l'acqua colla bocca.

  A200000044 

 Ma ben presto cangiarono {29 [233]} sentimento, perciocchè copertosi di nuvole il cielo, un'abbondante pioggia cadde a fianco dei romani, mentre una grandine terribile e ripetuti colpi di fulmine uccisero e dispersero interamente i battaglioni dei barbari.

  A200000056 

 Era invecchiato e la sua vita aveva passato parte da cattolico, parte da eretico e parte da scomunicato, finchè Eleutero lo rigettò definitivamente dalla comunione de' fedeli, con sentenza che non sarebbe stato mai più accolto nella Chiesa, se non avesse ricondotto a pentimento quei Romani che {38 [242]} aveva pervertito.

  A200000061 

 Cosicchè Tertulliano, che viveva a quei tempi, ci lasciò scritto che molti luoghi di quell'isola fino allora inaccessibili alle armi dei Romani vennero alla fede.

  A200000066 

 Riconosciuto dai Romani era ovunque evitato e niuno voleva partecipare con lui in cose sacre.


don bosco-vita dei sommi pontefici s. lino s. clemente.html
  A201000065 

 Giunto alla casa di campagna di un suo servo di nome Faone, provò di nascondersi; ma scorgendo tosto il suo asilo attorniato di soldati, non sapendo più a che partito appigliarsi per iscansare il pubblico supplizio, si trapassò da se stesso la gola con un pugnale, Cos'i moriva il più crudele dei tiranni, e l'autore della prima delle dieci persecuzioni dagl'imperatori {33 [369]} romani suscitate contro ai cristiani.

  A201000077 

 Gran numero di quelli che trovaronsi presenti alla morte del Salvatore vivevano ancora allorchè gli eserciti romani vennero ad assediare Gerusalemme.

  A201000077 

 I romani, certamente senza saperlo, furono gli strumenti dell'ira divina per compiere i disegai del cielo.

  A201000078 

 Egli si valse certamente di quel fatto terribile per confermare nella fede gli Ebrei già convertiti, e guadagnare quelli che erano meno ostinati; giacchè in quello sterminio i romani non fecero altro che prestare il braccio alla vendetta celeste.

  A201000082 

 Inoltre dopo la distruzione di Gerusalemme gli Ebrei che avevano disperatamente combattuto contro ai Romani, erano in ogni luogo trattati siccome schiavi e perseguitati crudelmente.

  A201000135 

 S. Matteo Apostolo ed Evangelista era nato in Galilea, di professione pubblicano cioè esattore delle imposte pei Romani; uffizio molto spregevole presso gli Ebrei.


don bosco-vita dei sommi pontefici s. ponziano s. antero e s. fabiano.html
  A202000002 

 Tali furono per la maggior parte i Papi dei primi secoli; perciocchè il bisogno di aver {3 [411]} presto un capo che governasse la Chiesa, e dall'altro lato la persecuzione rendendo difficili le relazioni cogli stranieri, ne avveniva che per lo più si eleggessero Papi romani, o che per zelo, dottrina e santità erano in quella città maggiormente conosciuti.

  A202000038 

 Notavano particolarmente che egli predicava una religione contraria anzi distruggitrice della religione dei Romani.

  A202000065 

 Egli si arruolò come semplice soldato fra i romani e col solo suo valore riusci a conseguire i primi posti nella milizia.

  A202000066 

 I Romani e specialmente i cristiani abbonavano l'atroce assassinio commesso sulla persona dell'imperatore Alessandro che era molto amato dal popolo; e questo fu il motivo per cui Massimino principiò ad averli in grande avversione e coglieva ogni pretesto per poterli perseguitare.

  A202000089 

 È questo il primo degli imperatori romani che abbiano abbracciata la religione cristiana; egli venne alla fede per opera di S. Ponzio, senatore romano siccome noi siamo per raccontare.


don bosco-vita dei sommi pontefici s. sisto s. telesforo s. igino s. pio i.html
  A203000006 

 Se noi vogliamo cercare la ragione di questo zelo, di questa fermezza de' Romani pontefici, non possiamo altrimenti trovarla se non nella potenza di Dio, che stabilì la sua Chiesa come colonna immobile, e fondamento di ogni verità, assicurando che egli avrebbe assistito i pastori di essa sino alla fine dei secoli: Ecce ego vobiscum sum omnibus diebus usque ad consummationem saeculi.

  A203000050 

 Dalle quali cose apparisce che i romani pontefici non solamente provvedevano ai bisogni della chiesa di Roma, ma delle chiese di tutto il mondo.

  A203000050 

 Per lo più i romani pontefici ordinavano solamente quei sacri ministri di cui avevano bisogno nella città di Roma; negli altri paesi ciascun vescovo, come si fa ancora oggidì, secondo il bisogno dava la sacra ordinazione a coloro che si giudicavano esservi da Dio chiamati.

  A203000080 

 Questo è il primo esempio di due imperatori romani sul trono dei Cesari.


don bosco-vita del sommo pontefice s. callisto i.html
  A206000009 

 Anticamente era stabilito per legge presso ai Romani di non seppellire cadaveri nelle città; perciò erano seppelliti fuori nelle campagne, o piuttosto li abbruciavano.

  A206000018 

 E poichè le cose che verremo esponendo sono di grandissima importanza, perciò noi le caviamo letteralmente dagli atti autentici scritti dai notai Romani che vivevano a que' tempi.


don bosco-vita del sommo pontefice s. urbano i.html
  A207000001 

 Si attribuiscono a' Notai romani, vale a dire a que' fervorosi e dotti cristiani che assistevano i confessori della fede nei pericoli, e ponendosi in mezzo alla folla del popolo li accompagnavano fino agli ultimi sospiri.

  A207000013 

 Di qui appare essere già in certa maniera in uso la sedia gestatoria che dai tempi di s. Pietro solevano usare i Romani Pontefici nelle grandi funzioni sacre, ma solamente nel modo che era loro permesso dai tempi calamitosi delle persecuzioni.

  A207000081 

 Ora avendovi legge presso i Romani di non più ferire oltre il terzo colpo, il carnefice lasciò la santa colà prostesa sul suolo nuotante nel proprio sangue.


don bosco-vita di s. giovanni battista.html
  A209000038 

 Molti giudei perirono in una sola giornata, e quel miserabile Tetrarca stava per essere spogliato di tutto quanto aveva, se i Romani, che allora erano padroni di tutto il mondo, non fossero accorsi colle loro legioni, e cacciato non avessero l'Arabo.

  A209000041 

 Essa lo persuase di fare un viaggio a Roma per ingrandirsi col favore dei Romani, e portare quindi apertamente con proprio titolo il nome di Re.


don bosco-vita di s. giuseppe.html
  A210000017 

 Secondo le più rispettabili tradizioni Giuseppe apparteneva alla setta degli Esseni, setta religiosa, la quale esisteva nella Giudea all' epoca della conquista che ne fecero i romani.


don bosco-vita di s. ireneo vescovo di lione e martire.html
  A211000010 

 Nulladimeno non è improbabile, che ai tempi {56 [152]} di Antonino Pio imperatore dei Romani, e del sommo pontefice s. Igino, il quale occupava la sede di s. Pietro alla metà del secondo secolo, l'eresia dei Valentiniani dall'Asia essendo penetrata nella Gallia, perciò s. Potino (detto anche Frotino) allora vescovo di Lione avendone gran bisogno dimandò a s. Policarpo un ecclesiastico dotto pio e zelante onde resistere agli assalti del nemico, e gli fu mandato s. Ireneo.


don bosco-vita di s. paolo apostolo.html
  A214000068 

 Egli pertanto chiamò a sè gli uscieri e disse loro: i vostri magistrati senza aver cognizione di questa causa, senza alcuna forma di giudizio, hanno pubblicamente fatto battere noi che siamo cittadini romani; ed ora di nascosto ci vogliono mandar via? Certo non sarà così: vengano essi stessi e ci conducano fuori della prigione.

  A214000068 

 Quei messi portarono ai magistrati questa risposta; i quali avendo inteso che erano cittadini romani furono presi da forte timore, imperciocchè il battere un cittadino romano era delitto capitale.

  A214000072 

 Gli stessi romani avevano mandato in Atene per raccogliere leggi che portarono a Roma come oracoli di saggezza.

  A214000112 

 Da Corinto estese pure le sue sollecitudini ad altri popoli e specialmente ai Romani già convertiti alla fede da s. Pietro con molti anni di fatiche e di patimenti.

  A214000184 

 Fui incatenato in Gerusalemme, di poi messo in mano dei Romani.

  A214000247 

 Gli stessi Romani Pontefici non si accostavano nè sì accostano al luogo della sua sepoltura se non pieni di venerazione, e non mai permisero che alcuno spiccasse particella di quelle ossa venerande.


don bosco-vita di s. policarpo.html
  A215000027 

 Imperocchè Marco Aurelio, imperatore dei Romani, avendo emanate leggi di sangue contro i cristiani, e specialmente contro i loro sacerdoti e vescovi, gli idolatri e Giudei di Smirne ne presero occasione per chiedere la morte di s. Policarpo al proconsole, e ottenere che esso fosse consegnato alle fiamme; in questa maniera procurarono il martirio di molti seguaci di G. C. {28 [124]}.


don bosco-vita di san martino vescovo di tours.html
  A216000107 

 Vi prego, egli scrive ai Romani, vi prego d'intercedere per me colle vostre preghiere presso al Signore Iddio.


don bosco-vita di san pietro.html
  A217000179 

 Pilato ne mandò relazione all'imperatore Tiberio, il quale commosso al leggere la santa vita, e la morte gloriosa del Salvatore, aveva divisato di annoverarlo fra gli Dei Romani.

  A217000180 

 Il loro numero divenne così grande, e la loro fede così viva, che S. Paolo poco dopo ebbe a consolarsi co' Romani scrivendo queste parole: La vostra fede è annunziata, cioè fa parlare di sè, estende la sua fama, per {123 [415]} tutto il mondo.

  A217000185 

 I Romani che avevano con gran fervore abbracciata la fede predicata da Pietro manifestarono a S. Marco, fido discepolo dell'Apostolo, il vivo loro desiderio che mettesse in iscritto quello che S. Pietro predicava.

  A217000224 

 I Romani conquistatori del mondo dopo aver soggiogate nazioni apparecchiavano la pompa del trionfo sopra un magnifico carro nella valle del Vaticano e di là per la via sacra trionfanti ascendevano al Campidoglio.

  A217000246 

 S. Ignazio martire, parimenti discepolo di s. Pietro e suo successore nel vescovado di Antiochia, dice le stesse cose nella {168 [460]} sua lettera scritta ai Romani al capo quarto.

  A217000250 

 È vero che nè gli atti degli Apostoli, nè s. Paolo nella sua lettera ai Romani fanno menzione di questo fatto; ma oltrechè scrittori accreditati riconoscono in questi autori abbastanza chiaramente accennato tale avvenimento; noi osserviamo che l'autore degli alti degli apostoli non aveva per iscopo di scrivere le azioni di s. Pietro, nemmeno quelle di s. Paolo che riferisce solamente fino al suo arrivo in Roma; lo stesso dicasi di s. Paolo nella sua lettera ai Romani.


don bosco-vita di san pietro [3a edizione].html
  A218000009 

 S. Pietro morì, ma la suprema sua autorità passò intatta nei Romani Pontefici suoi successori.


don bosco-vita e martirio dei sommi pontefici san lucio i e santo stefano i.html
  A220000176 

 Santo Stefano avuta la notìzia della morte di Lucilla e di suo padre andò egli stesso, e prese i loro cadaveri e li portò a seppellire presso alla via Latina così detta, perchè conduce ad un paese dei Romani anticamente detto Lazio o Latino.





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