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  San Giovanni Bosco - Opere Edite.

L’ORATORIO DI FRANCESCO DI SALES OSPIZIO DI BENEFICENZA

 

Esposizione del Sacerdote

GIOVANNI BOSCO

 

 

TORINO

TIPOGRAFIA SALESIANA

1879 {1 [257]} {2 [258]}

 

 

 

 

INDEX

L’Oratorio di S. Francesco di Sales non è un Ginnasio privato  2

Primordii e scopo di questo Oratorio  2

Il Senato del Begno e il Ministro dell’Interno. 3

Il Municipio di Torino. 3

Le scuole dell’Oratorio di S. Francesco di Sales e l’Autorità scolastica. 4

Errore di fatto. 4

Supplica. 5

Appendice N. 1. Estratto dagli Atti del Parlamento Subalpino  5

Appendice N. 2  8

Appendice N. 3  15

Appendice N. 4  18

Appendice N. 5  19

 


L’Oratorio di S. Francesco di Sales non è un Ginnasio privato

 

            La denominazione di' Ginnasio privato, data inesattamente all’Ospizio di S. Francescodi Sales in questi ultimi giorni, cagionò danno e non leggeri disturbi ai giovanetti in esso ricoverati.

            A fine di dare all’Autorità scolastica ed alle altre Autorità dello Stato una giusta idea della natura e dello scopo di questo Istituto gioverà certamente un ragguaglio storico, da cui apparisca quali siano stati i suoi rapporti colle pubbliche Autorità, e come dalle medesime sia stato costantemente riconosciuto opera di carità da' suoi primordii fino al presente.

 

 

Primordii e scopo di questo Oratorio

 

            È da premettere come nel frequentare le carceri di questa città lo scrivente potè assicurarsi, che un gran numero di fanciulli scontavano la pena di delitti ai quali piuttosto l’abbandono e l’inconsideratezza, che non la malizia li aveva trascinati. Si potè pure convincere che tali giovanetti, se all’epoca della loro liberazione {3 [259]} incontravano un animo benevolo che li avesse sorretti, non ricadevano più negli espiati delitti; e molti pericolanti, per lo più forestieri, mercè assistenza paterna, con molta facilità potevano tenersi lontani dal mal fare.

            Con questo fine nel 1841 ho cominciato l’opera degli Oratorii, ossia dei giardini di ricreazione, dove specialmente nei giorni festivi si radunano fanciulli poveri ed abbandonati. In essi sono trattenuti nella ginnastica, nella declamazione, musica, nel teatrino, ed in altri trastulli di amena ricreazione. L’istruzione elementare, lo studio della religione e le regole di buona creanza fanno eziandio parte di quei trattenimenti.

            Nel 1846 si cominciarono le scuole serali, che furono visitate da una deputazione di Consiglieri municipali. Se ne mostrarono altamente soddisfatti, e, fattane relazione in pieno Consiglio, fu decretato un dono di mille franchi con annuo sussidio di franchi 300 per le scuole serali, sussidio che si continuò fino al 1877.

            Venne pure una Commissione da parte dell’Opera della Mendicità Istruita, che in segno di gradimento largì eziandio un premio di fr. 1000.

            Tra i giovanetti che frequentavano gli Oratorii se ne incontravano alcuni talmente poveri ed abbandonati, che loro forse sarebbe tornata inutile ogni sollecitudine, se non venivano raccolti in qualche Ospizio, ove alloggiati, vestiti, nutriti fossero avviati a qualche arte o mestiere. Così nel 1847 cominciò il così detto Ospizio ovvero Oratorio di S. Francesco di Sales. In esso ogni sera gli allievi hanno scuola elementare, di musica vocale od istrumentale, disegno, sistema metrico, aritmetica con altri studi adattati ai loro mestieri.

            Lungo il giorno erano occupati nei mestieri di falegname, di calzolaio, di sarto, ferraio, legatore da {4 [260]} libri, tipografo, compositore, fonditore di caratteri, stereotipista, calcografia; nella pittura, fotografia ecc.

            Alcuni poi, perchè forniti di svegliato ingegno, o perchè appartenenti a famiglie decadute, solevansi destinare al corso tecnico, al francese ed anche ad alcuni anni di studio classico. Con questo mezzo provvedevansi allievi compositori nella tipografia dell’Istituto, assistenti nell’Ospizio, mentre non pochi si davano alla carriera militare, o allo studio letterario, secondochè loro pareva nel più breve lasso di tempo poter giungere a guadagnarsi onesto sostentamento. In siffatta maniera si poterono secondare le propensioni de' nostri giovani, e organizzare un sistema educativo conveniente ad un Istituto, che in breve tempo giunse a raccogliere ben 900 giovanetti, che tanti appunto al presente sono gli allievi del nostro Ospizio.

            Fin qui l’Oratorio di S. Francesco di Sales fu considerato quale Ospizio di carità a benefizio di poveri ed abbandonati fanciulli. L’Autorità scolastica aiutavalo moralmente e materialmente.

 

 

Il Senato del Begno e il Ministro dell’Interno.

 

            Il novello modo di raccogliere ed educare i figli della più bisognosa, e possiam dire, della più pericolante porzione della società, traeva gente da varie parti.

            Il Sindaco di Torino, cav. Bellono, il Prefetto, parecchi Deputati e Senatori venivano con piacere a farci visita passando delle ore nei laboratorii, nelle scuole, e perfino in ricreazione coi fanciulli.

            Un giorno venne il conte Sclopis col march. Ignazio Pallavicini e col conte Luigi Collegno, tutti Senatori del Regno. Visitarono l’Ospizio, le scuole, il Giardino di ricreazione e le radunanze festive. Ammirarono {5 [261]} specialmente la sollecitudine con cui si cercava collocamento presso ad un buon padrone a tatti quei giovanetti che fossero privi di lavoro, ed avessero raggiunta l’età di appigliarsi ad un mestiere.

            Nella loro partenza dissero voler riferire ogni cosa al Senato, affinchè ne facesse calda raccomandazione al Governo, e lo impegnasse a favorire una istituzione che ha per fine, essi dicevano, di diminuire il numero dei discoli e di quelli che vanno a popolare le carceri.

            Di fatto nella tornata 1 marzo 1850 la Camera dei Senatori diede una splendida testimonianza all’Opera degli Oratorii. La Commissione di Senatori, che si recò tra noi, raccomandò vivamente al governo l’Opera degli Oratorii, affinchè la favorisse, l’appoggiasse con mezzi morali e materiali, come istituzione veramente utile ai nostri tempi, eminentemente umanitaria e cristiana.

            Si può vedere l’esposizione di tale visita negli atti del Senato, come nell’Appendice n° 1.

            Il Governo, e soprattutto il Ministero dell’Interno, prese allora in alta considerazione la raccomandazione dei Senatori, e cooperò anche con mezzi materiali allo sviluppo dell’Ospizio.

            I ministri Rattazzi, Cavour, Farini, Lanza, Peruzzi, Ricasoli, Nicotera giudicarono questo Istituto quasi opera loro, inviandoci qui ogni genere di ragazzi abbandonati. Quando poi aveva luogo qualche trattenimento di ginnastica, distribuzione di premii, teatrino, o concerti musicali, que' benemeriti signori si professavano lieti di poter intervenire quali padri in mezzo ai proprii figli. Più d’una volta avvvenne che il Prefetto della Provincia e il Sindaco di Torino accompagnavano il Ministro dell’Interno ed anche i Principi di Casa Reale {6 [262]} a prendere parte alle nostre feste di famiglia. Alcune lettere dell’Appendice n° 2 fanno testimonianza dell’asserto, e palesano il giudizio che quei personaggi facevano di questo Istituto.

 

 

Il Municipio di Torino.

 

            Il Municipio di Torino ha sempre considerato l’Opera degli Oratorii come Istituzione di beneficenza. La incoraggiò con premii, la favori con mezzi materiali e indirizzovvi assai di frequente dei fanciulli pericolanti.

            Nel 1854 quando il colèramorbus invase i nostri paesi, il Sindaco di Torino raccolse in apposito locale i fanciulli fatti orfani dal morbo micidiale, e ne affidò la cura e la direzione allo scrivente. Una cinquantina dei più abbandonati furono dal medesimo Sindaco inviati a questo Ospizio, dove vennero educati, istruiti e avviati ad un’arte o mestiere. Si veda l’Appendice n° 3.

            Altri fanciulli pure colpiti dalla stessa sventura in numero di 20 vennero qua indirizzati dal Prefetto di Ancona; parecchi da Sassari, da Napoli; e nove da Tortorigi in Sicilia e da altri paesi d’Italia.

 

 

Le scuole dell’Oratorio di S. Francesco di Sales e l’Autorità scolastica.

 

            Per lo spazio di oltre a 35 anni le nostre scuole primarie, tecniche e secondarie tanto per gli interni quanto per gli esterni, furono sempre oggetto di benevolenza per parte dell’Autorità scolastica.

            La legge Buoncompagni del 1848 considerò questo {7 [263]} Ospizio come ricovero di poveri giovani, Istituto di arti e mestieri, e ci lasciò totalmente sotto al Ministero dell’Interno. (V. Legge Buoncompagni, Art. 3).

            Lo stesso dicasi della legge Lanza nel 1857. Quel Ministro non solo lasciò le nostre scuole libere nella scelta dei maestri, ma le sussidiò più volte, e con lettera del 29 aprile del 1857 diede un premio di L. 1000, assicurando il suo appoggio e tutti i mezzi che da lui dipendevano, affinchè questo Istituto avesse il suo maggiore sviluppo.

            La legge Casati nel 1859 lasciò pure le nostre scuole nella loro autonomia; e l’Autorità scolastica continuò coll’opera personale e anche con sussidii pecuniarii ad appoggiare questo Istituto, il quale proseguì a godere del libero esercizio riguardo ai maestri.

            Nel 1865 il R. Provveditore degli studi, ignaro del carattere, della natura tutta speciale del medesimo, voleva considerarlo quale ginnasio privato, e quindi obbligato ad avere professori patentati; ma una lettera del Ministro dell’Interno ed un’altra del Sindaco di Torino, indirizzate al sig. Ministro della Pubblica Istruzione, dichiararono essere questa un’Opera di beneficenza in tutto il rigore della parola; e notarono che l’obbligazione di porre maestri patentati e perciò stipendiati in classe ne sarebbe la rovina, non avendosi un soldo nel suo bilancio preventivo. Pago di quella asserzione il sig. Ministro ed il R. Provveditore non fecero più parola sulla legalità dei nostri insegnanti. Si veda la lettera dell’Appendice n° 4.

            In tutto questo tempo (1841-1877) i Ministri della Pubblica Istruzione ci hanno costantemente inviati poveri fanciulli; ed i RR. Provveditori godevano di potersi recare eglino stessi nelle classi a porgere norme didattiche ai maestri e dare lezioni ai medesimi {8 [264]} allievi. Tutti questi superiori scolastici hanno sempre promosso il nostro insegnamento, nè mai pensarono a sottoporlo alla legge comune per ragione che:

            1° È un Ospizio di carità; vive di beneficenza quotidiana; non compromette gli interessi nè pubblici nè privati di alcuno. Anzi ridonda a vantaggio del medesimo Governo, il quale spesso non saprebbe come provvedere a certi fanciulli, che non sono discoli, ma sono abbandonati ed in evidente pericolo di divenire tali.

            2° Questi giovanetti per lo più sono raccolti gratuitamente, se si eccettuano le limosine de' benefattori che li raccomandano. Cosi furono soliti di fare i nostri benefattori e gli stessi Ministri dello Stato. (V. Appendice n° 5).

            3° Gli allievi ricevono l’istruzione totalmente gratuita; e per lo più loro si devono eziandio somministrare gratuitamente libri, carta e simili oggetti di cancelleria.

            4° I maestri poi con zelo, e con abnegazione degna di alto encomio compiono i loro particolari doveri, e trovano tempo a fare gratuitamente le lezioni ai loro allievi.

            5° La felice riuscita degli allievi nei pubblici esami, e la luminosa camera, che parecchi di essi percorrono nelle lettere, nella filosofia, nelle varie facoltà universitarie, nella milizia e nel commercio sono chiaro argomento che l’istruzione data dagli insegnanti appaga la comune aspettazione.

 

 

Errore di fatto.

 

            Quanto si è fin qui esposto pare dimostri chiaramente che l’Oratorio di S. Francesco di Sales è un Ricovero, un Ospizio di carità, ove fra i mezzi educativi {9 [265]} avvi eziandio gratuitamente lo studio secondario, tecnico e professionale. Così giudicarono e praticarono tutti i Ministri della Pubblica Istruzione, è i RR. Provveditori per oltre a 35 anni. Soltanto nel 1878 il sig. Provveditore agli studi di Torino, non bene informato dello scopo e della natura di questo Istituto, volle denominarlo Ginnasio Privato annesso all’Oratorio di S. Francesco di Sales, e quindi assoggettarlo alla Legge che dirige i Ginnasti Privati. Di qui nacque la sua dimanda di professori patentati, dipoi l’obbligo ai medesimi di trovarsi in classe ad un orario determinato; e in fine la chiusura dell’Istituto, e la dispersione degli allievi.

            È questo un errore di fatto, perciocchè il Ginnasio annesso all’Oratorio di S. Francesco di Sales non è altrimenti mai esistito, e niuno sa indicare il luogo di sua esistenza. Tutti poi conoscono e sanno qualificare questo Oratorio come Opera di carità, a cui sono annessi altri Oratorii di beneficenza, dove tra allievi interni ed esterni, tra quei de' giorni festivi e dei feriali, tra quei che frequentano le scuole diurne e quelli che accorrono alle serali, si adunano più migliaia di poveri fanciulli per essere educati al sapere, alla moralità, al lavoro.

 

 

Supplica.

 

            Esposto quanto sopra, io non intendo di movere accusa di sorta o lamento contro di alcuno: solamente desidero di tutelare l’avvenire de' miei allievi; e perciò supplico umilmente S. E. il Ministro della Pubblica Istruzione a voler tuttora considerare questo Istituto quale Ospizio di carità, in cui il Direttore sostiene veramente le veci di padre in conformità della legge Casati, Art. 251-252; {10 [266]} Concedere che lo scrivente sotto la sua responsabilità; e vigilanza possa gratuitamente istruire o far dare l’istruzione dei corsi elementari e tecnici secondo l’art. 356;

            Che possa continuare l’insegnamento di quelle parti di corso secondario, che si ravviserà confacente per la tipografia, pel commercio, per la milizia o per altra carriera, che possa tornare vantaggiosa ai poveri giovani di questo Istituto;

            Che si possano questi di nuovo liberamente raccogliere, tôrre dai pericoli, e terminare quella educazione, che valga a dar loro un mezzo con cui giungere quanto prima a guadagnarsi onestamente il pane della vita. {11 [267]} {12 [268]}

 

 

Appendice N. 1. Estratto dagli Atti del Parlamento Subalpino

 

 

SENATO DEL REGNO

Tornata 11 Gennaio - SUNTO DI PETIZIONI

 

            47. - Bruno Giuseppe Carlo, professore, propone che sia provvisto con legge al ricovero ed alla educazione dei giovani oziosi e vagabondi.

            48. - Bosco Giovanni, sacerdote, espone come per opera sua si siano istituiti tre Oratorii nei contorni di Torino per l’educazione morale ed istruttiva dei giovani abbandonati, e chiede che il Senato voglia concorrere con opportuna deliberazione al sostentamento di delti Istituti.

 

 

TORNATA 1 MARZO.

Presidenza del VicePresid. MARCHESE ALFIERI. - Relazioni e Discussioni di Petizioni. (Petizioni del Prof. Bruno e del Sac. Bosco).

 

            Pallavicini Ignazio, Relatore. - Analoga per l’oggetto ed il fine che si propone a quello che teste ebbi l’onore di riferirvi, sebbene differisca alquanto nei mezzi da adoperare, trovasi la petizione numero 48, che appartiene al distinto e zelante ecclesiastico di questa Città, Sacerdote Giovanni Bosco. {13 [269]} Anch’egli desideroso del vantaggio di tanti giovanetti forviati, ed in pari tempo di tutta intera la società, dedicossi già da qualche anno, coll’annuenza dell’Autorità Ecclesiastica e Civile, a radunare nei dì festivi ed in diversi luoghi giovinetti dai 12 ai 20 anni, e ben 500 frequentano l’Oratorio situato in Valdocco.

            Quivi non capiendonè più pel crescente numero, or son 3 anni, un altro ne apriva a Porta Nuova e da ultimo un terzo in Vanchiglia, ed in questi tre luoghi con istruzioni e scuole e ricreazioni si inculca il buon costume, l’amore al buono, il rispetto alle autorità ed alle leggi secondo i principii della Nostra Santa Religione, cui hannosi ad aggiungere le scuole convenienti intorno ai principii della lingua Italiana, Aritmetica e Sistema Metrico, ed in fine un Ospizio aprissi per ricoverare 20 o 30 giovani dei più abbandonati e necessitosi.

            L’Opera santa si sostenne così coi soccorsi di zelanti e caritative persone ecclesiastiche e secolari, che la Città di Torino non si rimane indietro in fatto di pii Istituti e di pie largizioni a prò del povero e dell’ignorante.

            Ma le spese crebbero ogni anno e l’Esponente è gravato dal fitto de' locali che ascende a L. 2, 400; da quelle della manutenzione dell’Ospizio e della rispettiva Cappella, cui aggiungonsi le quotidiane spese che l’estrema miseria di parecchi fanciulli rende indispensabili, e quindi trovasi costretto a cessare la continuazione di sì lodevole Istituto, troppo di frequente dovendo ricorrere alle persone che finora lo beneficarono. Egli vorrebbe pertanto che il Senato prendesse in benigna considerazione un’opera sì proficua e che la sostenesse colle sue deliberazioni.

            La Commissione non accontentossi di quanto veniva esposto dal Petizionario; e, benchè avesse già conoscenza di sì salutare Istituzione, nondimeno procurossi maggiori cognizioni, e risultolle che oltre i doveri religiosi che vi si praticano nei dì festivi a vantaggio di tali giovanetti, ai quali eziandio porgesì la necessaria istruzione, i benemeriti fondatori altro scopo si erano prefisso, e quello si era di insegnar loro, oltre le cose già dette, il disegno lineare, la Storia Sacra, la Storia Patria e le nozioni della legge adatte al popolo, cui si sarebbe aggiunta la Ginnastica, giuochi di destrezza, corse, ecc.

            Si pensava ben anco di eccitare l’emulazione con qualche esposizione di oggetti d’arte, di industria, di dar qualche accademia e distribuire premii. Tutto ciò volevasi fare, ma non tutto potè {14 [270]} praticarsi per la deficienza di mezzi e per le sorvenute critiche vicende. L’idea che vi accennai di una tale Istituzione da sè manifestasi per eminentemente religiosa, sociale, proficua, senza che abbia da spendere molte parole per persuadervene. Danno gravissimo sarebbe per la città tutta quanta, se a vece di prosperare tale Istituzione e conseguire quello sviluppo che si erano proposto quei buoni amici del popolo, che la coltivano, dovesse interrompersi o perdersi affatto per non trovar braccio soccorrevole che sostenga anche quel bene, quantunque incompleto che sinora conservasi. - La vostra Commissione crederebbe di mancare a se stessa, al Senato che l’onorò di sì apprezzevole incarico, alla Società, se con tutta la convinzione del suo animo non vi proponesse di inviare simile istanza al Ministro dell’Interno, acciocchè voglia venire efficacemente in soccorso d’un’Opera sì utile e vantaggiosa.

            Giulio. - Con mio profondo rincrescimento adempio per la seconda volta ad uno spiacevole dovere, quello di impedirvi di entrare in una via, nella quale tutti siamo tratti dal proprio cuore, la via della carità legale, via credo funesta, via nella quale spero che il Senato non vorrà entrare a proposito di una petizione.

            Io propongo ancora su questa petizione l’ordine del giorno.

            Sclopis. - Le considerazioni esposte per la seconda volta dal mio onorevole Collega, il Signor Senatore Giulio, toccano sicuramente ad una delle più grandi questioni che si agitano oggidì nella Società Europea. Non è questo ne il luogo, ne il tempo di discuterla; ma forse sarebbe, non dirò pregiudicar la questione, ma uno scoraggiare quegli Istituti che (provenienti da beneficenza privata), intendono a sopperire ad una lacuna immensa che è nella nostra Società attuale, se il Governo non desse qualche soccorso.

            E qui mi pare che non conviene veder risolta la questione di carità legale, mentre si invoca un soccorso, un aiuto in parte solamente sussidiario. Quando si trattò in altri paesi la gran questione della beneficenza pubblica, credo che coloro i quali con molta ragione volevano escluderne i principii assoluti, tuttavia riconobbero che là dove c’è impossibilità di soccorrere dal canto dei privati e dove il Governo senza impegnarsi in istituzioni sue proprie, può per altro riempiere, se non altro, temporariamente almeno, qualche lacuna, lo possa e lo debba fare.

            Io vedo poi un bisogno tanto urgente, tanto stringente di provvedere {15 [271]} a questa condizione dei ragazzi, i quali uscendo da quelle scuole infantili, di cui abbiamo qui il benemerito promotore presente, si trovano quasi abbandonati dappoi nella circostanza, in cui le passioni si risvegliano, il sangue bolle. Credo importante che il Governo sussidii le opere più urgenti di beneficenza, senza impegnarsi tuttavia in modo permanente in queste istituzioni.

            Ond’è che in questo caso inviterei il Governo a far ciò, e provvedere in modo che vi sia un mezzo di sopperire a queste gravissime esigenze. Per conseguenza dichiarando che la Commissione non ha (e credo che la Commissione sia del mio parere) non ha avuto in mente di entrare in una discussione di carità legale, ma solo di invocare un sussidio che il Governo dia come a tanti altri Stabilimenti di pubblica beneficenza, insisterò nella domanda dell’invio al Ministro degli Interni.

            E lo dico colla più profonda convinzione, perchè appunto (come aveva già l’onore di esprimermi in questo Consesso in un’altra circostanza), il Consiglio Comunale avendo dovuto esaminare la condizione degli Operai, ha dovuto avvertire che c’è un gran difetto di assistenza in questa parte; e si può senza esporre il Governo a prendere un’assoluta determinazione, giovare per altro a mantenere in vita queste fondazioni, le quali poi con altri mezzi potranno forse diventare più durature. Il Governo debbe farlo, esso è un grande rimedio al male presente, una grande anticipazione di bene futuro.

            Giulio. - Risponderò primieramente all’osservazione del Senatore Sclopis con due sole parole. I Governi son tenuti a distribuire la giustizia ai Cittadini, non a distribuire elemosine, perchè non disponendo dei beni proprii, ma sibbene dei beni dei cittadini, non possono disporne se non per motivi di giustizia. Queste considerazioni che credo indubitabili, mi paiono sufficienti a dimostrare che non è obbligo di un Governo di concorrere con fondi non suoi alla manutenzione di opere di beneficenza, comunque raccomandate da sentimenti di umanità e di religione.

            I Governi non hanno altre beneficenze a distribuire che giustizia a tutti.

            Sclopis. - Il Governo deve essere giusto anzitutto; sì, ma il Governo deve essere anche provvido; il Governo non deve impegnarsi in istabilimenti di carità legale, ma deve apportar sussidii nelle emergenze straordinarie. In questa parte l’assoluto {16 [272]} non è la miglior via che si possa tenere. L’esclusività, massime nelle emergenze attuali, potrebbe indurre a far disperare del bene di molte istituzioni che ci sono raccomandate non solo dalla voce della carità, ma anche da quelle della previdenza politica.

            Sauli. - Aggiungerò che queste istituzioni non sono di semplici limosino, ma istituzioni di educazione morale e religiosa, alle quali credo che il Governo sia tenuto.

            Pallavicino-Mossi. - Mi permetto di far osservare al Senato che non è molto tempo egli avvisò opportuno il dare un’educazione coatta ai ragazzi vagabondi per le vie; il quale avviso manifestò con un suo voto dato per tale effetto ad un progetto di legge presentato dal Ministero alla Camera. Ora a che tende la petizione, della quale ci venne fatta relazione? Essa tende a dare un’educazione non punto dissimile da quella accennata. Dunque se il Governo era disposto a mantener questa educazione, può benissimo anche ora sopperire alle spese a ciò necessarie, senza entrare nella teoria della carità legale.

            Sclopis. - Il Governo lo ha fatto in una circostanza recente degli scaldatoi, e ne è stato rimeritato dalla riconoscenza di tutti i cittadini.

            Presidente. - Due proposizioni sono fatte. Una della Commissione che raccomanda la petizione al Governo per un sussidio; l’altra del cavaliere senatore Giulio, che vorrebbe che il Senato passasse all’ordine del giorno. Io porrò ai voti l’ordine del giorno, come quello che deve avere la precedenza.

(Non è approvato)

            Pongo ai voti le conclusioni della Commissione.

(Sono addottati).

 

 

CAMERA DEI DEPUTATI.

UFFICIO DEI QUESTORI.

Torino, addì 14 maggio 1852.

 

            Questo Ufficio di Presidenza avendo deliberato che in occasione della festa dello Statuto testè celebrata fossero prelevate sui fondi della Camera ed erogate a benefizio dell’Istituto degli {17 [273]} Artigianelli, dalla S. V. Ill.ma così degnamente diretto, L. 200, io mi affretto però a darlene parte, trasmettendole nello stesso tempo un mandato di pagamento per la somma suddetta, che la S. V. potrà quando che sia far ritirare dal signor Segretario di questo Ufficio a semplice presentazione dello stesso mandato.

            Approfitto della favorevole congiuntura per proferire alla S. V. Ill.ma i sensi della mia profonda stima

Il Questore

VALVASSORI. {18 [274]}

 

 

Appendice N. 2

 

            Dopo la raccomandazione fatta dalle Camere al Ministero, esso prese nella più viva considerazione l’opera degli Oratori. Quando poteva il Governo la sussidiava, e quando aveva poveri ragazzi, che non sapesse come recapitare, li inviava a questo Istituto. Noi mettiamo alcune delle moltissime lettere scritte dai varii Ministri colle quali si accordano sussidii o sono raccomandati poveri fanciulli all’Oratorio di S. Francesco di Sales.

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO.

Domanda di un sussidio per l’educazione della gioventù pericolante.

 

Torino, addi 12 Febbraio 1850.

 

                        Ill.mo e Molto Reverendo Sig. Sig. P. Col.mo,

            Nel mentre che non mi è possibile di accedere in modo alcuno alla domanda di V. S. Ill.ma e Molto Reverenda in fino alla definitiva approvazione del bilancio di questo Dicastero per parte del nazionale Parlamento, come avrei desiderato per coadiuvare in tutto ch’io possa all’incremento di un’opera la quale altamente onora chi con sentimenti di cristiana carità se ne faceva promotore, onde scemare il più possibile il novero di quei disgraziati, che orbati sul fiore degli anni loro di chi gl’informi il cuore ai veri principii di religione e civiltà, vivendo da tristi la vita, infestano la società col mal esempio, ed a lor preparano un miserando fine, mi riesce però soddisfacentissima cosa il poterle qui attestare la più sentita ammirazione per lo zelo indefesso onde Ella si mostra prodiga per la pericolante e povera gioventù, la quale mi auguro le valga almeno a confortarla ed a infonderle {19 [275]} coraggio per continuare nell’arduo, ma filantropico suo intendimento.

            Riservandomi di prendere in tutta la possibile considerazione la sua domanda, tosto ottenuta l’approvazione del Bilancio dal Parlamento, ho l’onore di proferirmi con ben distinta stima

            Di V. S. Ill.ma e Molto Reverenda

Devotissimo e obbidientissimo Servitore

Pel Ministro il P.° Officiale

Di S. MARTINO.

 

 

REGIA SEGRETERIA DI STATO PER GLI AFFARI ECCLESIASTICI DI GRAZIA E GIUSTIZIA.

Intenzione sovrana relativamente all’Oratorio stabilito in Valdocco.

Torino, addì 5 Luglio 1851.

 

                        Molto Reverendo Sig. Oss.mo,

            S. E. il Duca Pasqua Prefetto del Real palazzo, cui questo Dicastero ha dovuto trasmettere per ragion di competenza il ricorso stato presentato da V. S. M. R., ha con suo foglio del 25 ultimo scorso mese notificato che, avendo rassegnato alle reali determinazioni le inoltrate instanze, S. M. vide con vera sua soddisfazione la determinazione presa dalla S. V. e dalle altre pie persone, di raccogliere giovani nell’Oratorio quivi stabilito onde procurar loro una religiosa e morale educazione.

            Che per ciò nel desiderio di promuovere l’esecuzione della pia opera, e non potendo, atteso le molte sue occupazioni, intervevenire al collocamento della pietra fondamentale della nuova chiesa, di cui fu progettata la costruzione, si è degnata di dare fin d’ora una prova del generoso Reale suo animo, con manifestare l’intenzione di concorrere in qualche modo per siffatta opera, quando ne sarà il caso.

            Mi è ben soddisfacente il far conoscere alla S. V. M. R. le favorevoli disposizioni manifestate dalla M. S. a riguardo di una istituzione cotanto commendevole per il pio scopo cui è diretta, {20 [276]} e non potendo non aggiungere, nel mio particolare un tributo d’encomio per le zelanti cure con cui Ella la promuove e dirige, profitto della propizia occasione che mi si presenta per profferirmi con distinta stima

                        Di V. S. M. Illma

            PS. Il sussidio fu di L. 10, 000.

Firmato all’originale

Pel Ministro il Primo Uffiziale devotissimo Servitore

DEANDREIS.

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO.

Sovvenzione di L. 1000.

Torino, addì 9 Maggio 1856.

            Il Ministro sottoscritto mentre commenda il divisamento del Sacerdote Signor D. Bosco Direttore dell’Oratorio maschile in Valdocco di far ampliare l’attuale fabbricato onde estendere ad un maggior numero il ricovero dei poveri figli abbandonati, gli partecipa che per coadiuvarlo nella relativa spesa ha determinato di accordargli una sovvenzione di lire mille sui fondi del Bilancio di questo Ministero. Spiacente chi scrive che le ristrettezze in cui versa l’orario non acconsentano ad una maggiore elargizione, lo previene intanto che detta somma gli sarà corrisposta per la concorrente di L. 500 dal Cassiere di questo Ministero, e che gli saranno le restanti L. 500 pagate dal Tesoriere della Provincia in questa Capitale.

Il Ministro

U. RATTAZZI.

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO.

Straordinaria sovvenzione di L. 1000.

Torino, 4 Ottobre 1856.

 

                        Illustrissimo e Reverendissimo Signore,

            Volendo dimostrare in modo particolare l’interesse che il Regio Governo prende all’incremento del Pio Istituto maschile di Valdocco iniziato e si ben diretto dal M. R. Sacerdote Giovanni {21 [277]} Bosco, il sottoscritto conscio delle strettezze pecuniarie del medesimo, e conoscendo come la somma di L. 1000 testè elargitagli fosse al dissotto degli ingenti bisogni in cui versa, con suo Decreto d’oggi ha nuovamente disposto perchè gli siano fatte corrispondere altre Lire Mille sui fondi casuali di questo Ministero.           Facendo seguito alla sua nota di ieri, lo scrivente partecipa al Molto Reverendo Direttore dell’Oratorio suddetto la presa determinazione, e gli soggiunge che ha parimenti già impartite le direzioni in proposito pel rilascio in di Lui capo dell’analogo mandato di pagamento della somma anzi citata.

Il Ministro

U. RATTAZZI.

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO.

Bicovero di giovani poveri abbandonati.

Torino, 7 Luglio 1857.

 

                        Illustrissimo e Reverendissimo Signore,

            Il povero giovane orfano abbandonato C... A..., che il Reverendo Sac. Bosco con lettera del 13 Giugno p. p. si dichiarava disposto ad accettare nel pio Ricovero da Lei diretto, avendo amato meglio di entrare con una sua sorella nell’ospizio Cottolengo, ed essendovi diffatto stati ammessi entrambi da quel signor Direttore Cav. Anglesio addì 3 corrente mese; il sottoscritto prega V. S. R. a voler disporre per l’ammessione in cambio del ragazzo A....., di quell’altro non meno sgraziato per nome Guglielmo Giacomo B...... che gli veniva già raccomandato con nota di questo Ministero del 19 Giugno ora scorso; alla quale perciò il Sacerdote Bosco resta pregato di fare il più presto possibile un riscontro per opportuna norma del sottoscritto.

Il Ministro

U. RATTAZZI. {22 [278]}

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO.

Ricovero del giovane F.

Torino, addì 3 Novembre 1856.

 

            Il Capo Usciere Gioachino F......resosi teste defunto lasciando nell’indigenza la vedova col peso della prole in tenera età fra cui un ragazzo d’anni 9. Non potendo la vecchia, ed indisposta genitrice provvedere all’educazione e mantenimento del medesimo, il Ministro sottoscritto conscio della filantropia, ed interessamento che il Reverendo Don Bosco Direttore del Pio Istituto maschile in Valdocco prende per li ragazzi abbandonati od altrimenti privi di mezzi, gli raccomanda il ragazzo F.... e lusingandosi che possa il medesimo essere ricoverato nel Pio Istituto, gli soggiunge che gli sarà presentato dalla propria madre latrice della presente.

Il Ministro

U. RATTAZZI.

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO.

Sovvenzione di L. 300.

Torino, addì 14 del 1856.

 

            Lodevolissimo si è il divisamento dell’ottimo S. Sacerdote Giovanni Bosco esposto nel memoriale unito a sua lettera delli 8 andante, quello cioè di ampliare l’attuale fabbricato onde poter estendere ad un maggior numero il ricovero de' poveri figli abbandonati e pericolanti, aperto con tanto vantaggio e filantropico impulso nel quartiere di Valdocco di questa Capitale, e vedrebbesi ben con piacere che potesse essere mandato ad effetto per il sommo utile che risulterebbe a quella classe di giovani, ma non ostante ogni suo buon volere il sottoscritto non sarebbe in grado di accordargli la chiesta anticipazione di fondi per le suddette spese di fabbricazione a fronte dell’attuale condizione in cui versano le finanze dello Stato. Lo scrivente si augura, ed {23 [279]} anzi confida che il benemerito promotore S. Sacerdote Bosco potrà gradatamente trovare i mezzi necessarii al suo intento dalla Carità privata, e per coadiuvarlo intanto nei bisogni ordinarii, il sottoscritto si è determinato di accordargli una sovvenzione di L. 300 sui fondi del Bilancio di questo Ministero, spiacente che la ristrettezza dei medesimi non consentano una maggiore largizione.

            Si è provveduto per la spedizione del mandato il quale sarà pagato dalla Tesoreria dell’Interno.

Il Ministro

U. RATTAZZI.

 

 

IL MINISTRO SEGRETARIO DI STATO PER GLI AFFARI DELL’INTERNO.

 

            Visto il programma della Lotteria d’oggetti a favore degli Oratori di S. Luigi a Porta Nuova, e di S. Francesco di Sales in Valdocco, e dell’Angelo Custode in Vanchiglia che si sta eseguendo per cura del benemerito Sacerdote D. Bosco, sotto gli auspici del quale nacquero e si mantengono con utile grandissimo dei giovani maschi abbandonati, li detti tre Oratorii aperti nqn ha guari ai tre principali lati di questa Capitale per dar ricovero ed educazione conforme alla condizione loro ai giovani pericolanti di Torino, o che altrimenti vi giungono dalle provincie;

            Vista la lettera del prefato Sig. D. Bosco colla quale fa offerta al Ministero di Quattrocento Biglietti della Lotteria stessa a centesimi cinquanta (50) caduno colla viva preghiera di aggradirli a sollievo delle strettezze in cui versano le dette pie Case;

            Considerando che senza un possente aiuto, che il D. Bosco spera dalla carità pubblica, a cui in gran parte affida l’opera sua filantropica, gli mancherebbero li mezzi indispensabili per continuarla con successo e vantaggio grandissimo della classe povera;

            Ritenuto che il Ministero conscio delle critiche condizioni finanziarie in cui trovossi più volte l’Oratorio di Valdocco, da cui hanno principio e vita le altre due pie Case di Porta Nuova e Vanchiglia, prontamente al medesimo soccorse;

            Che è massima consacrata dal Governo di sussidiare per quanto {24 [280]} in lui sta ogni Istituto che sotto qualsiasi denominazione imprende ad educare il popolo, e facilitargli la via a quella educazione morale che li giovani abbandonati non possono altrimenti procacciarsi,

 

DECRETA:

 

            Sul fondo Casuali del Bilancio di questo Ministero pel corrente anno è assegnato al Reverendo Sig. D. Bosco Direttore dell’0ratorio maschile in Valdocco, presidente della Commissione della Lotteria anzi accennata, la somma di L. 200 importare di N° 400 biglietti a cent. 50 caduno, oltre il dono de' biglietti stessi, che ad un tal fine saranno al medesimo restituiti a totale benefizio dell’Oratorio di Valdocco, Vanchiglia e Porta Nuova, a favore dei quali con merito di lode e filantropico zelo venne dal predetto Sig. D. Bosco la Lotteria avviata. L’ufficio centrale di Contabilità è incaricato della spedizione del relativo mandato di pagamento della somma anzidetta di Lire duecento in capo al Signor D. Bosco predetto sulla Tesoreria Provinciale di questa Capitale.

            Dat. Torino, addì 30 Aprile 1857.

Il Ministro

U. RATTAZZI.

Per Copia Conforme

Il Direttore Capo della 1a Divisione

ALASIA.

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO.

Ricovero del giovane F...

Torino, addì 3 Dicembre 1860.

 

            In riscontro alla lettera del 27 p. p. Novembre con cui il Sacerdote Giovanni Bosco partecipa d’aver accolto nell’Oratorio di S. Francesco di Sales, da Esso diretto, il ragazzo Giulio P.... il sottoscritto gli significa essersi provveduto da questo Ministero per la corrisponsione di un assegno di L. 100 in compenso di siffatta ammessione, oggetto della sua nota delli 25 Giugno p. p. N° 1817.

ii! Ministro

FARINI. {25 [281]}

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO.

Domanda per ricovero del giovanetto Giovanni F...

in uno stabilimento di pubblica beneficenza.

Torino, 31 Gennaio 1862.

 

            Il giovanetto Giovanni F..... figlio minore del fu Gioachino F.... già Capo Usciere presso questo Ministero, fu di recente colpito dalla disgrazia di perdere anche la madre che era l’unico sostegno della sua famiglia. Per la sua gracile costituzione fisica non potendo essere accolto nel Collegio Militare di Racconigi, la di lui sorella Orsola F.... vedova M.... (abitante in via Dora Grossa N° 27, p. 2°) ha presentato a questo Ministero una supplica tendente ad ottenere di ricoverarlo anche mediante un’annua retribuzione nello stabilimento di S. Francesco di Sales in questa Città.

            Il Ministero, penetrato della misera condizione di questo orfanello, non sa dispensarsi, anche in riguardo ai meriti fattisi dal defunto di lui genitore verso il pubblico servizio, di raccomandarlo caldamente alla esperimentata bontà del Molto Reverendo Sig. D. Bosco, pregandolo di veder modo di accogliere il detto orfanello nel Pio Istituto da Esso diretto, e di porgergli un riscontro al riguardo per norma degli interessati.

Il Direttore Generale

SALINO.

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO.

Sovvenzione di L. 200 a favore del Ricovero dei poveri giovani abbandonati - in Torino.

Torino, 12 gennaio 1860.

 

            Nello scopo di sussidiare l’amministrazione del Ricovero dei poveri giovani abbandonati in questa città, questo Ministero si è determinato ad accordare al suo Fondatore e Direttore D. Giovanni {26 [282]} Bosco la sovvenzione di L. 200, ed ha ordinato la spedizione in suo Capo del relativo mandato.

            Questo mandato sarà esigibile a suo tempo dalla Tesoreria del Circondario di Torino.

Pel Ministro

CAPRIOLO.

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO.

Ricovero del povero orfano Domenico Q....

Torino, addì 4 febbraio 1860.

 

            Il signor Sindaco del Comune di Lagnasco ha fatto preghiera a questo Ministero perchè interponga i suoi ufficii onde procurare il ricovero nell’Oratorio maschile di Valdocco in questa capitale al giovane Domenico G.... del fu Michel Angelo, di anni 14, originario del predetto Comune, il quale essendo destituito di mezzi di sussistenza ed orfano d’entrambi i genitori, ha richiamato l’appoggio della pubblica carità. - Il sottoscritto non può a meno di secondare la fattagli domanda, trattandosi di procurare collocamento ad un giovane, il quale essendo di onesti costumi e di sana complessione, puo essere inviato a qualche arte o mestiere con sensibile suo vantaggio morale e materiale.

            Rivolgendo quindi chi scrive tale domanda al signor sacerdote D. Giovanni Bosco, Direttore del predetto Oratorio, confida che Egli non vorrà rimanersi estraneo a questo atto di beneficenza che gli si propone; ed in ogni caso attende dalla sua compiacenza un sollecito riscontro in proposito.

D’ordine del Ministro

SALINO.

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO.

Serafino G.... supplica per ricovero mediante fr. 100.

Torino, addì 12 dicembre 1860

 

            Il nominato Serafino G.... dell’età di anni 14, figlio del fu Agostino, già Revisore dell’Ispezione Generale del Regio Lotto, nativo di Torino, essendo testè rimasto orfano per la morte della {27 [283]} di lui madre Luigia Vittoria A..., e trovandosi in istato miserabile, abbandonato da tutti, si rivolse a questo Ministero per essere ricoverato in codesto Ospizio. Dalle assunte informazioni sol conto del giovane risulta essere di qualità personali e morali buone, e conseguentemente degno d’essere esaudito nella sua preghiera.

            Lo scrivente nello interessare l’esperimentata filantropia del sacerdote D. Bosco a far modo di provvedere pel ritiro del suddetto Serafino 0.... in codesto stabilimento da Esso diretto, si riserva di dare le occorrenti disposizioni pel pagamento della somma di L. 100 una volta per titolo di sussidio, quando vengano esauditi i desideri! del supplicante.

            Si attende un riscontro in proposito, che si spera favorevole.

Il Ministro

FARINI.

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO.

Ammessione di giovani e concessione di sussidio.

Torino, addì 12 marzo 1861.

 

            Il sottoscritto ringrazia il sacerdote Gio. Bosco dei riscontri fornitigli colla lettera 6 corrente mese, circa l’ammessione nel pio Istituto da lui diretto dei ragazzi Celestino A...., Fulgenzio C..... e Giuseppe B....., ed all’affidamento di ricovero del giovane M....; e si fa premura di partecipargli che appunto nello scopo di meglio abilitarlo a compiere alla sua filantropica missione, e per soddisfare alla promessa retribuzione pell’accoglimento del giovane A..... gli fu accordata una straordinaria sovvenzione di lire 500 con Decreto ministeriale del 7 corrente mese, esigibile dalla Tesoreria di Torino.

            Starà poi in attesa di ulteriori riscontri a riguardo del ragazzo M..... per le opportune partecipazioni agl’interessati.

Pel Ministro

G. BORROMEO. {28 [284]}

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO.

B... Secondo: Istanza per essere collocato in qualche pio stabilimento.

Torino, addì 18 marzo 1861.

 

            Il giovane Secondo B...., d’anni 12, figlio del vivente Celeste, nativo e dimorante in Asti, volendo sollevare il proprio padre dal carico di provvedere al sostentamento della famiglia composta d’altri otto figli, cui può a stento procacciare il vitto collo scarso guadagno del proprio lavoro, ha inoltrato una domanda a questo Ministero, appoggiata ai qui uniti documenti, per ottenere collocamento in qualche pio stabilimento.

            Non può fare a meno il Ministero di secondare un così lodevole desiderio del giovane B....; e raccomanda quindi vivamente alla sperimentata carità del sacerdote Gio. Bosco siffatta istanza, pregandola a volerla accogliere favorevolmente; nel quale caso si riserva di corrispondere a codesto Pio Istituto una elargizione di L. 150 per una volta tanto.

            Attende in proposito un riscontro per sua norma.

Pel Ministro

G. BORROMEO.

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO.

Si raccomanda l’accettazione del giovanetto Teodoro F....

Torino, addì 15 giugno 1862.

 

            F.... Domenico, garzone al caffè Fiorio in questa città, implora un provvedimento pel suo fratello Teodoro di anni 16 circa, il quale privo della madre e abbandonato dal padre, trovasi in balia di se stesso, privo affatto di mezzi per sussistenza e per educazione.

            L’interessamento quasi paterno, e ben raro, che il ricorrente {29 [285]} si prende alla sorte del proprio fratello, cui non può colle proprie risorse in guisa alcuna sovvenire, e le altre circostanze riferite, degne al certo di compassione, inducono il sottoscritto a raccomandare caldamente alla nota filantropia della S. V. l’accoglimento del Teodoro F.... in codesto Istituto di Valdocco.

            Quando la proposta accettazione abbia luogo, il Ministero disporrà il versamento della consueta somma di L. 150 a beneficio dell’Opera Pia.

Pel Ministro

CAPRIOLO.

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO.

G.... Michele di S. Michele d’Asti.

Torino, addì 30 giugno 1862.

 

            Il Sindaco di S. Michele d’Asti raccomanda caldamente a questo Ministero che sia provvisto pel ricovero dell’orfanello Michele G...., d’anni 9, di quel Comune, che, privo del fratello ora in servizio nel R. Esercito, ritrae la propria sussistenza solo dalla elemosina.

            La puerile età del giovinetto che lo rende incapace di guadagnarsi il pane, e la mancanza assoluta di stabilimenti adatti in quella Provincia dove potrebbe essere ricoverato, inducono il sottoscritto a rivolgersi nuovamente alla conosciuta cortesia di V. S., pregandola a volerlo ammettere in codesto stabilimento, pronto dal canto suo a far in modo che venga sborsata da quel Comune, all’epoca del suo ingresso, la solita somma di L. 150, a favore dell’Istituto.

            Trasmette la fede di nascita del G....

Pel Ministro

CAPRIOLO.

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO.

Per ricovero del Gesualdo B....

Torino, addì 25 dicembre 1862.

 

            Con nota dell’8 p. p. luglio, al n° 2489, questo Ministero trasmetteva e raccomandava a codesta benemerita Direzione l’istanza della Concetta G...., di Napoli, per ricovero di suo figlio R.... {30 [286]} Gesualdo in codesto Pio Istituto, dichiarandosi disposta ad offrire, in caso d’accettazione, la solita somma di L. 150.

            Rimasta, sino al presente, priva dì riscontro detta istanza, la suddetta con nuovo ricordo insta or nuovamente per l’ammessione del detto suo figlio, adducendo che il medesimo, quantunque di età ancor minore d’anni 12, sia però d’uno sviluppo intellettuale e fisico sì precoce, da meritare una possibile eccezione a suo riguardo.

            Per il che, il sottoscritto, rinnovando la già fatta offerta delle L. 150, interessa nuovamente la filantropia del sig. Direttore del Pio Istituto a veder modo d’accogliere favorevolmente detta domanda ed a volergliene, a suo tempo, partecipare l’esito.

Pel Ministro

S. SPAVENTA. {31 [287]}

 

 

Appendice N. 3

CITTÀ DI TORINO.

Permesso Edilizio

Torino, addì 23 ottobre 1851.

 

            Non potendo nelle massime assentate acconsentire il condono dei diritti stabiliti per la spedizione del permesso, che la S. V. Molto Illustre e Molto Rev.da avrebbe dovuto ritirare prima di far intraprendere la costruzione della Chiesa che ne era l’og getto, ho provveduto per la gratuita spedizione, facendo reintegrare la Cassa con fondi destinati alla beneficenza, avuto riguardo alla pia destinazione, cui è rivolto quel provvedimento.

            Compiegole quindi la stessa carta di permesso, che debbe rimanere presso chi sovrintende alla costruzione, onde evitarsi la contravvenzione che potrebbe essere accertata, ove non fosse tale documento esibito alla richiesta degli Agenti Comunali a ciò autorizzati.

            E colla speranza che le religiose di lei sollecitudini possano trovare sollecito compimento, mi pregio di raffermare con rive ritissima e pari considerazione

II Sindaco

G. BELLONO.

 

 

CITTÀ DI TORINO.

Risposta a lettera del 30 pp. aprile.

Torino, addì 13 maggio 1854.

 

            Premuroso di dimostrare, sebbene in tenue modo, il vivo mio desiderio di concorrere a quanto possa tornare ad utile degli Oratorii festivi dalla S. V. Molto Rev.da con tanto plauso iniziati {32 [288]} e sorretti a profitto morale e materiale dei giovani abban donati, mi professo ben fortunato di poter secondare l'invito da Lei ricevuto colla lettera in margine accennata, ritenendo i cento biglietti di Lotteria a benefizio degli Oratorii medesimi trasmessimi; e compiegandole il prezzo di detti biglietti in L. 20, uniti alla presente, faccio voti perchè i pii Oratorii trovino ognora patrocinio presso chi si trovi in grado di proteggerli, come ben lo meritano, e dommi il pregio di professarmi osse quiosamente

                        Di V. S. molto Reverenda

De».™0 obbl.mo Servo

NOTTA.

 

 

CITTÀ DI TORINO.

Torino, addì 4 dicembre 1854.

 

            Pregiasi il Sindaco sottoscritto di indirizzare alla S. V. Ill.ma il nominato orfano F.... Andrea., con preghiera di volerlo accettare in codesto Instituto, unendovi in compenso un biglietto di L. cento.

            Coglie il sottoscritto quest'opportunità, onde ringraziare la S. V. a nome del Comitato a tal fine istituitosi pel concorso da Ella prestato nel ricovero datosi a quei poveri orfani, di cui i genitori rimasero vittima del fatal morbo, che per circa quattro mesi afflisse la nostra Città e territorio, ed ha l'onore di professarsi colla più distinta stima e considerazione

II Sindaco Presidente

NOTTA.

 

 

MINISTERO DELLA GUERRA.

Torino, addì 16 gennaio 1852.

 

            In seguito all'instanza sporta dal Reverendo D. Gio. Bosco, Direttore dell'Oratorio di S. Francesco di Sales in Valdocco, onde ottenere di potersi valere nella parte del Convento di S. Domenico in questa Capitale, tuttora a disposizione dell'Amministrazione {33 [289]} Militare, di N. tre camere per l’esposizione degli oggetti donati per la Lotteria per l’ultimazione della nuova Cappella dell’Oratorio predetto, e visto il filantropico e benefico scopo, cui tende siffatta instanza, mi son fatta premura di assecondarla, ed ho perciò disposto presso l’Azienda Generale di Guerra, perchè presentandosi il prenominato D. Bosco o chi per esso siengli temporariamente consegnate la camere in discorso.

            Partecipo siffatta determinazione alla S. V. Ill.ma per norma della Commissione pella Lotteria predetta, e del Sacerdote Don Bosco.

Il Ministro Segretario di Stato

ALFONSO LA MARMORA.

            Al Signor Reverendo Teol. Don PIETRO BARICCO,

                        Consigliere del Municipio di Torino.

 

 

CITTÀ DI TORINO.

Torino, addì 7 dicembre 1854.

 

            Il Sindaco sottoscritto, a nome del Comitato di pubblica beneficenza pei poveri colerosi e loro famiglie, recasi a doverosa premura di rendere alla S. V. Ill.ma le più distinte grazie pel nobile e generoso di Lei concorso prestato coll’istruire quei poveri orfani, che vennero temporariamente ricoverati nell’Orfanotrofio di S. Domenico, i quali non mancheranno al certo di innalzare preci a Dio pel loro degno istruttore.

            Nell’adempiere lo scrivente all’affidatogli incarico, si pregia nel suo particolare di rinnovarle i sensi della sua più distinta stima e considerazione

Il Sindaco Presidente

NOTTA {34 [290]}

 

 

GRAN MAGISTERO DELL’ORDINE DEI SS. MAURIZIO E LAZZARO.

Sussidio e raccomandazione a prò dell’Orfano V.... Lorenzo.

Torino, il 7 febbraio 1856.

 

            Mentre mi riservo di esaminare se sarà possibile d’accrescere l’annua sovvenzione che l’Ordine Mauriziano elargisce alla pia Opera da V. S. ll.ma e Molto Rev.da fondata e diretta, ben conoscendo i sensi di vera filantropia, ond’Ella è animata e le incessanti cure con cui si adopera a sostegno e vantaggio dei giovani abbandonati ch’Ella raccoglie, debbo pregarla di voler veder modo d’annoverare fra i suoi beneficati certo V.... Lorenzo d’anni dodici, il di cui padre V.... Antonio, già commesso serviente presso gli Ufficii di quest’Ordine, si rese defunto nello Spedale Maggiore Mauriziano addì 28 gennaio scorso, lasciando oltre il Lorenzo un altro figlio d’anni 21, di professione facchino, il quale colle sue fatiche provvede stentatamente a se stesso, e non potrebbe al certo essere di veruno aiuto al proprio fratello apprendizzo calzolaio, il quale trovasi così orfano e totalmente abbandonato in età di soli 12 anni. - Sembrandomi affatto eccezionale e degno di compassione lo stato di questo sventurato giovinetto, io credo debito mio d’interessare vivamente l’animo benefico di V. S. Ill.ma e Molto Rev.da, onde voglia ammetterlo nell’Istituto ch’Ella dirige, ove, come gli altri ricoverati, sia provvisto del necessario ed incamminato nell’attuale od in altra professione, che gli fornisca un giorno i mezzi di campare onoratamente la vita.

            Nella lusinga ch’Ella sarà per accogliere favorevolmente questa mia raccomandazione, Le sarò tenuto d’un cenno di risposta, onde possa far avvertire questo giovine che si presenti a V. S. Ill.ma e Molto Rev.da; ed intanto Le confermo i sensi della mia distinta considerazione

            Il primo Segretario di S. M.

CIBRARIO. {35 [291]}

 

CITTÀ DI TORINO

(Gabinetto del Sindaco).

O.... Giuseppe, Orfano.

Torino, addì 15 gennaio 1855.

 

 

            Uno dei Deputati alla Camera si è rivolto al Sindaco sottoscritto per ottenere il ricovero in qualche pio Stabilimento di un povero orfano per nome C... Giuseppe d’anni 13 circa, nativo di Mergozzo, il quale gode ottima salute, ed è dotato di di robusta costituzione fisica ed anche di svegliato ingegno; i parenti del quale, al pari di lui, sono affatto poveri, tranne un di lui zio, il quale, sebbene in condizione limitatissima, si disporrebbe tuttavia a fare un’assegnazione di annue L. 80 allo Stabilimento, che porgesse asilo all’infelice suo nipote.

            Lo scrivente si trova perciò nel dovere di ricorrere alla ben nota carità di S. V. Molto Rev.da, pregandola a voler vedere se sarebbe possibile di dare nel di Lei Stabilimento il desiderato ricetto al povero orfanello, anche in riguardo all’annua prestazione, sebbene tenue, che il detto di lui zio sarebbe disposto di fare pel di lui asilo.

            Attenderà chi scrive un cenno di riscontro, e frattanto Le anticipo i suoi sensi di gratitudine per quanto vorrà fare a vantaggio del raccomandato

Il Sindaco

NOTTA.

 

 

GRAN MAGISTERO DELL’ORDINE DEI SS. MAURIZIO E LAZZARO.

Sovvenzione.

Torino, il 31 agosto 1859.

 

            Ho avuto l’onore d’intrattenere Sua Maestà della poco felice situazione in cui trovasi al presente la pia Opera da Lei fondata pel ritiro dei giovanetti abbandonati e per la lontananza dei benefattori {36 [292]} e per le spese straordinarie cagionate dal numero insolito di ragazzi ch’Ella ebbe a ricoverare nella circostanza della chiamata all’Esercito di non pochi contingenti padri di famiglia; e la Maestà Sua, volendo venire ancora per questa volta in di Lei aiuto, si è graziosamente degnata in seguito a mia proposizione di accordarle una sovvenzione straordinaria di L. 250 sul Tesoro Mauriziano.

            Mentre mi è grato di poterle dare questo lieto annunzio e prevenirla che il relativo mandato di pagamento già si trova a di Lei disposizione presso la Tesoreria dell’Ordine; devo però anche avvertirla che questa largizione è affatto eccezionale e senza tratto di conseguenza, nè potrebbe mai essere invocata come un precedente negli anni avvenire, essendo unicamente motivata dalle straordinarie circostanze che si verificarono in questo anno.

            Le rinnovo i sensi della mia particolare stima.

Il primo Segretario di S. M.

Primo Presidente

ClBRARIO. {37 [293]}

 

 

Appendice N. 4

 

CITTÀ DI TORINO

(Gabinetto del Sindaco).

 

            Lo Stabilimento educativo del chiaro Sacerdote D. Bosco, eretto a poco a poco e su modestissima scala, salì mediante le cure indefesse di quel suo Direttore, anzi creatore, gradatamente a proporzioni si può dire colossali: il bene che fece in questi 25 anni, che corsero dalla sua creazione a questa parte, è notorio, è immenso; migliaia e migliaia di giovanetti miseri, abbandonati, costituenti un pericolo per la società, rigenerati, istruiti, fatti laboriosi cittadini chi nelle arti, chi nell’istruzione, chi nel sacerdozio, chi in varii altri rami, fanno chiara testimonianza a favore di quel benemerito Stabilimento, che, come co' meschinissimi mezzi a sua disposizione si sorregga e fiorisca, non sarebbe concepibile se dai Torinesi non si conoscesse la feconda ed illuminata Carità che là più liberale si mostra ove il vero e solido pubblico bene scorge richiederlo.

            La bella prova che di sè diede quel pio Istituto, il sommo utile che riversa sulla società e le lodi specialmente che riscosse in ogni tempo, anche dai funzionari governativi, per la parte dell’insegnamento secondario, lo fanno ben degno per ogni riguardo che il Governo gli continui quella benevola assistenza che non gli difettò sinora, e che voglia perciò aderire alla domanda che il suo Direttore dirige all’illuminato Signor Ministro della Pubblica Istruzione, acciò voglia continuare nel sinora usatogli riguardo, di non costringerlo a tener maestri patentati per la istruzione secondaria, ivi gratuitamente impartita ai giovanetti dal Direttore medesimo coadiuvato da dotte e pie persone, ed i cui frutti si manifestano cotanto sani e copiosi. Per questi riflessi e per il {38 [294]} vantaggio particolarissimo ohe da quel pio Stabilimento ridonda alla città di Torino, il Sindaco sottoscritto crede dover appoggiare vivamente presso l’Onorevolissimo Signor Ministro della Pubblica Istruzione la surriferita domanda del Direttore D. Bosco, che in nessuna maniera potrebbe reggere al peso che gli imporrebbe il doversi provvedere per l’insegnamento secondario di Maestri patentati e quindi stipendiati, impossibile essendo trovarne che sieno ed in posizione e disposti a prestare gratuitamente quell’opera che costituisce la loro professione, dalla quale ricavano il loro sostentamento.

                        Torino, 26 febbraio 1866.

Il Sindaco

GALVAGNO. {39 [295]}

 

 

Appendice N. 5

MINISTERO DELL’INTERNO.

(Gabinetto particolare).

Torino, addì 12 maggio 1854.

                        Ill.mo e Rev.mo Signore,

 

            Di buon grado assecondando la richiesta dalla S. V. fattami di concorrere alla pia Opera instituita per sopperire alle urgenti spese che occorrono all’Oratorio maschile di S. Francesco di Sales in Valdocco, Le acchiudo nella presente L. 40 in un colla restituzione dei 200 biglietti di lotteria inviatimi; e ringraziandola di avermi per tale effetto richiesto, ho l’onore di costituirmi con distinta stima

U. RATTAZZI

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO.

(Gabinetto particolare).

Romano C....

Torino, 25 settembre 1856.

 

                        Ill.mo e Preg.mo Signore,

            Non volendo che al povero giovine Romano C... manchi per avventura il beneficio dell’educazione di cotesto benemerito Istituto, che io stesso proposi, per difetto del necessario corredo, di cui dovrebbe il medesimo essere provvisto, penso di concorrervi in parte io, e trasmetto perciò qui compiegato a V. S. un biglietto di Banca da L. 100, con preghiera di voler Ella stessa provvedere al giovane suddetto quel tanto di corredo che meglio potrà.

            Colgo quest’occasione per professarle i sensi della mia distinta stima e considerazione.

            Della S. V, Illma e Rev.ma

Dev.mo Servitore

U. RATTAZZI. {40 [296]}

 

 

MINISTERO DELLA GUERRA

Torino, il... Aprile 1857.

 

            Nel far plauso al divisamente che sta per mandare ad effetto codesta Direzione degli Oratorii di S. Luigi, di S. Francesco e del S. Angelo Custode, di procurarsi mezzi onde promuovere il vantaggio morale della gioventù abbandonata mercè una lotteria di oggetti, frutto di oblazioni di benefattori, ritengo ben volentieri per conto mio particolare quattro decine di biglietti di detta lotteria, di cui ne sarà versato l’ammontare a mani della S. V. Molto Reverenda, ritornandole contemporaneamente lo sedici restanti decine di detti biglietti, che mi fece pervenire a scelta.

            Nell’augurare il più felice esito alle pie sollecitudini della S. V. M. R., mi è grato di professarle gli atti della perfetta mia considerazione.

Il Ministro

Marchese LA MARMORA.

 

 

MINISTERO DELL* INTERNO.

Ricovero del povero giovinetto Giulio P....

Torino, addì 25 Giugno 1860.

 

            Pervenne teste a questo Ministero il qui accluso ricorso, colle unitevi fedi, inteso a conseguire la gratuita ammessione nel Pio Istituto di S. Francesco di Sales in Valdocco, sobborgo di questa Capitale, del giovinetto Giulio P..... figlio naturale di Petronilla P....

            Preso a considerare le circostanze ivi esposte, e ritenuto che la dimora dello stesso fanciullo in detto Pio Istituto si limiterebbe a poco più di due anni avvenire, inquantochè al raggiungere del 14mo anno di sua età potrà essere accolto nel Collegio Militare in Racconigi, il sottoscritto non può che caldamente raccomandarlo alle caritatevoli premure del Sig. Sacerdote Bosco, Direttore dell’anzidetto Pio Istituto. {41 [297]} Nella fiducia qnindi che anche in questo caso il Signor Sacerdote Bosco sia per aderire favorevolmente a cosiffatta domanda, con disporre per la pronta ammessone di qnesto fanciullo in cotesto Istituto, il Ministero si riserva, non appena sarà informato del di lui effettivo ricovero, di fargli corrispondere nna sovvenzione di L. 60 per una volta tanto nel proprio bilancio, avuto riguardo alla non lunga assistenza che per tal modo verrà prestata allo stesso giovanetto.

L’Ordine del Ministro

SALINO.

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO.

Ricorso P....

Torino, addì 13 Agosto 1861.

 

            Coll’unito memoriale il nominato P.... Francesco falegname a Fossano, fa instanza perchè venga ammesso in codesto pio stabilimento il figlio Giovanni Battista, d’anni 14.

            Le circostanze narrate nel ricorso, ed avvalorate dalle favorevoli attestazioni risultanti dagli unitivi recapiti, dimostrano veramente meritevole di riguardo la dimanda del P....

            Il sottoscritto non può quindi a meno di aggiungere i suoi vivi uffici all’istanza del ricorrente acciò voglia compiacersi il Reverendo Sac. Giovanni Bosco, Direttore dell’Oratorio di S. Francesco di Sales, di veder il miglior modo possibile di accogliere nel Pio Istituto il giovane P.... Gio. Battista, con preghiera di porgergli un cenno di riscontro in proposito per le opportune comunicazioni all’interessato.

Pel Ministro

G. BORROMEO.

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO.

Ricovero di Adriano G...

Torino, addì 12 Maggio 1862.

 

            Il sottoscritto raccomanda vivamente alla filantropica carità del Reverendo D. Bosco Direttore dello stabilimento in Valdocco sotto il nome di S. Francesco di Sales, l’unita prece di Luigia G.... per l’ammessione del figlio suo Adriano d’anni 12. {42 [298]} Essendo la ricorrente degna di speciali riguardi, il Ministero, appena il giovinetto sia accolto nel Convitto , gli corrisponderà per una volta tanto la somma di It. Lire 150.

Pel Ministro

CAPRIOLO.

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO.

Per l'ammissione di Carlo Enrico M.... nell’Istituto di S. Francesco di Sales in Valdocco.

Torino, addì 4 Settembre 1863.

 

            La signora Anna M...... vedova del fu Giuseppe M.... di Torino, confettiere, trovandosi priva di beni di fortuna, si è fatta a chiedere coll'unita istanza documentata la gratuita ammissione di suo figlio Carlo Enrico in qualche Collegio, ove possa essere anche convenientemente istrutto.

            La misera condizione della ricorrente, essendo senza dubbio meritevole di qualche riguardo, raccomanda alla S. V. R. l'ammissione del suo figlio in codesto Istituto, dichiarandole che per siffatto ricovero io sono disposto a corrispondere a beneficio della Pia opera un sussidio di L. 150 per una volta tanto.

            Gradirò a suo tempo un cenno di riscontro alla presente.

Pel Ministro

S. SPAVENTA.

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO.

Domanda di B.... G. B. pel ricovero del suo figlio d'anni 13 nell'Istituto di S. Francesco di Sales.

Torino, addì 8 Ottobre 1863.

 

            Fin dallo scorso Agosto certo B.... Gio. Battista di Biella rivolgeva a questo Ministero una istanza accompagnata dalle raccomandazioni del signor Sindaco per ottenere il ricovero gratuito del suo figlio d'anni 13 nell'Istituto di S. Francesco di Sales di questa Città. {43]299} Col mezzo del Signor Prefetto della Provincia di Novara il Miniatro partecipò al Sindaco di Biella e al petente che non esercitando veruna diretta ingerenza nell'Istituto predetto, avrebbe solo potuto appoggiare la domanda presso la S. V. quando le Opere Pie del Circondario di Biella o il Comune si assumessero l’onere del pagamento d’un’annua pensione a favore del Pio Luogo, o almen d’un sussidio di qualche rilievo per una volta tanto.

            Il ricorrente B.... essendo ora stato reso edotto delle sovraddette disposizioni Ministeriali, presentò altra istanza nella quale rappresentando che il Municipio e le Opere di Beneficenza di Biella non hanno potuto sottostare al pagamento della pensione verso la Pia Casa, ma che alcune private persone sarebbersi disposte alla corrisponsione d'un sussidio di L. 150 , oltre ad un piccolo corredo pel suo figlio, supplica in vista di questa circostanza per l'ammessione del medesimo in codesto Istituto.

            Tanto mi pregio di portare a notizia della S. V., pregandola di farmi conoscere le determinazioni che Ella stimerà di prendere in ordine al chiesto ricovero, onde ne possa rendere informato l'interessato.

Pel Ministro

S. SPAVENTA. {44 [300]} {45 [301]} {46 [302]}

 




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